L'affitto di un box auto è una soluzione pratica e versatile per chi necessita di uno spazio aggiuntivo per parcheggiare il proprio veicolo o custodire oggetti. Nel contesto italiano, le tasse sui box in affitto variano in funzione della tipologia di contratto, della destinazione d’uso e della pertinenza rispetto all’abitazione principale.
Affittare un box auto comporta l’assoggettamento a una serie di imposte e tributi, che dipendono dalla natura del contratto e dalla relazione del box con la prima casa. Nel 2025 le principali imposte e tasse applicabili sono:
La scelta del regime fiscale incide direttamente sulla fiscalità applicata al canone percepito:
È pertanto necessario che i contratti siano redatti con attenzione, prevedendo le clausole di collegamento e il richiamo alle normative pertinenti (articoli 1571 e seguenti del Codice Civile, nonché alle disposizioni tributarie vigenti).
La registrazione del contratto è obbligatoria presso l’Agenzia delle Entrate se la durata è superiore a 30 giorni nell’arco dell’anno. I costi di registrazione (imposta di registro e bollo) sono generalmente ripartiti al 50% tra locatore e conduttore, salvo diversa pattuizione. Per contratti pluriennali è possibile versare l’imposta di registro in un’unica soluzione per tutta la durata o annualmente entro trenta giorni dalla scadenza dell’annualità precedente.
La registrazione può avvenire tramite modello RLI, sia in formato cartaceo che telematico, prevista per ogni contratto superiore alla soglia temporale di legge. Anche per i rinnovi o le risoluzioni anticipate è necessario un adempimento formale all’Agenzia delle Entrate, entro i termini previsti dalla normativa vigente (art. 17, D.P.R. 131/1986).
L’IMU (Imposta Municipale Unica) si applica ai box auto non pertinenziali: se il box è associato alla prima casa, l’imposta non è dovuta; per le altre tipologie di immobili, va calcolata secondo la rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente stabilito (generalmente 160 per la categoria C/6). Eventuali detrazioni o aliquote ridotte sono previste dai singoli comuni.
L’obbligo di pagamento dell’IMU grava sempre sul proprietario, anche in presenza di un contratto di locazione attivo. L’inquilino non è mai tenuto al pagamento di questa imposta.
La TARI va corrisposta dall’occupante effettivo del box, di norma l’inquilino, se la durata del contratto supera i sei mesi. Per i contratti inferiori, l’obbligo rimane a carico del proprietario, che può eventualmente rifarsi sull’inquilino tramite accordi contrattuali. In alcuni casi, il Comune può riconoscere esenzioni per box auto non utilizzati, privi di utenze e non idonei a produrre rifiuti.
Le spese ordinarie e condominiali relative al box sono a carico dell’inquilino (conduttore), mentre gli oneri straordinari spettano al proprietario (locatore), salvo differenti accordi contrattuali. È inoltre possibile che le spese condominiali relative al box vengano suddivise in maniera autonoma, trattandosi di una proprietà separata rispetto all’appartamento principale.
Nella stesura del contratto occorre essere molto precisi nella ripartizione degli oneri per prevenire future controversie, facendo riferimento anche agli articoli di legge applicabili (art. 1576 c.c. e seguenti).
Si riportano degli esempi indicativi per un box auto in affitto a 100 euro al mese (1.200 euro/anno):
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare le linee guida dell’Agenzia delle Entrate e rivolgersi a un consulente per la gestione fiscale dei redditi da locazione.