Il mondo degli investimenti richiede chiarezza su molti aspetti operativi, tra cui le tempistiche di esecuzione delle operazioni. Quando un investitore decide di disinvestire da un fondo comune, è fondamentale comprendere esattamente quando l'operazione verrà effettivamente processata e quale sarà il valore di riferimento applicato.
I fondi di investimento rappresentano uno degli strumenti di risparmio gestito più utilizzati dai risparmiatori italiani, insieme ai conti deposito. Sono amministrati da specifiche Società di Gestione del Risparmio (SGR) che investono il patrimonio raccolto in diverse attività finanziarie secondo quanto previsto dal regolamento del fondo.
Quando si decide di vendere le quote possedute, il processo segue diverse fasi temporali ben definite:
Il regolamento delle operazioni, in base alle disposizioni aggiornate per il 2025, deve essere completato entro un massimo di 15 giorni dalla data di ricezione della domanda di rimborso, sebbene nella pratica i tempi siano generalmente più rapidi.
Gli investitori decidono di disinvestire da un fondo principalmente per due ragioni:
In entrambi i casi, è importante considerare attentamente non solo la data di valuta dell'operazione, ma anche gli eventuali costi di uscita che vengono applicati al momento della vendita. Questi possono variare significativamente da un fondo all'altro e possono ridurre il rendimento netto dell'investimento.
La data di valuta rappresenta il momento esatto in cui l'operazione di vendita di un fondo d'investimento inizia a produrre effetti finanziari sull'investimento. Secondo le normative vigenti per il 2025, la tempistica precisa dipende dal canale utilizzato per impartire l'ordine di disinvestimento.
In particolare:
Questa differenza temporale, seppur minima, può risultare significativa in periodi di elevata volatilità dei mercati, quando il valore delle quote può subire oscillazioni considerevoli anche nell'arco di una singola giornata.
Per comprendere meglio il meccanismo di determinazione della data valuta, analizziamo alcuni esempi pratici basati sulle regole previste per il 2025:
Se un investitore si reca in filiale il 18 febbraio 2025 e dispone la vendita del fondo:
Se lo stesso investitore dispone la vendita tramite home banking il 18 febbraio 2025:
È importante notare che questi esempi seguono le tempistiche standard, ma alcuni fondi specifici potrebbero avere regole particolari definite nei rispettivi regolamenti di gestione, soprattutto se si tratta di fondi che investono in mercati internazionali con fusi orari diversi o in asset class poco liquide.
Non tutti i fondi di investimento seguono le stesse regole per quanto riguarda le date di valuta e i tempi di regolamento. Diverse categorie di fondi presentano specificità da considerare:
Rappresentano la maggioranza del mercato e seguono generalmente le tempistiche standard descritte in precedenza, con data valuta coincidente con il giorno dell'ordine (per operazioni in filiale) o il giorno successivo (per operazioni online).
Essendo quotati in borsa, seguono le regole del mercato regolamentato. L'operazione viene eseguita in tempo reale durante l'orario di contrattazione, con regolamento che segue il ciclo standard dei titoli azionari (T+2 nel 2025). Molti investitori si domandano se è meglio investire su un ETF o un fondo di investimento attivo considerando i diversi meccanismi operativi.
Alcuni fondi, specialmente quelli con strategie complesse o che investono in mercati poco liquidi, prevedono finestre temporali specifiche per le operazioni di sottoscrizione e rimborso (settimanali o mensili). In questi casi, la data valuta è quella della prima finestra utile successiva alla richiesta.
Questi strumenti hanno regole particolari e spesso più restrittive riguardo ai disinvestimenti, con tempistiche che possono estendersi significativamente rispetto ai fondi tradizionali.