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Airbag Takata perché sono difettosi? Quali sono i veri rischi? Che auto li hanno in Italia e le novità su sostituzioni e richiami

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Tra sostituzioni e richiami

Questi dispositivi, più piccoli e meno costosi rispetto ad altri sul mercato, diventano una scelta frequente per le case automobilistiche

Il caso degli airbag Takata continua a far parlare di sé, a distanza di 15 anni dai primi incidenti legati ai dispositivi di sicurezza prodotti dall’azienda giapponese. L’ultimo richiamo, datato 17 maggio 2024, riguarda circa 600.000 vetture prodotte tra il 2009 e il 2019.

Questi veicoli montano il modello di airbag che ha causato la morte di almeno 27 persone negli Stati Uniti e ha ferito oltre 400. Un allarme che sta richiedendo attenzione immediata per la sicurezza dei conducenti e dei passeggeri. Andiamo allora alla ricerca delle ultime notizie in materia:

  • Perché sono difettosi gli airbag Takata
  • Tra sostituzioni e richiami

Perché sono difettosi gli airbag Takata

Negli anni 90 Takata entra nel mercato della produzione di airbag. Questi dispositivi, più piccoli e meno costosi rispetto ad altri sul mercato, diventano una scelta frequente per le case automobilistiche. Nei primi anni 2000, iniziano a emergere sospetti legati agli incidenti in cui i conducenti sono stati feriti a causa di esplosioni violente degli airbag, e questi casi sembrano collegati all’azienda giapponese.

Nel 2008, Honda avvia una serie di richiami, coinvolgendo migliaia di veicoli, ma la situazione peggiora. Nel 2009, una studentessa americana perde la vita a causa di una scheggia di metallo proveniente dalla bomboletta di gas utilizzata per gonfiare l’airbag in caso di incidente. Si scopre che la Takata utilizza una sostanza chimica diversa rispetto ad altre marche: il nitrato di ammonio.

Sebbene sia meno costoso del più comune tetrazolo, senza un agente essiccante, in determinate condizioni di caldo e umidità, raggiunge una pressione così elevata da far esplodere la bomboletta che lo contiene, persino in incidenti apparentemente lievi.

Citroen ora lancia un allarme urgente ai proprietari di C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019. La casa automobilistica francese chiede loro di smettere immediatamente di utilizzare queste vetture a causa dei gravi rischi associati ai sistemi di sicurezza prodotti dalla Takata. L’avviso riguarda circa 600.000 automobilisti in una ventina di Paesi dell’Europa meridionale, compresa l’Italia, ma anche il Nord Africa e il Medio Oriente.

L’azienda francese non usa mezzi termini: chi continua a guidare queste vetture lo fa a proprio rischio e senza garanzie dall’assicurazione. Ma la situazione è complessa: sostituire gli airbag su così tante auto è un’impresa titanica, con tempi di attesa lunghi e difficoltà nel reperire pezzi di ricambio. Trovare un’auto sostitutiva? Un’opzione costosa e non sempre disponibile.

Tra sostituzioni e richiami

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’ente americano per la sicurezza dei trasporti, ha avviato una serie di inchieste riguardanti gli airbag Takata. Questo scandalo coinvolge undici costruttori, tra cui Honda, Ford, BMW, Mazda, Citroën, DS e Toyota. La precauzione principale? Sostituire gli airbag su ogni modello. L’impatto economico è enorme.

Nel 2017, Takata ha dichiarato fallimento, lasciando debiti per 8 miliardi di euro e 46.000 dipendenti senza lavoro. Negli Stati Uniti, la NHTSA ha già sostituito 45 milioni di airbag, ma a Tokyo stimano che nel mondo le auto coinvolte possano arrivare a 100 milioni. Come verificare se la propria auto monta uno di questi dispositivi difettosi? Controllare il sito ufficiale del produttore o seguite gli avvisi di richiamo per le istruzioni necessarie1. La sicurezza è prioritaria, e la situazione richiede attenzione costante.

Stellantis ha emesso un avviso urgente per i proprietari di Citroën C3 e DS Automobiles DS 3, prodotte tra il 2009 e il 2019, chiedendo loro di smettere immediatamente di utilizzare questi veicoli. Questo richiamo fa parte di una serie di campagne iniziate nel 2020 riguardanti gli airbag Takata. Questi dispositivi difettosi possono degradarsi in condizioni climatiche calde e umide, causando un gonfiaggio eccessivo e potenzialmente gravi lesioni o addirittura la morte in caso di incidente.

Anche BMW ha affrontato il problema nell’aprile 2023 richiamando 17 modelli. La questione degli airbag Takata difettosi è in corso da anni: nel 2022, Volkswagen, nel 2018, Toyota e nel 2016, negli USA, sono stati richiamati circa 12 milioni di veicoli. Ford aveva già deciso di non utilizzare più questi airbag nel 2015. Ad oggi, negli Stati Uniti, questi airbag sono stati responsabili di almeno 27 morti e oltre 400 feriti.

Negli anni 90, Takata iniziò a produrre airbag più piccoli e convenienti, preferiti dai costruttori automobilistici, ma già nei primi anni 2000 iniziarono a emergere i primi sospetti su un legame tra incidenti gravi e gli airbag della società giapponese. Honda fu la prima a richiamare veicoli nel 2008, ma nel 2009 una studentessa americana morì a causa di una scheggia metallica proveniente dall’airbag. Il problema risiedeva nell’uso del nitrato di ammonio, una sostanza chimica economica che, in assenza di un agente essiccante, può diventare pericolosamente instabile in condizioni di calore e umidità.

NHTSA condusse diverse inchieste, prima contro Honda e poi contro Takata, aumentando i richiami che coinvolsero undici costruttori123. La sicurezza dei conducenti è prioritaria, ma le sfide sono enormi.