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Anticipo Tfr-TFS statali 2026, allarme per novità e modifiche della CGIL. Salta detassazione e si perdono fino a 750 euro

di Marcello Tansini pubblicato il
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Secondo la Cgil l'anticipo di tre mesi per il pagamento del Tfr-Tfs agli statali rischia di produrre una perdita di 750 euro a per ogni lavoratore: l'allarme del sindacato dopo le ultime novità decise

La Manovra finanziaria 2026 porta all’attenzione dei lavoratori pubblici importanti novità relative ai tempi e alle modalità di erogazione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e del Trattamento di Fine Servizio (TFS). In un contesto di intensi dibattiti e confronti tra sindacati e istituzioni, le nuove misure vengono presentate come parte di una più ampia strategia di riordino della spesa pubblica e di adeguamento alle esigenze di liquidità dell’amministrazione statale. I lavoratori interessati sono chiamati a valutare attentamente le implicazioni economiche e fiscali delle recenti modifiche, soprattutto per quanto riguarda la tempistica dell’anticipo e le sue conseguenze pratiche sulla somma spettante. 

Anticipo TFR-TFS: cosa cambia per i dipendenti pubblici con la nuova manovra

La nuova manovra introduce profondi cambiamenti nella gestione dell’anticipo del TFR e TFS spettante agli statali. Fino ad oggi, in base alle procedure ordinarie, i dipendenti pubblici in uscita per raggiunti limiti di età o di servizio ricevevano il proprio trattamento di fine rapporto secondo una tempistica scalare, spesso dilazionata fino a tre anni a seconda delle cause di cessazione e dell’ente erogatore.

Con la riforma delineata nel testo della Manovra 2026, si prevede un meccanismo di anticipo automatico che consente di ricevere una parte significativa dell’indennità di fine servizio entro 9 mesi dalla maturazione del diritto. Questa misura intende garantire un accesso più rapido alla liquidità per chi si pensiona, sostenendo i dipendenti nel periodo di transizione tra l’attività lavorativa e la pensione vera e propria. Tuttavia, il cambiamento non è privo di effetti collaterali. La modifica della Manovra comporta un nuovo metodo di calcolo delle ritenute fiscali, incidendo sull’importo reale effettivamente erogato in anticipo rispetto al passato.

Le principali novità introdotte riguardano:

  • La possibilità, per chi matura il diritto per limiti di età o di servizio, di chiedere un anticipo del TFR/TFS fino a tre mesi dopo la cessazione
  • L’esclusione della detassazione per l’anticipo, misura che in passato aveva consentito di risparmiare su una parte di imposta
  • L’intento del legislatore di uniformare l’accesso al trattamento economico tra pubblico e privato, anche se con significative differenze operative e fiscali.

L'allarme CGIL: rischi di perdita fino a 750 euro per i lavoratori statali

Secondo le recenti valutazioni prodotte dalla CGIL, il nuovo sistema rischia di trasformarsi in una beffa per molti lavoratori. L’organizzazione sindacale ha sottolineato che, a causa delle novità introdotte dalla Manovra, ogni dipendente pubblico che accede all’anticipo del TFR o TFS potrebbe subire una perdita economica stimata fino a 750 euro. Il meccanismo risulta particolarmente penalizzante per coloro che maturano il diritto per cessazione per limiti di età o di servizio.

La simulazione effettuata dalla CGIL sottolinea che il vantaggio temporale di ricevere l’anticipo è minato dalla differenza di prelievo fiscale applicato sulla somma anticipata. L’associazione dei lavoratori ritiene che così si vada a ledere un principio di equità, mettendo a rischio la tutela economica di chi termina la carriera nel pubblico settore dopo decenni di servizio.

Dal punto di vista organizzativo, i sindacati hanno già predisposto un ricorso affinché il Governo valuti una correzione normativa mirata a ripristinare un trattamento privo di penalizzazioni. Le preoccupazioni principali riguardano:

  • La mancanza di detassazione per la tranche anticipata, elemento ritenuto discriminante rispetto al passato e alla disciplina prevista per la generalità dei lavoratori
  • La trasparenza nelle modalità di calcolo degli importi dovuti
  • La tutela dei diritti acquisiti e la necessità di garantire una transizione alla pensione senza aggravi economici imprevisti.

La detassazione che salta: implicazioni fiscali per gli anticipi TFR-TFS

Uno degli aspetti maggiormente dibattuti riguarda proprio il cambio di regime fiscale applicato alla parte anticipata del TFR e TFS. La normativa vigente aveva fino ad ora previsto, per chi riceveva il trattamento in forma rateale o anticipata, una parziale detassazione. Con la nuova manovra questa agevolazione viene meno e la somma anticipata sarà assoggettata ad aliquota ordinaria:
  • Il mancato riconoscimento della detassazione comporta, secondo le stime degli esperti, un ricalcolo verso l’alto delle imposte dovute sul capitale liquidato anticipatamente
  • La differenza fra quanto percepito in passato e quanto si percepirà d’ora in avanti rischia di essere tangibile, soprattutto per chi ha maturato diversi decenni di servizio nella Pubblica Amministrazione.