Laumento dei prezzi delle sigarette, se approvato, sarebbe un intervento di politica sanitaria, volto a ridurre il numero di fumatori e a sostenere il sistema sanitario italiano.
L’aumento del prezzo delle sigarette potrebbe diventare realtà a partire dal 2025, sebbene non sia incluso nel testo della manovra finanziaria presentata dal governo Meloni. Sono infatti in corso discussioni avanzate in Parlamento, e la proposta ha già trovato sostegno in alcuni ambienti politici, con l’annuncio di imminenti emendamenti volti a introdurre questa misura.
Uno dei promotori principali è la vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone, che ha raccolto il supporto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e di altre figure istituzionali. Cerchiamo di capire:
Dall’altro lato, la misura è vista come uno strumento per finanziare il Servizio Sanitario Nazionale, fortemente provato dagli elevati costi delle cure per malattie legate al fumo. L’Aiom ha stimato che l’introduzione della tassa potrebbe generare circa 13,8 miliardi di euro all’anno, una somma che verrebbe interamente destinata al potenziamento della sanità pubblica. Parte di questi fondi sarebbe anche utilizzata per finanziare campagne di sensibilizzazione, specialmente rivolte ai più giovani, sui pericoli del tabacco.
Uno dei motivi che ha spinto a proporre l’aumento del prezzo delle sigarette è il confronto con altri paesi europei e internazionali. In Francia, per esempio, il prezzo di un pacchetto di sigarette è di circa 12 euro, mentre negli Stati Uniti si aggira sugli 8 dollari. Anche nel Regno Unito il costo delle sigarette è significativamente più alto rispetto all'Italia, dove il prezzo medio di un pacchetto è di circa 6 euro. L’incremento di 5 euro porterebbe il costo a 11 euro, un livello che, secondo i promotori della misura, aiuterebbe a disincentivare il consumo, riducendo i danni alla salute pubblica e alleggerendo i costi sanitari.
L’aumento del prezzo delle sigarette non sarebbe solo una misura fiscale, ma si configurerebbe come una tassa di scopo, ovvero una tassa destinata a finanziare un obiettivo: in questo caso, il potenziamento del SSN. Secondo l’Aiom, si tratta di un intervento necessario per migliorare la sostenibilità del sistema sanitario e per contrastare una delle principali cause di mortalità evitabile in Italia. Il tabagismo è responsabile di 93.000 decessi all'anno, e i costi sociali e sanitari legati a questa abitudine sono stimati in 26 miliardi di euro.
Nonostante l’aumento dei prezzi delle sigarette non sia nel testo ufficiale della manovra finanziaria, l'emendamento che propone la tassa potrebbe essere introdotto nei prossimi giorni. Castellone, ricercatrice oncologica di formazione, ha spiegato che la sua proposta sarà presentata sotto forma di emendamento alla legge di bilancio o al decreto contro le violenze ai sanitari, con estensione al tabacco riscaldato. L'obiettivo è non solo quello di far aumentare il prezzo delle sigarette tradizionali, ma anche di inserire prodotti alternativi come il tabacco riscaldato, che negli ultimi anni ha visto un incremento di consumo.
Come ogni proposta che mira ad aumentare la tassazione, anche questa misura ha sollevato diverse discussioni e perplessità. Tra le critiche c'è quella legata alla possibile crescita del commercio illegale di sigarette, una problematica che molti detrattori della tassa vedono come una conseguenza inevitabile dell’aumento dei prezzi. Vari studi citati dalla Castellone smentiscono questa preoccupazione, sostenendo che l'introduzione di una tassa sulle sigarette non ha in passato determinato un aumento significativo del contrabbando.
Un’altra critica è legata all’impatto che la tassa potrebbe avere sulla coltivazione del tabacco in Italia. Secondo gli esperti, la coltivazione di tabacco in Italia rappresenta solo una piccola percentuale del totale globale e non è considerata particolarmente redditizia, il che rende infondata la preoccupazione per eventuali danni all’economia agricola nazionale.
Un elemento interessante emerso dalle recenti discussioni è il sostegno popolare alla misura. Un sondaggio condotto dall’Istituto Mario Negri ha rilevato che il 62% degli italiani è favorevole a un aumento del prezzo delle sigarette, a condizione che i ricavi vengano utilizzati per migliorare il Servizio Sanitario Nazionale.