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Banca Progetto crack e possibile fallimento, cosa sta succedendo e i rischi per i clienti

di Marcello Tansini pubblicato il
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Cosa successo e sta succedendo ora a banca Sistema, c' il rischio di fallimento? Cosa devono fare i correntisti e chi ha investito in prodotti di risparmio?

La vicenda che ha coinvolto Banca Progetto rappresenta uno dei casi più rilevanti del panorama finanziario italiano degli ultimi anni, attirando l’attenzione di risparmiatori, istituzioni e analisti. L’istituto milanese, noto per la sua attività legata a prodotti di risparmio e prestito alle piccole e medie imprese, si è trovato nel mezzo di una crisi dovuta a problematiche gestionali e finanziarie. Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla solidità dei controlli interni nel settore bancario e sulla capacità di tutela dei clienti.

Le ripercussioni della crisi, in particolare per chi deteneva prodotti come Conto Progetto e Conto Key, sono state motivo di apprensione tra i risparmiatori, soprattutto alla luce dell’attuale quadro normativo sulla garanzia dei depositi.

Il percorso intrapreso per il risanamento dell’istituto, nonché le misure adottate dalla Banca d’Italia e dagli organi di controllo, costituiscono un caso di studio significativo per valutare le modalità attraverso cui il sistema bancario nazionale risponde a situazioni di crisi, mantenendo come priorità la protezione degli interessi dei depositanti e la stabilità dell’intero settore.

Le cause della crisi di Banca Progetto: prestiti, garanzie pubbliche e gestione del rischio

L’origine delle difficoltà che hanno colpito la banca è riconducibile ad alcune scelte gestionali legate all’erogazione di prestiti e al modello di crescita adottato. Negli anni precedenti il manifestarsi dell’emergenza, l’istituto aveva privilegiato un’espansione dei volumi basata sul rilascio di finanziamenti, molti dei quali garantiti da strumenti pubblici come MCC (Mediocredito Centrale) e SACE, con l’intento di sostenere il tessuto produttivo delle PMI. Tuttavia, le pratiche di concessione del credito si sono rivelate troppo disinvolte, con una sottostima sistematica dei rischi e un’insufficiente verifica delle garanzie offerte dai beneficiari dei prestiti.

I motivi e i problemi principali della crisi:

  • Incremento dei Non Performing Loans (NPL): il tasso di crediti deteriorati ha raggiunto valori elevati, passando dall’11,2% al 17% in meno di un anno, indicando una crescente incapacità delle controparti di onorare i debiti.
  • Perdite patrimoniali non contabilizzate: le ispezioni ispettive hanno evidenziato una perdita superiore ai 110 milioni di euro non registrata a bilancio, erodendo i fondi propri.
  • Affidamenti a soggetti con profili di rischio elevato: emergono, tra i beneficiari dei finanziamenti, aziende e persone collegate a figure di spicco della criminalità organizzata, oltre a casi di presunte alterazioni dei bilanci e agevolazioni sospette a gruppi influenti.
  • Elevata dipendenza dalle garanzie pubbliche: circa 2,4 miliardi di crediti sono garantiti all’80% da enti statali, con il rischio di trasferire parte delle perdite sul bilancio pubblico.
La strategia adottata dalla dirigenza, sostenuta da un Consiglio d’Amministrazione poco incisivo nella gestione dei rischi, ha determinato un indebolimento della posizione patrimoniale e un abbassamento degli indicatori di solidità bancaria. La fiducia nei confronti della banca si è deteriorata rapidamente anche a seguito dell’attenzione pubblica suscitata da indagini giudiziarie e risonanza politica, che hanno portato la situazione alla ribalta nazionale.

Gli interventi di Banca d’Italia e il commissariamento: procedure e motivazioni

La reazione delle autorità di vigilanza è scattata dopo i risultati delle ispezioni svolte dalla Banca d’Italia, che hanno portato alla luce criticità non affrontate in modo tempestivo e adeguato da parte degli organi aziendali. Attraverso il provvedimento del 18 marzo 2025, l’istituto centrale ha disposto lo scioglimento degli organi amministrativi dell’istituto, nominando commissari straordinari per garantirne la gestione in modo responsabile.

Data di inizio commissariamento 21 marzo 2025
Commissari straordinari nominati Lodovico Mazzolin e Livia Casale
Comitato di sorveglianza Nicola Marotta (Presidente), Domenico Posca, Francesco De Santis

La procedura di commissariamento è stata adottata secondo quanto previsto dall’intervento precoce della Banca d’Italia, caratterizzata dal ripristino della sana e prudente gestione dell’attività bancaria. La misura ha permesso di:

  • Garantire la continuità operativa per i clienti e i depositanti.
  • Sospendere gli organi di amministrazione e controllo giudicati non idonei alla gestione della crisi.
  • Avviare un’analisi approfondita sui portafogli di credito e sulle anomalie riscontrate.
Il commissariamento si è reso necessario per contenere i danni derivanti da strategie creditizie rischiose e da carenze nell’attuazione di azioni correttive già indicate dalle precedenti ispezioni. Questa scelta è stata accompagnata dall’amministrazione giudiziaria ordinata dal Tribunale di Milano, in riferimento a situazioni connesse a crediti concessi a società o soggetti economici collegati a fenomeni di infiltrazione criminale. La combinazione di questi interventi ha puntato a preservare l’operatività dell’istituto e a tutelare il sistema dei pagamenti.

Il piano di salvataggio: ruolo del Fondo Interbancario e delle principali banche italiane

Il percorso per il risanamento è stato definito mediante la collaborazione tra il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e le cinque principali banche italiane: Intesa Sanpaolo, UniCredit, BPER Banca, Banco BPM e Monte dei Paschi di Siena. Questi soggetti rappresentano i pilastri del sistema bancario nazionale e sono intervenuti con un piano operativo condiviso per ricapitalizzare la banca e facilitare la riduzione del rischio sui crediti problematici.

I passaggi per evitare il fallimento:

  • Ricostruzione patrimoniale: la strategia prevede un’operazione di derisking degli attivi, ovvero la cessione dei crediti più problematici e la ripulitura del bilancio.
  • Aumento di capitale: il FITD ha assunto la responsabilità di ricapitalizzare la banca, garantendo una dotazione patrimoniale sufficiente per il rilancio.
  • Condivisione della governance: successivamente alla ricapitalizzazione, una società partecipata pariteticamente dalle cinque banche assumerà il controllo della quota di maggioranza dell’istituto, mentre il FITD manterrà una quota di minoranza non superiore al 9,9%.
  • Condizioni per il closing: il completamento dell’operazione è subordinato al perfezionamento della due diligence, all’approvazione delle autorità di vigilanza e degli organi assembleari, nonché alla sottoscrizione degli accordi definitivi.

Ripercussioni per i clienti: cosa cambia per Conto Progetto e Conto Key

I titolari di rapporti attivi presso l’istituto, in particolare coloro che utilizzano prodotti come Conto Progetto e Conto Key, si sono trovati di fronte a una situazione di incertezza iniziale, associata al timore per la sicurezza dei propri risparmi e al funzionamento dei servizi bancari.

Attualmente:

  • Continuità dei servizi: le attività di ordinaria amministrazione e i movimenti su Conto Progetto e Conto Key sono continuati senza interruzioni, grazie alle misure di salvaguardia introdotte dai commissari e al supporto del FITD.
  • Gestione dei vincoli: per coloro che avevano attivato depositi vincolati, è stato assicurato il rispetto delle scadenze e la possibilità di gestione regolare delle somme secondo le condizioni contrattuali.
  • Nuovi investimenti: i clienti con vincoli in scadenza sono stati invitati a valutare offerte alternative presso il mercato, mantenendo sempre alto il livello di attenzione alla diversificazione dei rischi.
Non sono state riscontrate problematiche legate a liquidità o rallentamenti nei pagamenti, grazie all’efficacia delle garanzie predisposte e alla trasparenza comunicativa dei nuovi amministratori. La situazione è monitorata costantemente dalle autorità, assicurando la tutela dei correntisti e il mantenimento della continuità operativa.

Raccomandazioni di prudenza: esperti del settore e numerosi consulenti hanno suggerito ai clienti di non superare la soglia di 100.000 euro per singolo depositante, così da beneficiare in modo integrale delle garanzie offerte dal Fondo Interbancario.

La tutela dei depositi e i rischi residui per i risparmiatori

Il meccanismo di protezione garantito dal FITD rappresenta una leva fondamentale contro il rischio di perdita per i risparmiatori. Attualmente, i depositi vengono tutelati fino a 100.000 euro per singolo depositante, in conformità con quanto stabilito dalla normativa europea e nazionale. Regolamento UE n. 2014/49.

  • Garanzia sui depositi: la copertura si applica a conti correnti, depositi a risparmio e conti deposito intestati a persone fisiche e giuridiche.
  • Modalità di attivazione: in caso di default dell’istituto, il FITD provvede al rimborso delle somme entro i limiti di legge nel più breve tempo possibile.
  • Residui rischi: per importi eccedenti la soglia di copertura, resta la possibilità di subire una riduzione parziale della somma investita, sebbene scenari di perdita siano mitigati dalla rapidità di intervento delle autorità.
Dal punto di vista operativo, il suggerimento per i clienti rimane quello di monitorare con attenzione il livello di giacenza complessiva e di instaurare rapporti bancari diversificati, così da ottimizzare la propria copertura di tutela, evitando concentrazioni di rischio oltre il limite assicurato.