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Bonus mamme lavoratrici 2026 più soldi per dipendenti e partite Iva e altre modifiche possibili

di Marianna Quatraro pubblicato il
Bonus mamme lavoratrici 2026

Semplificazione delle procedure per ottenere la decontribuzione e ampliamento della platea delle beneficiare: le modifiche al bonus mamme lavoratrici attese con la Manovra 2026 e non solo

L'agevolazione 2026 per madri lavoratrici promette un’evoluzione strutturale verso un maggiore sostegno economico alle donne con figli, sia nel lavoro dipendente che autonomo. La misura punta a favorire la partecipazione femminile nel mercato del lavoro. Le novità più significative del provvedimento includono l’estensione della platea di beneficiarie e un contributo potenziato per dipendenti e titolari di partita IVA, con l’introduzione di nuovi criteri e strumenti di valutazione della situazione economica. 

Come funzionerà il Bonus mamme lavoratrici 2026: requisiti, importi e categorie beneficiarie

La misura prevede l'esonero contributivo parziale a favore di donne impiegate nel settore privato e nel lavoro autonomo, madri di almeno due figli. I requisiti per accedere all’agevolazione sono:

  • essere madre di almeno due figli (con un’estensione temporale maggiore per chi ha tre o più figli);
  • posizione di lavoro dipendente (escluso il lavoro domestico) o titolarità di attività autonoma;
  • reddito annuo da lavoro o imponibile previdenziale non superiore a 40.000 euro (valutato secondo criteri che tengono conto della casistica IVA e gestione separata INPS);
  • per le madri di due figli, possibilità di accedere al beneficio fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo;
  • per le madri di tre o più figli, accesso garantito fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio minore.
Il bonus mamme lavoratrici si applica ai periodi di paga a partire dal 1° gennaio 2026, con un importo percentuale rispetto ai contributi dovuti. L’ammontare effettivo del beneficio e le modalità operative saranno dettagliate nel decreto attuativo, emanato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e la gestione amministrativa sarà affidata all’INPS, che fornirà precise istruzioni per la domanda.

Un aspetto innovativo introdotto è la semplificazione dell’iter di richiesta, che dovrà avvenire mediante piattaforma digitale dedicata e autenticazione mediante credenziali SPID, CIE o CNS. 

Dipendenti e Partite IVA: le novità specifiche e i nuovi importi previsti

Una delle principali trasformazioni rispetto al passato riguarda l’inclusione delle lavoratrici autonome e professioniste iscritte alle diverse gestioni previdenziali e prevede:

  • per dipendenti con almeno due figli, uno sgravio contributivo mensile direttamente in busta paga, con le stesse condizioni previste per la soglia reddituale e l’età del figlio più piccolo;
  • per le lavoratrici con partita IVA, escluse dal regime forfettario, il riconoscimento di una riduzione del carico contributivo per i versamenti annuali, da compensare con le scadenze di pagamento INPS;
  • per entrambe le casistiche, il limite massimo della contribuzione agevolata fissato a 3.000 euro su base annua, riparametrato mensilmente fino ad un massimo di 250 euro al mese;
  • per la platea in possesso di contratto a tempo determinato o di attività autonoma, conferma del contributo "ponte" fino a 480 euro per il 2026, erogato una tantum a dicembre, esente da tasse e contributi;
  • per chi è madre di tre o più figli e ha un lavoro a tempo indeterminato, proroga dello sgravio totale dei contributi IVS fino al 31 dicembre 2026, a condizione che il più piccolo abbia meno di 18 anni.
Tra le proposte in ballo ci sarebbero:
  • possibile estensione ulteriore delle categorie di beneficiarie, includendo anche le madri titolari di contratti part-time, occasionali o in somministrazione;
  • revisione della soglia reddituale in caso di aggiornamenti ISTAT o crisi economico-sociali straordinarie;
  • introduzione di una scala proporzionale di aiuti in funzione del numero di figli, con una progressività delle detrazioni fiscali.
La semplificazione del sistema e l'ampliamento delle risorse stanziate punta a rendere, dunque, più accessibile e vantaggiosa la misura per una platea sempre più ampia di madri lavoratrici.

Altre misure e bonus per mamme e famiglie con figli nella Legge di Bilancio 2026

La programmazione economico-sociale in vigore dal 2026 prevede un pacchetto organico di incentivi e contributi destinati alle famiglie con figli e alle donne lavoratrici, come:

  • Bonus bebè: un contributo una tantum di 1.000 euro per ogni nascita o adozione, rivolto a nuclei familiari con ISEE fino a 40.000 euro. L’importo viene erogato su domanda entro 60 giorni dall’evento;
  • Bonus asilo nido: potenziamento fino a 3.600 euro per i nati dal 2024, accessibile a tutte le famiglie con requisiti reddituali, senza limiti sul numero di figli già iscritti;
  • Assegno unico universale: confermato il contributo mensile per ciascun figlio nato o adottato, erogato dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, con importi incrementali in base all’ISEE e all’età della madre;
  • Detrazioni fiscali rafforzate per figli a carico e aumentate per le spese scolastiche (fino a 1.000 euro), attività sportive e ricreative (fondo Dote Famiglia);
  • Congedo parentale indennizzato: esteso a tre mesi, con un’indennità all’80% per madri e padri, da utilizzare fino al sesto anno di vita del bambino;
  • prolungamento dell’esonero IVS per le madri con contratti a tempo indeterminato e almeno tre figli fino al 2026.