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Multe e sanzioni fiscali: rigidità e controlli sui meno benestanti e poca severità nei confronti dei più ricchi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Multe sanzioni fiscali controlli

I controlli fiscali penalizzano i contribuenti meno benestanti e puntano poco sui più ricchi: la situazione attuale

L'ultima denuncia dell’Alleanza contro la povertà, dopo l’analisi dei dati dell’Osservatorio sulle entrate fiscali del Centro studi e ricerche itinerari previdenziali, ha riportato all’attenzione pubblica una situazione di crescente squilibrio. L’organizzazione ha sottolineato come, nel sistema italiano, le imposte dirette gravino soprattutto sulle fasce di reddito medio-basse, mentre i contribuenti più abbienti godono di regimi di favore o sfuggono con maggiore facilità alle verifiche e ai controlli fiscali.

Secondo l’ultima rilevazione, quasi la metà della popolazione, il 47%, non versa alcuna imposta sul reddito (Irpef), mentre la pressione fiscale si concentra in misura sproporzionata su lavoratori dipendenti, pensionati e piccole imprese.

Numeri chiave: La distribuzione del carico fiscale e l’attenzione selettiva dei controlli

Secondo recenti studi, il 7% della popolazione, circa 2,9 milioni di contribuenti, a partire da redditi lordi annui di 76.000 euro, versa, in termini percentuali, una quota d’imposta inferiore rispetto ai contribuenti della fascia media o bassa. Questo fenomeno si discosta dalla tendenza di altri paesi avanzati, dove solitamente sono solo l’1-2% più ricchi a beneficiare di simili vantaggi.

Una tabella riassuntiva può aiutare a visualizzare la sproporzione nel carico fiscale effettivo:

Fascia di reddito Percentuale su popolazione Aliquota effettiva media (%)
0 – 15.000 € ~34% 0-5
15.001 – 30.000 € ~27% 8-18
30.001 – 75.000 € ~24% 20-28
Oltre 76.000 € 7% 15-26

I dati confermano che i controlli sulle fasce oltre i 76.000 euro risultano inferiori rispetto a quelli destinati ai contribuenti a reddito più basso, accrescendo il senso di iniquità del sistema.

I ricchi pagano meno

Il sistema tributario italiano, pur presentando una struttura formalmente progressiva, è stato negli anni oggetto di numerose modifiche che ne hanno ridotto l’efficacia perequativa. Deduzioni, regimi sostitutivi e agevolazioni dedicate a specifiche categorie, autonomi, esercenti piccole attività, grandi investitori, ha permesso a una fascia relativamente ampia di contribuenti con redditi medio-alti e alti di ridurre drasticamente la quota di imposte dovute.

Le strategie di elusione si muovono su due fronti principali:

  • Utilizzo di società di comodo e trust, spesso con sedi in giurisdizioni a fiscalità agevolata;
  • Adozione di regimi fiscali opzionali come la flat tax per i cittadini ad elevato patrimonio e per i cosiddetti “impatriati”;
  • Elusione ed evasione fiscale attraverso lo spostamento di asset e l’occultamento di redditi, soprattutto nei settori meno tracciabili.

Controlli fiscali: perché i meno abbienti sono più controllati

L’efficacia dei controlli fiscali in Italia appare inversamente proporzionale al livello di reddito: le verifiche fiscali sono concentrate soprattutto su lavoratori dipendenti, pensionati, piccole imprese e soggetti economicamente fragili. Questo accade principalmente per tre motivi:
  • La maggior parte dei redditi bassi è già sottoposta a trattenuta alla fonte, rendendo di fatto impossibile praticare forme di evasione;
  • I sistemi informatici dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza sono più orientati a intercettare discrepanze nei modelli dichiarativi delle fasce medio-basse (730 e CU), lasciando più margini alle sofisticate pianificazioni dei grandi contribuenti;
  • Le attività di controllo estensive richiedono competenze, risorse e strumenti che spesso sono limitati nei confronti delle grandi fortune e dei patrimoni articolati a livello internazionale.
Questo approccio comporta una evidente sproporzione tra i controlli fiscali più sui meno benestanti che sui ricchi, come dimostrano i dati sulle verifiche effettuate negli ultimi anni. Nel 2023, meno del 3% degli accertamenti fiscali ha riguardato patrimoni di oltre un milione di euro, mentre sono aumentate le sanzioni per inadempimenti lievi di piccoli contribuenti, quali dimenticanze o errori di calcolo, che non costituiscono evasione strutturale.

 

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