Le modifiche normative sui buoni pasto mirano a riequilibrare le condizioni economiche tra società emittenti, aziende, dipendenti ed esercenti.
Da gennaio 2025, entrano in vigore le modifiche che ridefiniscono il sistema dei buoni pasto in Italia. Con l'approvazione di un emendamento al Disegno di Legge Concorrenza, è stato stabilito un limite massimo del 5% sulle commissioni applicate dalle società emittenti ai pubblici esercizi. Questa misura mira a riequilibrare i rapporti tra esercenti, aziende e fornitori di buoni pasto, intervenendo su un sistema che, fino a oggi, ha generato molte critiche per l'eccessiva onerosità delle commissioni e per le difficoltà operative riscontrate dagli esercenti.
Per garantire un’implementazione graduale delle nuove regole, la legge prevede un periodo transitorio. I buoni pasto emessi fino al 31 agosto 2025 potranno essere utilizzati secondo le condizioni attuali, mentre a partire dal primo settembre 2025 tutte le emissioni dovranno rispettare il nuovo limite del 5% sulle commissioni. Questo periodo di transizione permetterà alle società emittenti e agli esercenti di adeguarsi alle nuove disposizioni, riducendo il rischio di interruzioni nel servizio. Vediamo meglio:
I lavoratori continueranno a beneficiare della detassazione prevista per i buoni pasto, che rimangono un importante strumento di welfare aziendale. La normativa attuale prevede una soglia esentasse di 8 euro al giorno per i buoni pasto elettronici e di 4 euro per quelli cartacei, soglie che dovrebbero rimanere invariate anche nel 2025. Le imprese e le società emittenti potrebbero ridimensionare il valore nominale dei buoni per compensare aumenti dei costi contrattuali, influenzando indirettamente il potere d'acquisto dei dipendenti.
Le aziende che offrono i buoni pasto ai dipendenti come parte del pacchetto retributivo o come incentivo si troveranno a rinegoziare le condizioni contrattuali con le società emittenti. Con la riduzione delle commissioni applicate agli esercenti, le emittenti potrebbero compensare la perdita di ricavi trasferendo parte dei costi alle aziende clienti.
Molte aziende considerano i buoni pasto uno strumento per aumentare la soddisfazione e la produttività dei propri dipendenti. Con le nuove regole, le imprese dovranno valutare con maggiore attenzione l’impatto economico di questo beneficio sul bilancio aziendale. La capacità di negoziare condizioni favorevoli con i fornitori sarà determinante per garantire la sostenibilità di questa forma di welfare.
I pubblici esercizi e i negozi che accettano i buoni pasto saranno i principali beneficiari della nuova normativa. Oggi le commissioni applicate dalle società emittenti possono arrivare fino al 20%, rappresentando un costo significativo per gli esercenti. Il limite del 5% imposto dalla legge permetterà agli esercenti di ridurre questo onere.
Questo cambiamento dovrebbe incentivare un numero maggiore di esercizi commerciali ad accettare i buoni pasto, ampliando la rete di convenzioni. In particolare, si prevede che negozi di alimentari, supermercati e piccoli ristoratori, che finora erano scoraggiati dalle alte commissioni, decidano di aderire ai circuiti dei buoni pasto.