Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Buoni pasto e indennità di mansione devono essere pagate anche durante le ferie, in base ordinanza 25840/2024

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Cosa cambia per le aziende

Le indennità aggiuntive e i buoni pasto fanno parte della retribuzione ordinaria e devono essere corrisposti anche durante le ferie. Spiegazioni e chiarimenti

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 25840, pubblicata il 27 settembre, ha fornito una chiarificazione importante relativa ai diritti dei lavoratori in Italia, affermando che buoni pasto e indennità connesse alla mansione siano inglobate nella retribuzione percepita anche durante i periodi di ferie. La decisione, in linea con la direttiva europea 2003/88/CE e la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, mira ad assicurare che il lavoratore non subisca una decurtazione economica che possa penalizzare il diritto al riposo annuale retribuito.

Secondo l’interpretazione più recente, la retribuzione delle ferie deve essere equivalente a quella ordinariamente percepita durante i giorni di lavoro, includendo tutte le componenti abituali del trattamento economico, come le indennità di mansione, gli elementi variabili ricorrenti riconducibili allo svolgimento delle mansioni, e in molti casi i buoni pasto.

Principio di omnicomprensività della retribuzione e sue applicazioni

La Corte di Cassazione riprende e amplia il concetto di omnicomprensività della retribuzione, secondo il quale tutti gli importi e indennità cui il lavoratore ha diritto in costanza di rapporto sono ricompresi anche nei periodi non lavorativi ma retribuiti, come le ferie. Questa impostazione, riconosciuta dalla Corte di Giustizia dell’UE e, progressivamente, dalla giurisprudenza nazionale, mira a garantire l'effettività del diritto al riposo senza alcuna penalizzazione economica.

  • Stipendio base
  • Indennità di mansione
  • Ticket mensa o buoni pasto
  • Altri compensi abituali connessi alla posizione lavorativa
Non rientrano invece nella retribuzione feriale quei benefit che non abbiano carattere continuativo o siano legati a circostanze eccezionali, come bonus occasionali o premi una tantum correlati al raggiungimento di obiettivi specifici.

Posizione della giurisprudenza sulla natura del buono pasto

Nonostante la recente ordinanza, la natura del buono pasto rimane oggetto di dibattito. Alcuni orientamenti giuridici lo distinguono dalla retribuzione ordinaria, equiparandolo a un’agevolazione di carattere assistenziale e non necessariamente a una componente fissa dello stipendio. Infatti, secondo una parte della giurisprudenza e le posizioni di enti come Confindustria, il buono pasto nasce per coprire le esigenze alimentari durante la giornata lavorativa e, in assenza di prestazione, non sarebbe dovuto salvo specifica disposizione del contratto collettivo.

È importante quindi che datori di lavoro e lavoratori verifichino con attenzione la disciplina contrattuale di settore e la contrattazione aziendale vigente, per accertare se la parte economica delle ferie include anche i buoni pasto o i ticket mensa.

Implicazioni pratiche per aziende e lavoratori

A seguito di questa evoluzione giurisprudenziale, le aziende sono chiamate a rivedere le proprie politiche interne relative a ferie e benefici collegati alla presenza lavorativa. La corretta applicazione degli orientamenti della Cassazione e delle direttive comunitarie implica la revisione dei criteri di calcolo dei periodi di assenza retribuiti, incluso l’inclusione di indennità e buoni pasto, dove previsto.

  • Attenzione alle clausole nei contratti collettivi e ai regolamenti aziendali
  • Chiarezza nelle comunicazioni al personale circa la composizione della retribuzione feriale
  • Analisi delle ricadute sui costi aziendali e sulla pianificazione del budget annuale
  • Gestione puntuale delle condizioni di maturazione delle ferie anche in caso di assenze varie

Conseguenze per la gestione delle ferie e tutela del diritto al riposo

La ratio sottesa alla normativa europea e nazionale è garantire piena tutela della salute e sicurezza del lavoratore, evitando di creare incentivi economici che possano scoraggiare il godimento delle ferie. Proprio per questo la retribuzione durante le ferie deve includere la componente fissa e gli elementi abituali, assicurando alle lavoratrici e ai lavoratori la stessa disponibilità economica di cui godrebbero se presenti in servizio.

D’altro canto, in settori dove la contrattazione collettiva esclude i buoni pasto dal pacchetto retributivo in ferie o prevede regimi di maturazione differenziati, la disciplina potrà variare significativamente. Sicurezza giuridica e corretta gestione del personale richiedono quindi attenzione all’aggiornamento della normativa e della prassi, oltre che alla verifica delle complessive regole sulle ferie applicabili al caso concreto.

Leggi anche