Leader del gruppo Ferrero, Giovanni Ferrero è oggi l'uomo più ricco d'Italia. Ne vogliamo ripercorre la storia, le strategie, la crescita come uomo aziendale e curiosità personali.
Il panorama imprenditoriale italiano vede svettare una figura riservata e determinata, capace di guidare con mano sicura un vero colosso del settore alimentare. Dalla provincia di Cuneo alle vette della classifica Forbes, l’ascesa dell’attuale presidente del più grande gruppo dolciario italiano rappresenta una storia di successo familiare e imprenditoriale che ha attraversato generazioni. Alla guida di uno dei marchi più riconoscibili al mondo, ha saputo distinguersi per una gestione accorta e visione internazionale, proiettando l’azienda sui mercati globali. Il suo profilo unisce discrezione, abilità manageriale e una passione per l’innovazione che ha permesso non solo di consolidare, ma anche di accrescere una posizione di assoluto rilievo nella mappa mondiale della ricchezza.
Secondo i dati Forbes, il territorio italiano ospita attualmente 79 miliardari, cinque in più rispetto alla scorsa primavera, segno di una crescita economica solida nei segmenti dell’industria, finanza e tecnologia. Il patrimonio complessivo di questa élite ha raggiunto la cifra di 357,2 miliardi di dollari, dimostrando un trend ascendente rispetto agli anni precedenti.
Alla vetta della classifica nazionale si conferma il presidente del gruppo dolciario di Alba, con un capitale personale che ha raggiunto i 41,3 miliardi di dollari a dicembre 2025. Questo valore rappresenta un incremento significativo rispetto ai 38,2 miliardi registrati solo pochi mesi prima, sottolineando la solidità e la capacità dell’azienda di generare nuove ricchezze anche in contesti economici sfidanti.
La classifica dei maggiori miliardari italiani include:
Non tutti gli italiani facoltosi compaiono nella classifica ufficiale, poiché Forbes esclude coloro che risiedono stabilmente all’estero. Questo posiziona ancora più in alto il primato detenuto dal Gruppo Ferrero, simbolo del made in Italy e della dinastia familiare che lo guida.
L’incremento della ricchezza personale di chi guida Ferrero va di pari passo con i risultati industriali dell’azienda. L’esercizio 2025 è stato archiviato con un fatturato record di 18,4 miliardi di dollari e una crescita dell’8,9% rispetto all’anno precedente, valori che testimoniano una gestione efficace delle strategie aziendali e una propensione a cogliere le opportunità di mercato globali.
Un passaggio particolarmente significativo per il gruppo è stata la recente acquisizione di Kellogg, annunciata a luglio e conclusa per 3,1 miliardi di dollari. L’integrazione di questo storico marchio ha ulteriormente rafforzato la presenza internazionale dell’azienda, ampliando il portafoglio prodotti e incrementando la competitività sui principali mercati mondiali.
Il percorso di crescita finanziaria del leader Ferrero si fonda su:
Sotto la direzione dell’attuale presidente, il Gruppo Ferrero ha consolidato la sua posizione tra i principali protagonisti dell’industria dolciaria globale. L’affermazione del marchio in tutto il mondo è stata possibile grazie a una serie di strategie innovative:
L’approccio manageriale si contraddistingue per una visione a lungo termine, premiando la ricerca e lo sviluppo, la valorizzazione delle risorse umane e la responsabilità sociale. Questi principi hanno consentito di resistere alle fluttuazioni del mercato alimentare e di crescere anche in periodi complessi, rafforzando la leadership nel settore dolciario mondiale.
Riservatezza e discrezione hanno da sempre caratterizzato la vita personale del numero uno di Ferrero. Pur essendo al vertice di uno degli imperi economici più noti d’Italia, preferisce mantenere un profilo basso, limitando al minimo la presenza nei media e le dichiarazioni pubbliche.
Di origini piemontesi, nasce ad Alba, centro di riferimento per il settore dolciario. Gli studi lo portano a confrontarsi con realtà internazionali: formazione accademica tra Italia e Stati Uniti, con un percorso che include anche esperienze in business administration di alto livello. Proprio nel 2025 è stato insignito del Master Honoris Causa in Business Administration dalla CUOA Business School di Vicenza, occasione in cui ha sottolineato l’importanza della curiosità, della conoscenza e della capacità di innovare come chiave del successo imprenditoriale.
Non mancano passioni e interessi personali, sempre coltivati con grande riservatezza. Tra questi, la scrittura di romanzi e saggi, pubblicati spesso sotto pseudonimo o con basso profilo, e un interesse per il patrimonio artistico italiano e per la sostenibilità ambientale. Elementi che, seppur lontani dai riflettori, incidono sulla visione strategica dell’azienda e sulle politiche di responsabilità sociale adottate negli ultimi anni.
Una curiosità riguarda la struttura aziendale: il controllo resta familiare, ma con una progressiva apertura verso competenze esterne in ambito gestionale e manageriale, a beneficio dell’efficacia operativa e della competitività globale. L’attenzione al progresso, allo sviluppo sostenibile e all’innovazione si riflette anche nella gestione delle risorse umane, con programmi dedicati al benessere e alla formazione di dipendenti e collaboratori.
La scena italiana vede una presenza crescente di miliardari «di prima generazione», legati a finanza e tecnologia, che si affiancano ai grandi nomi dell’industria tradizionale. Oltre al presidente di Ferrero, tra i principali patrimoni emergono quelli di Andrea Pignataro, fondatore di Ion Group, e Giancarlo Devasini, principale azionista di Tether, entrambi protagonisti di una crescita rapida e significativa nel corso dell’ultimo anno.
Il panorama si caratterizza inoltre per una forte dinamicità, che vede alterazioni rilevanti nelle prime posizioni: ad esempio, il decesso di Giorgio Armani ha modificato gli equilibri della classifica, permettendo a nuovi attori, come Francesco Gaetano Caltagirone, di emergere. Dinastie come quelle dei Del Vecchio, della famiglia Prada e di Piero Ferrari mantengono un ruolo chiave nei settori di riferimento (moda, automobili, yacht, ottica), mentre la componente femminile – rappresentata da Massimiliana Landini Aleotti (Menarini) – conferma l’importanza della diversificazione settoriale nell’accumulo di grandi fortune.
Da segnalare che alcuni grandi patrimoni italiani sono esclusi dalle classifiche ufficiali per il requisito della residenza. Tra questi, Gianluigi Aponte, Ernesto Bertarelli e Stefano Pessina, i cui investimenti influenzano comunque il tessuto economico europeo e globale.