Il vecchio continente ha beneficiato di una ritrovata fiducia, favorita dal taglio dei tassi della Bce e da politiche fiscali più mirate alla crescita.
Le azioni statunitensi sono un punto di riferimento per gli investitori globali, sostenute dall'innovazione nei settori della tecnologia avanzata, dell'intelligenza artificiale e della difesa. L'indice S&P 500 ha dimostrato tenuta con molte previsioni che indicano un rialzo nel secondo semestre. L'accelerazione di investimenti in AI da parte di colossi come Nvidia, Microsoft e Amazon crea un ecosistema trainante, capace di controbilanciare gli effetti delle turbolenze internazionali.
Tra le scommesse dei prossimi sei mesi si inseriscono i mercati emergenti, in particolare Brasile e Messico, che stanno beneficiando di un mix tra stabilità monetaria e riforme strutturali. Il rafforzamento delle valute locali sta attirando flussi crescenti di capitale estero. L'Asia, seppur condizionata dalla lentezza della ripresa cinese, continua a offrire opportunità selettive, specie in ambito semiconduttori e green economy.
Con l'allentamento della politica monetaria, il mercato delle obbligazioni è tornato al centro della strategia di diversificazione. I rendimenti dei titoli corporate investment grade si attestano tra il 3,5% e il 4,5%, alternativa concreta a chi vuole contenere la volatilità e generare flussi cedolari stabili.
Il caso dell'Italia è emblematico: il decennale italiano ha visto il proprio rendimento scendere fino al 3,47%, uno dei momenti più favorevoli per il nostro debito da oltre un decennio. La fiducia degli investitori internazionali è cresciuta, complici la stabilità politica relativa, le prospettive di crescita e le rassicurazioni sulla tenuta dei conti pubblici. Anche Grecia e Spagna beneficiano di questa nuova narrazione positiva, con spread sempre più ridotti rispetto al Bund.
Negli Stati Uniti, i Treasury a 10 anni offrono rendimenti superiori al 4,4%. Ma il rafforzamento del dollaro e le incertezze sui conti federali, aggravate dal deficit commerciale e dalle tensioni tariffarie con l'Europa e la Cina.
Gli strumenti indicizzati all'inflazione, come il BTP Italia e i TIPS americani, restano preziosi perpreservare il potere d'acquisto. Allo stesso tempo, l'asset allocation ideale prevede una combinazione tra titoli growth e difensivi, utile ad assorbire eventuali shock esogeni.
In un mondo in cui i flussi di capitale si muovono rapidamente e in cui le banche centrali seguono traiettorie divergenti, la gestione valutaria torna ad assumere un peso. L'investitore accorto deve bilanciare posizioni in euro, dollari e valute emergenti, senza dimenticare l'importanza strategica di mantenere un livello adeguato di liquidità.
La domanda se investire in azioni o obbligazioni non ha una risposta univoca, perché dipende da orizzonte temporale, tolleranza al rischio e obiettivi personali. Ma nel secondo semestre del 2025, il consenso degli analisti converge su un modello multi-asset intelligente, dove la crescita viene inseguita con equity di qualità, mentre la stabilità è affidata a un mix bilanciato di bond statali e corporate.