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Chi riceve aumento stipendio con taglio cuneo fiscale e chi viene escluso nel 2025

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
esclusi cuneo fiscale

Chi sono gli esclusi dagli aumenti di stipendio nel 2025 per ricalcolo con taglio del cuneo fiscale: ecco a chi spettano e a chi no

Il taglio del cuneo fiscale rappresenta una delle misure economiche più significative adottate per il 2025, con l'obiettivo di incrementare il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti italiani. Questa manovra, confermata dal governo Meloni, prevede un sistema di agevolazioni fiscali che si traduce in un aumento concreto degli stipendi netti. Tuttavia, non tutti i lavoratori potranno beneficiarne allo stesso modo: esistono infatti specifiche soglie reddituali e categorie escluse che è importante conoscere per comprendere l'impatto effettivo di questa misura sulle proprie finanze.

Come funziona il taglio del cuneo fiscale nel 2025

Il taglio del cuneo fiscale è stato confermato per tutto il 2025 come misura strutturale, non più temporanea come negli anni precedenti. Questo intervento economico è destinato ad aumentare il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti attraverso una riduzione delle imposte che gravano sulla busta paga.

La novità principale del 2025 riguarda il passaggio da un meccanismo di decontribuzione a un sistema di defiscalizzazione. Mentre in precedenza si operava una riduzione dei contributi previdenziali, ora l'intervento avviene principalmente sulla componente fiscale.

Il beneficio è riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, inclusi gli apprendisti, purché rientrino nelle soglie di reddito stabilite dalla normativa. In particolare, il taglio del cuneo fiscale 2025 si articola in due diverse modalità:

  • Per i redditi fino a 20.000 euro: un bonus esente da imposte calcolato in percentuale sul reddito da lavoro dipendente
  • Per i redditi tra 20.000 e 40.000 euro: un sistema di detrazione fiscale che diminuisce progressivamente all'aumentare del reddito

Percentuali e importi del taglio per le diverse fasce di reddito

Per i lavoratori con reddito complessivo annuo fino a 20.000 euro, il bonus viene calcolato applicando al reddito di lavoro dipendente le seguenti percentuali:
  • 7,1% per chi guadagna fino a 8.500 euro annui
  • 5,3% per chi guadagna tra 8.501 e 15.000 euro
  • 4,8% per chi guadagna tra 15.001 e 20.000 euro
Per i lavoratori con reddito complessivo tra 20.001 e 40.000 euro, è prevista invece un'ulteriore detrazione fiscale:
  • Detrazione fissa di 1.000 euro per redditi tra 20.001 e 32.000 euro
  • Detrazione decrescente per redditi tra 32.001 e 40.000 euro, calcolata con la formula: 1.000 × (40.000 - reddito complessivo) / 8.000
Secondo le stime, questi interventi porteranno a un aumento dello stipendio mensile netto che può variare tra i 50 e i 160 euro, a seconda della fascia di reddito in cui si colloca il lavoratore.

Chi beneficia dell'aumento di stipendio nel 2025

Il taglio del cuneo fiscale 2025 amplia la platea dei beneficiari rispetto agli anni precedenti, estendendo i vantaggi fiscali a circa 1,3 milioni di lavoratori in più. Questo è dovuto principalmente all'innalzamento della soglia massima di reddito agevolato, che arriva a 40.000 euro rispetto ai 35.000 euro del passato.

I principali beneficiari del taglio del cuneo fiscale 2025 sono:

  • Lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato
  • Apprendisti
  • Lavoratori in cassa integrazione
  • Collaboratori coordinati e continuativi
I vantaggi economici variano in base alla fascia di reddito. In particolare:
  • I lavoratori con redditi fino a 15.000 euro possono ottenere un beneficio fino a 1.000 euro all'anno
  • I lavoratori con redditi tra 20.001 e 32.000 euro ricevono una detrazione fissa di 1.000 euro annui
  • I lavoratori con redditi tra 32.001 e 40.000 euro vedono il vantaggio ridursi progressivamente fino ad azzerarsi a 40.000 euro
Da evidenziare che i maggiori benefici sono registrati dalla platea di contribuenti con reddito compreso tra 35.000 e 40.000 euro, che non avevano ricevuto la riduzione contributiva negli anni precedenti e che ora possono godere di un vantaggio fino a 1.000 euro annui.

Categorie escluse dal taglio del cuneo fiscale 2025

Nonostante l'ampia portata della misura, non tutti i lavoratori possono beneficiare del taglio del cuneo fiscale. Esistono infatti specifiche categorie escluse e limitazioni reddituali che è importante conoscere.

Esclusioni basate sul reddito

La principale esclusione riguarda i lavoratori con reddito annuo superiore a 40.000 euro. Questo significa che un dipendente con uno stipendio mensile superiore a circa 3.077 euro (considerando 13 mensilità) non potrà godere di alcun beneficio derivante dal taglio del cuneo fiscale.

In particolare, sono esclusi:

  • Lavoratori dipendenti con reddito annuo superiore a 40.000 euro
  • Lavoratori il cui reddito complessivo (che include eventuali altri redditi oltre a quello da lavoro dipendente) supera le soglie previste

Categorie professionali escluse

Oltre alle esclusioni basate sul reddito, esistono anche specifiche categorie professionali che non possono beneficiare del taglio del cuneo fiscale:
  • Lavoratori domestici (colf, badanti, baby sitter)
  • Pensionati
  • Lavoratori autonomi e titolari di partita IVA
  • Liberi professionisti
Queste categorie, pur potendo beneficiare di altre agevolazioni fiscali, sono esplicitamente escluse dalla misura del taglio del cuneo fiscale.

Modifiche al sistema fiscale e novità per il 2025

Il taglio del cuneo fiscale per il 2025 si inserisce in un contesto più ampio di riforma fiscale che introduce diverse novità rilevanti per i lavoratori dipendenti.

Conferma dell'IRPEF a tre aliquote

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato le aliquote fiscali e gli scaglioni di reddito come nel 2024, mantenendo un sistema a tre fasce:

  • 23% fino a 28.000 euro
  • 35% tra 28.000 e 50.000 euro
  • 43% oltre i 50.000 euro

Estensione della No Tax Area

Un'altra importante novità riguarda l'estensione della No Tax Area fino a 8.500 euro per i redditi da lavoro dipendente, parificata a quella per i pensionati. Questo significa che i lavoratori con redditi fino a questa soglia non pagano imposte sul reddito.

Sistema di conguagli

Per garantire la corretta applicazione delle agevolazioni, è previsto un sistema di conguagli. Eventuali benefici non spettanti saranno recuperati in dieci rate mensili se l'importo da recuperare supera i 60 euro.

I sostituti d'imposta (datori di lavoro) maturano un credito che può essere compensato in F24 per i lavoratori con redditi fino a 20.000 euro. Con la risoluzione 9 del 31 gennaio 2025, l'Agenzia delle Entrate ha istituito i codici tributo per la compensazione in F24 delle somme versate ai dipendenti.

Problematiche e criticità del nuovo sistema

Il passaggio da un sistema di decontribuzione a uno di defiscalizzazione ha portato con sé alcune criticità che possono incidere negativamente su determinate fasce di reddito.

Il problema degli incapienti

Una delle criticità più rilevanti riguarda i lavoratori "incapienti", ovvero coloro che hanno un reddito talmente basso da non pagare imposte. Questi lavoratori, in particolare quelli con redditi tra 8.500 e 9.000 euro, rischiano di perdere il trattamento integrativo di 1.200 euro che ricevevano in precedenza.

Questo accade perché, non essendo più coperti dal taglio del cuneo contributivo e dal conseguente aumento dell'imponibile fiscale, nel 2025 risulteranno incapienti e, di conseguenza, non beneficeranno del trattamento integrativo. Si tratta di un problema che crea un'evidente perdita economica proprio per le fasce più deboli, sul quale il governo sta valutando possibili soluzioni correttive.

Disparità di trattamento tra fasce di reddito

Dalle simulazioni effettuate emerge che la maggior parte dei redditi sotto il tetto dei 35.000 euro nel 2025 subiranno una riduzione del salario netto rispetto al passato. In particolare, le maggiori perdite si concentrano sui redditi più bassi, a partire dalla soglia della no tax area (8.500 euro) fino a circa 9.000 euro di imponibile annuo.

Al contrario, i lavoratori con redditi tra 35.000 e 40.000 euro otterranno un vantaggio significativo, in alcuni casi fino a 1.000 euro in più all'anno rispetto al passato.

Calcolo e applicazione pratica del beneficio

L'applicazione pratica del taglio del cuneo fiscale avviene direttamente in busta paga, con modalità specifiche a seconda del settore di appartenenza del lavoratore.

Come viene calcolato il beneficio

Per calcolare correttamente la percentuale di beneficio, il reddito da lavoro dipendente deve essere "rapportato all'anno", cioè normalizzato su base annua. L'Agenzia delle Entrate ha chiarito questo con un esempio: un reddito di 2.000 euro percepito per un periodo di 62 giorni va proiettato su 365 giorni per stabilire la soglia e l'aliquota applicabile.

Il sostituto d'imposta deve riconoscere in busta paga la misura spettante, stimando mensilmente il reddito, anche includendo quanto percepito da altri datori di lavoro, se comunicato dal dipendente.

Applicazione nel settore pubblico

Per i dipendenti pubblici, incluso il personale della scuola, l'applicazione del taglio del cuneo fiscale avviene attraverso il sistema NoiPA. A partire da giugno 2025, i dipendenti pubblici vedranno un incremento nelle loro buste paga, comprensivo degli arretrati relativi al periodo gennaio-maggio 2025.

Il sistema NoiPA determina l'ammontare del beneficio basandosi su:

  • Reddito percepito fino all'ultima emissione stipendiale disponibile
  • Proiezione del reddito previsto per le mensilità residue dell'anno
  • Dati della Certificazione Unica dell'anno precedente

Possibilità di rinuncia al beneficio

I dipendenti che prevedono di superare le soglie di reddito stabilite, ad esempio perché percepiscono altri redditi non noti al sostituto d'imposta, possono rinunciare al beneficio per evitare conguagli a fine anno.

La rinuncia deve essere effettuata attraverso i canali ufficiali (ad esempio, per i dipendenti pubblici, tramite il portale NoiPA) entro le scadenze stabilite. Le richieste inviate oltre la scadenza avranno effetto dalla prima mensilità utile successiva.

È importante sottolineare che, qualora le condizioni reddituali cambiassero e si rientrasse nuovamente nei limiti previsti, è possibile ripristinare il beneficio in qualsiasi momento.

Prospettive future e possibili correttivi

Considerando le criticità emerse dall'applicazione del nuovo sistema di taglio del cuneo fiscale, il governo sta valutando possibili interventi correttivi per mitigare gli effetti negativi su alcune fasce di reddito.

In particolare, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha già riconosciuto gli effetti sperequativi legati all'abbattimento del cuneo, specialmente per quanto riguarda i lavoratori incapienti. Il MEF si è impegnato a valutare una modifica ai criteri di spettanza del trattamento integrativo, anche se al momento una soluzione definitiva non è stata ancora individuata.

Un ulteriore problema riguarda l'applicazione delle vecchie aliquote a quattro scaglioni, ormai superate dalla riforma, che potrebbero penalizzare ulteriormente i contribuenti in fase di versamento degli acconti 2025. Il governo si è impegnato a risolvere congiuntamente queste questioni per garantire un sistema fiscale più equo e vantaggioso per tutti i lavoratori.

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