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Come avere la certificazione per l'oblio oncologico, a cosa serve e come permette di tutelarsi da mutui e assicurazioni

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Diritto all'oblio oncologico

Grazie alla legge e al nuovo decreto attuativo, è ora possibile ottenere un certificato che attesti la guarigione e garantisca una protezione contro le discriminazioni.

L'oblio oncologico, misura per proteggere gli ex pazienti dalle discriminazioni legate alla malattia, è ora un diritto riconosciuto anche in Italia. La legge, approvata lo scorso anno, ha compiuto un ulteriore passo avanti con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del secondo decreto attuativo. Questo nuovo decreto definisce le modalità per il rilascio di un certificato che attesta l'avvenuto oblio oncologico, documento indispensabile per molti ex pazienti al fine di modificare clausole peggiorative in contratti di mutui e assicurazioni.

  • Oblio oncologico, come ottenere la certificazione
  • Cos'è il diritto all'oblio oncologico

Oblio oncologico, come ottenere la certificazione

Il decreto sull'oblio oncologico stabilisce che gli ex pazienti oncologici possono richiedere un certificato che attesta l'avvenuto oblio oncologico. Questa certificazione può essere richiesta presso una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata o tramite un medico del Servizio sanitario nazionale specializzato nella patologia oncologica pertinente, un medico di medicina generale o un pediatra di libera scelta.

Secondo l'articolo 2 del decreto, la richiesta del certificato deve essere corredata dalla documentazione medica. La struttura sanitaria o il medico certificante hanno l'obbligo di rilasciare la certificazione entro trenta giorni, a condizione che siano soddisfatti i presupposti temporali stabiliti dalla legge, che variano da cinque a dieci anni.

Non tutti gli ex pazienti necessitano di questa certificazione. La legge sull'oblio oncologico sancisce che gli ex pazienti non sono obbligati a fornire informazioni sulla loro passata malattia dopo un determinato periodo, variabile da uno a dieci anni a seconda della neoplasia.

Il certificato è prezioso per quegli ex pazienti che hanno stipulato contratti di mutuo o assicurazioni prima dell'entrata in vigore della legge e che sono caratterizzati da clausole peggiorative a causa della dichiarazione della neoplasia. Possono così utilizzare la certificazione per modificare le condizioni contrattuali sfavorevoli. Questo decreto riguarda quindi solo una minoranza di ex pazienti.

Cos'è il diritto all'oblio oncologico

Il diritto all'oblio oncologico tutela le persone guarite da malattie oncologiche, garantendo loro la possibilità di non dover rivelare la propria storia clinica passata e di non essere soggette a indagini riguardo alla loro precedente condizione di salute.

La legge mira a prevenire discriminazioni e garantire la parità di trattamento per gli ex pazienti oncologici. Questo obiettivo è in linea con i principi sanciti dagli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione italiana e dagli articoli 7, 8, 21, 35 e 38 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. La normativa è anche un riflesso del Piano europeo di lotta contro il cancro.

Gli ex pazienti oncologici possono richiedere un certificato che attesta l'avvenuto oblio oncologico. La richiesta, accompagnata dalla documentazione medica pertinente, deve essere presentata a una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata o a un medico del Servizio sanitario nazionale, un medico di medicina generale o un pediatra di libera scelta. La certificazione viene rilasciata entro trenta giorni se sono rispettati i presupposti temporali stabiliti dalla legge, ossia dieci anni dal termine delle cure per gli adulti e cinque anni per i minori di 21 anni.

Il diritto all'oblio oncologico ha ricadute sulla vita degli ex pazienti. Ad esempio, per accedere a servizi bancari, finanziari e assicurativi, o per partecipare a concorsi pubblici, non possono essere richieste informazioni sullo stato di salute passato. Questo diritto si estende anche alle procedure di adozione e affidamento, dove le indagini sui potenziali genitori non possono includere la loro storia oncologica trascorsi i periodi stabiliti dalla legge.