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Come funziona il diritto alla riparazione e reperibilità ricambi della direttiva Ue 2024? E per quali prodotti?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Diritto alla reperibilità

Gli organi comunitari mirano a interrompere il ciclo di consumo e smaltimento rapido di prodotti dovuto alla difficoltà e ai costi elevati associati alla riparazione post-garanzia.

L'Unione europea ha compiuto progressi sul diritto alla riparazione, la cui direttiva è nota anche come R2R (Right-to-Repair), andando nella direzione della difesa del consumatore. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio in merito alla riparabilità dei prodotti danneggiati o difettosi. Tra i prodotti coinvolti rientrano:

  • smartphone
  • tablet
  • PC
  • lavastoviglie
  • lavatrici
  • frigoriferi
  • aspirapolvere
  • biciclette

Diritto alla riparazione, come funziona

Gli organi comunitari mirano a interrompere il ciclo di consumo e smaltimento rapido di prodotti dovuto alla difficoltà e ai costi elevati associati alla riparazione post-garanzia. Questo approccio si inserisce in un contesto più ampio in cui l'Europa cerca di proteggere le finanze dei consumatori e ridurre l'impatto ambientale dei rifiuti tecnologici.

La legislazione proposta semplifica il processo di richiesta di riparazione per i consumatori, rendendolo più veloce, accessibile e trasparente. I produttori saranno obbligati a fornire servizi di riparazione per i prodotti che soddisfano determinati requisiti stabiliti dalla legislazione comunitaria. Viene creato un modulo europeo per informare i consumatori sui servizi di riparazione disponibili. Le piattaforme nazionali di riparazione sono integrate in un'unica piattaforma digitale europea, garantendo maggiore coerenza e accessibilità a livello continentale.

Per quali prodotti vale il diritto alla reperibilità

Dal punto di vista pratico, la vendita di prodotti tecnologici di consumo su vasta scala, come smartphone, lavastoviglie, lavatrici e frigoriferi, vedrà i consumatori accedere a un modulo europeo di informazioni sulla riparazione e sulla reperibilità. Questo modulo includerà avvisi relativi alle condizioni, ai tempi e ai costi associati.

Dopo la riparazione di un prodotto, il venditore sarà responsabile per un periodo di 12 mesi, a condizione che il consumatore faccia un utilizzo corretto del prodotto. Questo periodo è più breve rispetto agli 5-10 anni originariamente ipotizzati nelle prime versioni della direttiva sul diritto alla riparazione.

I produttori saranno tenuti a fornire informazioni sui pezzi di ricambio sul proprio sito web, garantendo un accesso a un prezzo ragionevole sia ai consumatori che ai riparatori indipendenti. L'Europa si impegna a eliminare qualsiasi restrizione che limiti il riutilizzo di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D. È prevista anche la creazione di una piattaforma online europea per facilitare l'incontro tra consumatori e riparatori.

In ogni caso, il consumatore manterrà il diritto di scegliere tra la riparazione del prodotto e la sostituzione, sia in caso di rottura sia di acquisto difettoso.

La bozza dell'accordo è stata formulata e verrà ufficialmente approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale europea, i paesi membri dell'Unione europea saranno tenuti a recepire la direttiva e a trasformarla in legge entro i termini stabiliti dall'Europa. Questo processo richiederà mesi, se non addirittura alcuni anni.