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Come funzionano le università online ora ma come cambieranno nel 2024-2025 con la riforma decisa dal decreto ministeriale

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Riforma delle università telematiche

Con la riforma dell'università online nel 2024-2025, gli esami dovranno essere svolti in presenza e le lezioni non potranno più essere interamente registrate.

Le università online in Italia offrono un'opportunità per studenti che cercano flessibilità e accesso a un'istruzione superiore senza la necessità di frequenza in presenza. Queste istituzioni si basano su piattaforme digitali avanzate che permettono agli studenti di seguire lezioni, partecipare a seminari interattivi e accedere a materiali didattici in qualsiasi momento. Ma qualcosa di importante sta ora cambiando con la riforma dell'università online:

  • Università online 2024-2025, come funzionano
  • Verso la riforma delle università telematiche

Università online 2024-2025, come funzionano

I corsi offerti dalle università online sono organizzati in modo simile a quelli tradizionali, ma con un'attenzione sull'apprendimento a distanza. Gli studenti possono seguire lezioni preregistrate o in diretta streaming e partecipare a discussioni virtuali con docenti e compagni di corso. Le piattaforme utilizzate includono strumenti per la gestione dei compiti, la valutazione continua e il supporto accademico.

Gli esami possono essere svolti online o in presenza nei centri autorizzati. Alcune università richiedono che gli studenti si rechino in sedi specifiche per sostenere gli esami finali, mentre altre consentono di sostenere esami completamente online, spesso con sistemi di proctoring per garantire l'integrità del processo.

Le università online italiane offrono numerosi corsi, dai diplomi di laurea triennale ai master e ai corsi di specializzazione. Le aree di studio includono economia, giurisprudenza, scienze della comunicazione, ingegneria. Le università telematiche sono vantaggiose per chi lavora o ha impegni familiari poiché permettono di conciliare studio e vita quotidiana. I costi variano, ma sono generalmente competitivi rispetto alle università tradizionali. Le tasse possono essere calcolate in base al reddito familiare, e sono disponibili borse di studio e agevolazioni per chi ne ha diritto.

I titoli ottenuti tramite università online italiane sono in genere riconosciuti allo stesso modo dei titoli delle università tradizionali purché l'istituzione sia accreditata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

Verso la riforma delle università telematiche

Con la riforma dell'università online nel 2024-2025, gli esami dovranno essere svolti in presenza e le lezioni non potranno più essere interamente registrate, ma dovranno prevedere una buona parte di insegnamento in diretta, con una percentuale ipotizzata intorno al 40%. Questo è uno dei punti centrali del nuovo decreto ministeriale sulle università telematiche, attualmente in fase di definizione da parte dell'Anvur e del Consiglio Universitario Nazionale e destinato alla firma della ministra dell'Università e della Ricerca.

In Italia, le università telematiche sono undici, e il decreto sarà il risultato di un tavolo di lavoro che ha coinvolto rappresentanti delle università telematiche, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, l'Anvur e il CUN. Tra i principali temi affrontati c'è il numero di docenti richiesti per l'erogazione dei corsi a distanza, specialmente in ambito umanistico-sociale. Oggi sono necessari 7 docenti di riferimento per i corsi di studio e 3 professori ogni 250 studenti iscritti al primo anno. Il nuovo decreto potrebbe introdurre la possibilità di aumentare il numero di studenti per corso mantenendo invariato il numero di docenti, moltiplicando per 1,5 la capacità degli studenti per docente.

Un'altra novità riguarda l'accreditamento dei corsi: le università telematiche potranno accreditare come in presenza solo quei corsi che sono effettivamente svolti in questa modalità, senza estendere questo accreditamento all'intera istituzione. Si tratta di una semplificazione nella procedura di accreditamento che permette maggiore flessibilità nella gestione dei corsi. L'obiettivo è di rendere operativo il decreto già dal prossimo anno accademico.