Dal primo gennaio 2024, per il gas metano, sarà ripristinata l'aliquota Iva ordinaria con conseguente aumento dei prezzi.
L'allarme proviene dai condomini, ma coinvolge l'intera utenza del servizio di fornitura: dal primo gennaio 2024, per il gas metano, sarà ripristinata l'aliquota Iva ordinaria. La misura agevolata al 5%, in vigore dal 2022, giungerà a termine il 31 dicembre, salvo eventuali proroghe dell'ultimo momento.
Nell'autunno del 2023, considerando che la guerra Israele-Hamas non ha inciso sul costo del gas, gli amministratori di condominio hanno stilato preventivi per il periodo 2023-2024, basandosi su un prezzo del gas stabilizzato a 1 euro al metro cubo. Questi sono stati supportati dall'articolo 1 del Dl 131 del 29 settembre 2023, che ha prorogato l'applicazione dell'aliquota ridotta al 5% fino al 31 dicembre 2023.
Con l'approvazione del Ddl di Bilancio 2024, la misura non è stata rinnovata, e a partire dal primo gennaio, si è tornati al regime pre-emergenziale per tutti. Nel Ddl, al fine di affrontare le difficoltà economiche delle famiglie, è stato introdotto un contributo straordinario destinato ai titolari di bonus sociale elettrico, con uno sconto sulla bolletta reso operativo dall'Arera. Non è stato previsto nulla per il gas, a meno che non si intervenga nel milleproroghe o in uno degli altri decreti in corso.
Di conseguenza, dal primo gennaio 2024, per il gas metano destinato a usi civili e industriali, comprese le forniture di servizi di teleriscaldamento e le somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto di servizio energia, si applicherà nuovamente l'aliquota Iva ordinaria, che varia dal 10 al 22%. Per il gas utilizzato in usi civili, l'aliquota ridotta del 10% si applicherà solo ai primi 480 metri cubi all'anno, successivamente la percentuale salirà al 22%.
Il segnale di allarme proviene dai condomini, in quanto i preventivi di spesa degli edifici dotati di impianto di riscaldamento centralizzato e acqua calda centralizzata, come precedentemente indicato, avevano previsto un rinnovo e si prevede che chiuderanno con un bilancio negativo nel rendiconto 2023-2024, gravati da un aumento delle spese. Pur avendo sostenuto le difficoltà delle famiglie, il provvedimento ha comportato considerevoli costi per lo Stato.
La più recente stima dei costi complessivi (per ottobre, novembre e dicembre 2023) riportata nell'articolo 1 del Dl 131/2023 ("Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio") indicava che la riduzione dell'aliquota Iva sul gas aveva generato risparmi stimati in 670,08 milioni di euro in tre mesi.
Di questi, 628,62 milioni erano relativi all'intera Iva al 5% per gli usi civili e industriali, mentre 41,46 milioni riguardavano l'Iva al 5% sul teleriscaldamento.
Confermando l'incentivo per quest'ultimo, spesso utilizzato anche negli edifici di edilizia popolare, l'Agenzia delle entrate, attraverso la risoluzione 47/E/2022, ha chiarito l'intenzione del legislatore, ovvero quella di mitigare gli impatti dell'aumento dei costi del gas, riducendo il totale della bolletta. In questa prospettiva, non è stata introdotta alcuna differenziazione dell'aliquota per diverse fasce di consumo.
Di conseguenza, l'aliquota Iva del 5% è stata applicata all'intera fornitura di gas destinata all'utente finale e registrata nelle fatture emesse nel periodo di validità, che, salvo eventuali modifiche, si estende fino al 31 dicembre.