Oggi per i contribuenti che devono saldare un debito, il numero massimo di rate mensili consentite 72. Dal prossimo anno cambia tutto.
La riforma fiscale del governo Meloni presenta due aggiornamenti per i contribuenti, approvati tramite un nuovo decreto. In primo luogo, è stato introdotto un meccanismo che consente ai contribuenti con debiti arretrati di dilazionare i pagamenti in un numero superiore di rate, talvolta fino a 120 pagamenti mensili.
In secondo luogo, dopo un periodo di cinque anni, le cartelle esattoriali saranno soggette a una procedura di discarico, comportando di fatto l'annullamento dei debiti in esse contenuti. Vediamo da vicino cosa cambia concretamente:
Il decreto estende le possibilità di rateizzazione, permettendo in molti casi di dilazionare il pagamento fino a 120 rate mensili. Una soglia importante da considerare è fissata a 120.000 euro: per debiti inferiori a questa cifra, il contribuente può richiedere la rateizzazione dichiarando di trovarsi in difficoltà temporanea, senza essere tenuto a fornire documentazione a sostegno.
Una volta presentata la dichiarazione, il contribuente può ottenere una dilazione che, per gli anni 2025 e 2026, può estendersi fino a 84 rate, per il 2027 e 2028 fino a 96 rate e, a partire dal 2029, fino a 108 rate. Nel caso in cui il debito sia inferiore ai 120.000 euro e venga documentata la situazione di difficoltà economica, si potranno richiedere fino a 120 rate già a partire dal 2025.
Per i debiti superiori a 120.000 euro, oltre alla dichiarazione di difficoltà economica, sarà sempre necessario fornire documentazione a supporto. In questo caso, il contribuente avrà comunque diritto alla rateizzazione fino a 120 rate. Nel caso delle persone fisiche, la situazione di difficoltà economica può essere documentata tramite l'Isee, mentre per le società sono considerati due fattori: l'indice di liquidità e il rapporto tra il fatturato e l'ammontare del debito, comprensivo di eventuali rateizzazioni in corso. Le soglie specifiche saranno stabilite tramite apposito decreto che sarà emanato a breve.
Dal 2025 viene introdotto il meccanismo del discarico automatico per i ruoli affidati all'Agenzia delle entrate, dopo un periodo di cinque anni. Il termine discarico indica il ritorno della cartella al creditore originario, che può variare a seconda della natura del debito, che può essere riferito al Comune o allo Stato. A partire dal 2030, tutti i debiti anziani di cinque anni non saranno automaticamente cancellati. L'Agenzia non rinvia la cartella se le procedure di riscossione sono in corso; in questo caso, continua con gli sforzi di recupero.
Se entro il quinto anno non si ottiene alcun recupero, l'Agenzia delle entrate restituisce il caso al creditore. Quest'ultimo può decidere di perseguire autonomamente il recupero attraverso un'agenzia privata specializzata in riscossione o può riportare il caso all'Agenzia delle entrate, qualora emergano nuove informazioni sul debitore che suggeriscono la possibilità di pagamento.
L'obiettivo della riforma è eliminare i debiti che non possono essere recuperati entro cinque anni o tramite procedure esecutive, specialmente quando il contribuente è insolvente e non ha richiesto la rateizzazione del pagamento. In sostanza, se risulta evidente che il debito non può essere recuperato, viene cancellato.
Questa misura è finalizzata a prevenire la situazione attuale, in cui abbiamo un magazzino di cartelle fiscali per un valore di 1.200 miliardi di euro, la maggior parte delle quali è praticamente irrecuperabile. Senza interventi, il magazzino continuerebbe a crescere senza alcun limite.