La data di cessazione definitiva della produzione e vendita delle caldaie alimentate a combustibili fossili, inizialmente programmata per il 2035, è stata spostata al 2040.
La direttiva dell'Unione europea sulla prestazione energetica nell'edilizia prevede che gli edifici nuovi, sia pubblici che privati, debbano essere progettati per garantire emissioni zero, mentre per gli edifici esistenti sono previsti requisiti più rigorosi in termini di efficienza energetica.
La versione finale della direttiva è mitigata rispetto alla proposta iniziale presentata dalla Commissione. In particolare, per gli edifici residenziali sono stati fissati due obiettivi di riduzione dei consumi energetici medi, uno da raggiungere entro il 2030 e l'altro entro il 2035. I Paesi membri dell'Unione europea avranno due anni di tempo per adeguarsi a tali disposizioni, presentando a Bruxelles i loro piani nazionali, nei quali delineeranno le strategie per raggiungere gli obiettivi stabiliti. La definizione degli edifici soggetti a ristrutturazione sarà determinata sulla base delle strategie nazionali adottate. Esaminiamo quindi:
Secondo le stime iniziali, dei circa 12 milioni di edifici residenziali presenti in Italia, circa 5 milioni con le prestazioni energetiche più scadenti saranno prioritari per interventi di miglioramento. La Commissione europea ha calcolato che entro il 2030 saranno necessari investimenti annuali pari a 275 miliardi di euro per la trasformazione energetica del patrimonio immobiliare, corrispondenti a 152 miliardi di euro in più rispetto alle risorse attualmente disponibili.
Non sono previsti finanziamenti, ma i Paesi potranno utilizzare i fondi dell'Unione europea per sostenere gli interventi, tra cui il Fondo Sociale per il Clima, il Recovery Fund e i Fondi di Sviluppo Regionale.
Abbandonata l'idea di stabilire requisiti di ristrutturazione basati su classi energetiche armonizzate a livello europeo, la direttiva si limita a fissare medie di riferimento per ciascuno Stato riguardo all'intero parco immobiliare. Per gli edifici residenziali, l'obiettivo è ridurre il consumo energetico medio di almeno il 16% entro il 2030 rispetto al 2020, e almeno il 20-22% entro il 2035. Il 55% di questo calo deve essere ottenuto attraverso la ristrutturazione del 43% degli edifici con le prestazioni energetiche più basse.
Tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030, con esenzioni previste per edifici storici, agricoli, protetti per il loro valore architettonico o storico, nonché per chiese e luoghi di culto.
La data di cessazione definitiva della produzione e vendita delle caldaie alimentate a combustibili fossili, inizialmente programmata per il 2035, è stata spostata al 2040. Già a partire dal 2025, le caldaie che operano esclusivamente a metano non potranno più beneficiare di incentivi. Saranno invece mantenuti incentivi per i sistemi di riscaldamento che incorporano una quota di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
La direttiva propone una base giuridica chiara per il divieto dei generatori di calore in base alle loro emissioni, al tipo di combustibile utilizzato o alla quota minima di energia rinnovabile impiegata per il riscaldamento a livello dell'edificio.
L'obiettivo della direttiva è conseguire un patrimonio edilizio climaticamente neutro entro il 2050. Di conseguenza, a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero.