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DDl Sicurezza 2025, nuove leggi in favore cittadini, modifiche per Forze dell'ordine e limiti manifestazioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
novita DDl Sicurezza

Da nuovi reati e aggravanti a nuove tutele per le Forze dell’Ordine: le misure del disegno di legge Sicurezza

Quali sono le nuove leggi per i cittadini e le modifiche previste per le Forze dell’Ordine dal Ddl Sicurezza 2025? Il Ddl Sicurezza procede verso l’approvazione. l testo, approvato in prima lettura alla Camera, è ora in discussione davanti alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia al Senato. Vediamo quali sono le novità in arrivo.

  • Le nuove leggi del Ddl Sicurezza 2025 per i cittadini
  • Le modifiche per le Forze dell’Ordine
  • I nuovi limiti per le manifestazioni 

Le nuove leggi del Ddl Sicurezza 2025 per i cittadini

Le nuove leggi contenute nel Ddl Sicurezza 2025 per i cittadini prevedono soprattutto: 
  • rendere reato penale i blocchi stradali e la collaborazione di tutta la pubblica amministrazione con i servizi segreti (inclusi gli atenei universitari); 
  • il divieto di commercializzazione della cosiddetta cannabis light;
  • inasprimento delle pene per chi impiega minori nell'accattonaggio (pena massima 5 anni);
  • l'aggravante se un reato viene commesso dentro o vicino stazioni e metro o sui treni e in caso di truffa aggravata nei confronti degli anziani.
In discussione ci sono poi ulteriori modifiche, come l’eliminazione del divieto di vendere le sim per i telefoni cellulari a chi sia in Italia senza permesso di soggiorno, e nessun differimento obbligatorio della pena in carcere per le detenute incinte o madri con figli fino a un anno. 

Le modifiche per le Forze dell’Ordine

Il Decreto prevede anche specifiche modifiche per le Forze dell'Ordine che riguardano:
le nuove norme per la formazione e il reclutamento;
gli aumenti del personale specializzato per la tutela del patrimonio culturale e le capitanerie di Porto;
lo snellimento nelle procedure di trasferimenti;
le nuove assunzioni di personale civile per supportare le attività dell'Arma dei Carabinieri;
l'assistenza ai familiari degli agenti caduti in servizio;
la possibilità per gli psicologi di esercitare come liberi professionisti.

Gli agenti di pubblica sicurezza potranno poi portare senza licenza alcuni tipi di armi anche quando non sono in servizio e sono previste per loro nuove tutele, come l’aggravante specifica per la resistenza e la minaccia a un’agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza; mentre le lesioni personali ad agente di pubblica sicurezza diventano un reato specifico e più grave. 

Potrebbe, inoltre, essere ancora inserita la norma che potrebbe impedire di iscrivere al registro degli indagati l’agente che abbia commesso un reato (omicidio compreso) nell’esercizio legittimo delle proprie funzioni. 

L’ipotesi è che in una prima fase di istruttoria risponda il ministero competente e che l’agente di pubblica sicurezza venga iscritto solo se ci fossero specifici indizi a suo carico. 

I nuovi limiti per le manifestazioni 

Con particolare riferimento ai limiti per le manifestazioni, il decreto stabilisce pene più severe per chi provoca danni durante le manifestazioni con violenze o minacce, prevedendo la reclusione in carcere da 1 anno e 6 mesi a 5 anni e una multa fino a 15mila euro.

Viene esteso il Daspo urbano, per cui il Questore può vietare l'accesso a zone come le stazioni a chi è stato denunciato o condannato anche solo con sentenza di primo grado, nei 5 anni precedenti, ma anche l'ambito di applicazione dell'arresto in flagranza differita previsto per il reato di lesioni personali a un pubblico ufficiale in servizio, anche ai casi in cui il fatto è commesso durante le manifestazioni.

Il contenuto del testo prevede anche per chi organizza sit-in di protesta lungo binari ferroviari, strade e autostrade impedendo la circolazione di mezzi o persone il carcere da 6 mesi a 2 anni se il blocco è commesso con più persone. 

La sanzione amministrativa diventa fattispecie penale.

Viene anche introdotto il reato di rivolta e di resistenza passiva per i detenuti che partecipano a rivolte con atti di violenza, minaccia o resistenza con 3 o più persone. In questo caso si rischia la reclusione da 1 a 5 anni.