La desertificazione bancaria in Italia rappresenta una crisi crescente che minaccia comunità e imprese. Analizziamo cause, impatti sociali e soluzioni adottate per contrastare disuguaglianze e rischio di esclusione finanziaria.
Nel corso degli ultimi anni si è assistito a una riduzione significativa della presenza degli sportelli bancari in numerosi centri urbani e, in misura ancor più accentuata, nelle aree interne e rurali del Paese. Questo processo, definito come "desertificazione bancaria", rappresenta una trasformazione profonda che coinvolge l'accessibilità ai servizi essenziali e modifica le dinamiche socio-economiche di migliaia di comunità.
La progressiva diminuzione delle filiali, spesso dovuta a scelte strategiche delle banche e dinamiche demografiche, ha portato a un incremento tangibile del numero di cittadini e imprese che non possono più contare sul supporto di una struttura bancaria fisica nel proprio territorio. I dati più recenti mettono in evidenza come quasi la metà dei comuni sia oggi priva di almeno uno sportello, interessando sia piccoli centri sia realtà con popolazione superiore ai 20.000 abitanti. Tale tendenza, oltre a riflettere cambiamenti strutturali del settore finanziario, si traduce in nuove sfide per il diritto all'inclusione finanziaria e la coesione territoriale del Paese.
L'analisi quantitativa sul ritiro delle banche dai territori italiani evidenzia tendenze in costante accelerazione. Nel 2024, la chiusura di 508 sportelli ha determinato una contrazione del 2,5% della rete fisica rispetto all'anno precedente, con oltre 4,6 milioni di residenti senza accesso diretto ai servizi. Il primo semestre del 2025 ha visto una ulteriore riduzione pari a 261 sportelli, portando il totale nazionale sotto le 20.000 unità.
Oggi, il 43,2% dei comuni italiani – pari a 3.415 municipi – risulta privo di una filiale, un incremento netto rispetto agli anni precedenti. L'impatto di questa tendenza varia significativamente da regione a regione: Friuli Venezia Giulia e Marche registrano i tassi di riduzione più elevati nel 2025 (-2,3%), seguite da Sicilia, Veneto e Basilicata (-1,9%). Al contrario, alcune aree mostrano una certa resilienza o evidenziano leggere controtendenze grazie all'attività delle banche di credito cooperativo. I dati riferiscono che:
Regioni più colpite (2025, % sportelli chiusi) |
Friuli Venezia Giulia (2,3%), Marche (2,3%), Sicilia (1,9%), Veneto (1,9%), Basilicata (1,9%) |
Comuni senza sportello |
3.415 (43,2% del totale) |
La dinamica della desertificazione bancaria si origina dall'interazione di molteplici fattori. Tra questi lo spopolamento delle aree interne e rurali, che riduce la densità di utenza, influisce direttamente sulla sostenibilità economica delle filiali. Ad aggravare il quadro, le strategie di ottimizzazione dei costi operate dai principali gruppi bancari che, negli ultimi anni, hanno accelerato i processi di razionalizzazione della rete fisica a beneficio dei canali digitali. Il consolidamento del settore, attraverso azioni di aggregazione (cosiddetto "risiko bancario"), determina spesso una ulteriore razionalizzazione, con chiusure concentrate anche in comuni di medie e grandi dimensioni.
La progressiva chiusura delle filiali rappresenta quindi sia una conseguenza delle trasformazioni demografiche e sociali, sia l'espressione di scelte aziendali, spesso rese necessarie dalla necessità di mantenere margini di profitto in un contesto competitivo mutevole. Questo scenario pone all'attenzione la necessità di ripensare i modelli di servizio, incentivando forme di presidio innovativo dei territori.
La ritirata delle istituzioni bancarie genera effetti profondi sulla vita quotidiana delle persone e sul tessuto imprenditoriale. Nei territori più penalizzati, l'assenza di uno sportello bancario porta a disagi rilevanti specialmente per gli anziani e le fasce vulnerabili, meno propense o abituate all'utilizzo dei servizi digitali. Si evidenzia una stretta correlazione tra la mancanza di servizi finanziari fisici e l'aggravarsi dei processi di spopolamento, poiché la riduzione di accessibilità a servizi essenziali disincentiva la permanenza in loco e ostacola qualsiasi piano di sviluppo locale.
Le attività produttive situate in comuni desertificati affrontano maggiori ostacoli nelle transazioni e nell'accesso al credito, condizionando negativamente gli investimenti e la competitività.
Secondo il CNEL, la mancanza di soggetti regolati apre la porta a fenomeni di illegalità, come l'usura e il riciclaggio, in assenza di presidio istituzionale.
La presenza di sportelli incide direttamente sulla qualità della vita. Molti cittadini considerano fondamentale la possibilità di dialogare con personale fisico per risolvere problematiche complesse, non sostituibili da ATM o servizi automatizzati.
Un'ulteriore ricaduta si verifica sul piano occupazionale, sia in termini di riduzione dei posti di lavoro diretti, sia per l'indotto generato attorno ai servizi finanziari. Le soluzioni di supporto alle comunità risultano tanto più urgenti quanto più la desertificazione si amplia dai piccoli centri alle città di dimensioni intermedie.
L'espansione dei servizi digitali nelle operazioni bancarie si accompagna a una netta differenziazione nell'accesso e nell'utilizzo delle nuove tecnologie. Soltanto il 55% della popolazione italiana fa uso di Internet banking, un dato sensibilmente inferiore alla media europea (67,2%). Il divario si fa ancora più marcato nelle fasce di età avanzata: tra i 65 e i 74 anni, meno del 34% adopera strumenti digitali per la gestione dei propri conti. Ciò determina un serio rischio di esclusione finanziaria, aggravato dalla chiusura delle filiali. In pratica:
Negli ultimi anni sono state avanzate numerose iniziative tese a contenere gli effetti negativi del fenomeno e a ideare nuovi modelli di accesso bancario per tutte le fasce della popolazione.
Alcune Regioni hanno istituito Osservatori dedicati al monitoraggio della desertificazione bancaria, strumenti di raccordo tra enti locali, parti sociali e istituti di credito per l'identificazione tempestiva dei territori a rischio e la sperimentazione di soluzioni condivise.
Le Banche di credito cooperativo (Bcc) svolgono una funzione di presidio socio-economico, garantendo la continuità dei servizi anche nelle aree meno appetibili per i grandi gruppi bancari. I dati recenti mostrano come le Bcc rappresentino l'unico sportello rimasto operativo in diversi comuni parzialmente desertificati.
Il Cnel e alcune forze parlamentari hanno proposto interventi normativi a tutela dell'accesso ai servizi bancari nei piccoli centri, riconoscendo la natura di servizio essenziale a questa categoria. Tali iniziative intendono prevenire i rischi connessi al proliferare di attività illegali in assenza di controlli e presidi ufficiali.
rogetti di alfabetizzazione digitale rivolti alle fasce più vulnerabili sono ritenuti indispensabili per ridurre il digital divide, mentre alcune banche stanno sperimentando soluzioni di filiale mobile e servizi remoti assistiti con personale dedicato.
La capacità di fare sistema tra istituzioni, banche, associazioni locali e cittadini è la leva principale per garantire una distribuzione più equa e inclusiva dei servizi finanziari in Italia, rallentando il processo di desertificazione nei territori a rischio.