Ottenere la patente auto costerà di più: aumentano le ore obbligatorie di guida, cambiano i compensi agli esaminatori e i diritti della Motorizzazione, con variazioni territoriali e nuove regole europee.
L'accesso alla patente B in Italia sta per subire importanti cambiamenti che, già dal prossimo autunno, influenzeranno le spese e le modalità per l'ottenimento della licenza di guida più diffusa tra gli automobilisti. Le modifiche regolamentari e normative introdotte dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in parte già approvate ed altre in fase di attuazione, coinvolgono sia l'aspetto pratico sia quello finanziario dell'iter formativo, con impatti concreti sulle famiglie italiane, i giovani e tutti coloro che puntano all'autonomia di movimento nelle città e sulle strade extraurbane.
Dal 1° novembre 2025 entrerà in vigore un nuovo sistema di remunerazione per gli esaminatori delle prove pratiche, sancito da un decreto ministeriale del 10 ottobre. L'attuale meccanismo, basato su un rimborso calcolato in funzione della distanza percorsa dall'esaminatore per raggiungere la sede d'esame, sarà sostituito da una tariffa fissa di 275 euro per ogni sessione.
La cifra comprende 100 euro di rimborso spese e 175 euro a titolo di compenso straordinario. Ogni sessione d'esame prevede mediamente la valutazione di sei o sette candidati. Dividendo la somma tra i partecipanti, l'aumento stimato ricadrà direttamente sulle autoscuole, che a loro volta adegueranno i costi a carico degli allievi. L'incidenza media stimata oscilla tra 10 e 15 euro per candidato, a seconda dell'effettivo numero di partecipanti alle sessioni stesse.
La modifica normativa, a detta delle associazioni di categoria e dei rappresentanti della Pubblica Amministrazione, ha l'obiettivo di garantire una maggiore equità tra gli operatori ed una più trasparente gestione delle retribuzioni, eliminando disparità territoriali e favorendo la qualità e l'omogeneità del servizio pubblico.
Si evidenzia che questa maggiorazione va sommata ad altri rincari già previsti e che interesseranno chiunque decida di avviare il percorso per la patente B dal prossimo anno. Il nuovo schema di remunerazione, a fronte di una migliore dignità professionale per gli esaminatori, comporterà dunque un'inevitabile revisione al rialzo dei costi sostenuti dagli utenti.
Un'altra novità introdotta dalla riforma del Codice della Strada riguarda l'incremento delle ore minime certificate di guida con istruttore. Il passaggio da sei a otto ore obbligatorie, operativo dal gennaio 2026, è stato definito tramite decreto ministeriale e ha come obiettivo il rafforzamento della preparazione pratica dei candidati.
La distribuzione delle otto ore copre:
Secondo le stime delle associazioni di settore, la maggior parte dei candidati supera già attualmente le sei ore di esercitazioni. Tuttavia, la modifica tende a uniformare la preparazione a livello nazionale e si rivolge soprattutto a chi aveva previsto un iter più rapido ed economico rispetto al futuro scenario regolamentare.
A partire da gennaio 2026, è atteso un intervento aggiuntivo sui cosiddetti diritti della Motorizzazione. Un decreto interministeriale disciplinerà il nuovo importo dei versamenti obbligatori per esami e pratiche amministrative relative al conseguimento della patente.
Il rincaro, considerato marginale dagli esperti, ammonterà a circa 1-2 euro per candidato, ma si aggiunge alla serie di aumenti introdotti dai recenti provvedimenti. Oltre ai diritti di segreteria e alla tassa d'esame, restano invariati gli ulteriori oneri, quali la marca da bollo e il costo dei bollettini, che tuttavia possono subire lievi adeguamenti annuali in funzione dell'inflazione o di interventi normativi specifici.
Per una panoramica sintetica degli effetti previsti, si riporta la seguente tabella:
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Voce di spesa |
Incremento stimato |
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Compenso esaminatori |
+10/15 euro |
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Ore guida obbligatorie |
+80/120 euro |
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Diritti Motorizzazione |
+1/2 euro |
L'impatto complessivo, pur limitato in riferimento a ciascuna singola voce, rappresenta un aggravio non trascurabile per molte famiglie rispetto al recente passato.
Le nuove misure hanno stimolato un ampio dibattito tra gli operatori professionali. Da un lato, Unasca - Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica - precisa che l'aumento dei costi non rappresenta un margine di guadagno per le autoscuole, ma deriva interamente da decisioni ministeriali destinate a coprire i maggiori oneri degli esaminatori pubblici.
L'associazione sottolinea l'impegno per garantire trasparenza e uniformità nell'applicazione della riforma, vigilando affinché le nuove tariffe possano tradursi in tempi d'attesa ridotti e servizi più efficienti.
Opinioni diverse emergono da Confarca (Confederazione Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici), la quale aveva proposto un incremento maggiore delle ore di esercitazione obbligatoria e anche l'introduzione di corsi teorici aggiuntivi, vista la crescita dei bocciati agli esami. Secondo i rappresentanti di Confarca, un rafforzamento del percorso formativo garantirebbe una maggiore sicurezza sulle strade e ridurrebbe la necessità di ripetere le prove con ulteriori costi.
La pluralità delle voci evidenzia la volontà di allineare gli standard italiani a quelli europei, ma anche la preoccupazione per i possibili effetti deterrenti tra i giovani e le fasce sociali più esposte agli aumenti.
L'incidenza delle nuove misure non sarà uniforme su tutto il territorio nazionale. La struttura delle tariffe delle autoscuole in Italia è infatti caratterizzata da differenze rilevanti tra regioni, province e persino quartieri cittadini.
I motivi delle oscillazioni possono essere così riassunti: