L'istituto della trasferta lavoro presenta caratteristiche ben precise sia in termini di tempo e sia di retribuzione. Analizziamo due aspetti centrali.
Non solo la figura del lavoratore mobile che si reca di trasferta è sempre esistita, ma anno dopo anno un numero sempre maggiore di dipendenti si reca di frequente all'esterno per svolgere i compiti per cui è pagato.
Segno della mobilità nel campo del lavoro che comporta anche l'adeguamento continuo delle nelle norme in base a Contratti collettivi nazionali di riferimento. Perché quando si parla di trasferta di lavoro occorre capire cosa si intende con questo termine.
Ma anche i concetti chiave del pagamento e di quanti chilometri occorre percorrere affinché sia effettivamente retribuita.
Come vedremo a breve nel dettaglio, il concetto fondamentale attorno a cui ruota il concetto di trasferta di lavoro è un cambiamento rispetto a quanto scritto nella lettera di assunzione sulla base del Ccnl, ma solo a carattere temporaneo. Concentriamoci quindi su due aspetti:
Aspetto distintivo è infatti la provvisorietà dello spostamento dalla sede di lavoro abituale. Per il datore di lavoro si tratta di far fronte a esigenze produttive e organizzative di carattere transitorio e, aspetto centrale di cui tenere conto, la retribuzione non è legata alla percorrenza dei chilometri.
Ricordando sempre che in caso di trasferte dei dipendenti l'azienda deve dare comunicazione all'Inail, il punto di riferimento rimane sempre e comunque il Contratto collettivo nazionale di lavoro di appartenenza. In seconda battuta bisogna tenere conto di eventuali intese interne raggiunte a livello aziendale o individuale.
Sono quindi i Ccnl a disciplinare tutti i dettagli e dunque quando deve essere pagata la trasferta di lavoro. Più precisamente determinato quando devono essere pagate le cosiddette missioni e soprattutto quanto.
L'importo è infatti differente e aggiuntive rispetto a quanto erogato per le consuete ore lavorative nella sede abituale. Più precisamente, al lavoratore in missione è riconosciuta un'indennità di trasferta ed eventualmente il rimborso delle spese sostenute per lo spostamento. Proviamo a far due esempi concreti:
Infine, per le missioni di durata superiore al mese verrà corrisposta una diaria ridotta del 10%. Per quanto riguarda la piccola e media industria metalmeccanica, al lavoratore spetta il rimborso delle spese di viaggio corrispondenti ai mezzi normali di trasporto e delle altre spese vive necessarie per la trasferta.
A questo si aggiunge il rimborso delle spese di vitto e di alloggio se la durata del servizio obbliga il lavoratore a sostenere questo impegno di spesa, o una diaria giornaliera.
In tutti i casi, al rientro dalle trasferte, il lavoratore è chiamato a dovrà presentare all'azienda i documenti relativi alle spese. Devono essere dettagliati e contenere il riepilogo dei dati della trasferta e dei costi sostenuti. Infine, l'indennità di trasferta prevede esenzioni Irpef fino a 46,48 euro per giornata.
L'indennità di trasferta è comunque in base a quella fuori dal comune della sede di lavoro e a quella nel comune della sede lavorativa.