Dove installare pannelli fotovoltaici su terreni agricoli secondo il Decreto Agricoltura 2024: regole, limiti e novitŕ per l’energia solare nel settore agricolo
L’installazione di pannelli fotovoltaici e di impianti solari su terreni agricoli è stata recentemente ridefinita dalla normativa nazionale, ridefinendo opportunità, vincoli e casi particolari per chi intende integrare la produzione agricola con quella energetica. Il Decreto Agricoltura, entrato in vigore come risposta all’esigenza di preservare la produttività dei suoli coltivabili e al tempo stesso favorire la diffusione di energie rinnovabili, ha introdotto una nuova disciplina sulle aree idonee per la localizzazione degli impianti fotovoltaici, distinguendo tra il divieto generale e una serie di deroghe e particolarità.
Il Decreto Agricoltura stabilisce un divieto generale all’installazione di nuovi impianti fotovoltaici a terra su superfici agricole, per contenere il consumo di suolo destinato alle colture. Tuttavia, la normativa si caratterizza per l’approccio selettivo alle deroghe, consentendo la realizzazione o il mantenimento di impianti fotovoltaici in precise categorie di aree considerate idonee. Tra queste vi sono:
Il quadro attuale tutela e promuove esplicitamente il cosiddetto agrivoltaico, ossia quelle installazioni in cui i moduli fotovoltaici sono collocati su strutture rialzate, permettendo la regolare prosecuzione delle attività agricole o zootecniche sottostanti. Per essere considerato agrivoltaico, un impianto deve:
Ai sensi della disciplina vigente, tutti i terreni classificati come agricoli dai piani urbanistici sono esclusi dalla possibilità di ospitare nuovi impianti fotovoltaici a terra, fatta esclusione per le aree idonee individuate e le esenzioni appena citate. Il divieto si applica, in particolare, anche a:
La localizzazione degli impianti e le eccezioni rientrano nella disciplina statale e regionale: alle amministrazioni comunali non è consentito introdurre ulteriori restrizioni o regole specifiche che limitino o amplino autonomamente la possibilità di installazione, evitando la frammentazione normativa. Le Regioni, di concerto con la normativa nazionale, hanno 180 giorni dal recepimento della disciplina per adottare le proprie delibere, individuando zone idonee e non idonee.
Un importante aggiornamento riguarda la concessione del diritto di superficie per l’installazione di impianti fotovoltaici. I contratti, anche preliminari, relativi a terreni ricadenti nelle aree idonee, non possono avere una durata inferiore a sei anni e, salvo diversa pattuizione, si intendono rinnovati per altri sei alla scadenza. Gli accordi prevedono la possibilità di ulteriori rinnovi, salvo disdetta comunicata nei tempi e nelle modalità previste dalla legge.
Per quanto concerne il trattamento fiscale, la normativa dispone che i redditi derivanti dalla produzione e dalla cessione di energia prodotta da impianti fotovoltaici a terra, nel limite della cosiddetta “agrarietà” (sino a 260.000 kWh), siano trattati fiscalmente come reddito agrario; oltre questo limite, invece, si applicano le regole del reddito d’impresa. Per gli impianti nuovi, attivati dopo l’attuale disciplina, la tassazione ordinaria si applica anche alle quantità eccedenti.
Con il nuovo Decreto Ministeriale sulle aree idonee, il panorama di riferimento è destinato ad aggiornarsi ulteriormente. Le regioni e le province autonome devono approvare specifiche leggi locali per individuare con precisione le aree dove sarà possibile realizzare nuovi impianti rinnovabili e quelle in cui ciò sarà vietato. All’interno delle aree agricole, pertanto, solo alcune situazioni continueranno a risultare ammissibili, garantendo una pianificazione razionale e coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione nazionale.
Le amministrazioni sono tenute a rispettare i principi di minimizzazione dell’impatto ambientale, paesaggistico e culturale, e di privilegiare superfici già compromesse o inutilizzate. Si prevede che eventuali ulteriori restrizioni o aperture saranno oggetto di successivi confronti tra soggetti pubblici, categoria agricola, produttori energetici e comunità locali al fine di tutelare sia l’ambiente sia la sostenibilità economica.