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Entro quanto Comuni devono pagare aziende e liberi professionisti? Nuove tempistiche grazie PNRR 2024

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Le conseguenze per i Comuni inadempienti

Una nuova circolare della Ragioneria generale dello Stato ribadisce l'importanza della la puntualitŕ nel pagamento delle fatture commerciali da parte dei Comuni.

La Ragioneria generale dello Stato ha emesso una direttiva rivolta ai sindaci, ai presidenti di provincia e ai segretari comunali, sollecitando il rispetto dei termini di pagamento. Il ragioniere generale dello Stato ha richiesto di accelerare la procedura di emissione degli avvisi di accertamento e di intensificare le operazioni di recupero coattivo.

L'obiettivo è di agire tempestivamente, senza attendere l'avvicinarsi dei termini di prescrizione e decadenza, al fine di ottenere un resoconto preciso e affidabile delle risorse disponibili. In questo modo gli enti possono disporre dei fondi necessari per coprire le spese correnti e liquidare le fatture pendenti, evitando così l'accumulo di ulteriori ritardi nei pagamenti. In particolare, si sottolinea la necessità di recuperare con celerità le somme dovute per sanzioni, Tari e Imu non pagate, in modo da incrementare le risorse disponibili per il saldo dei debiti commerciali. Approfondiamo meglio:

  • La nuova disposizione sui pagamenti a favore di aziende e professionisti
  • Le conseguenze per i Comuni inadempienti

La nuova disposizione sui pagamenti a favore di aziende e professionisti

L'arretrato finanziario delle amministrazioni comunali rimane molto alto. I dati recenti del Tesoro indicano un debito scaduto per l'intera Pubblica Amministrazione di 15,8 miliardi di euro, di cui 5,8 miliardi attribuibili agli enti locali. L'istituto per la finanza e l'economia locale (Ifel), organo dell'Anci, riporta un ritardo medio nei pagamenti dei Comuni di 7 giorni.

Questa media varia tra enti, con alcuni che mostrano elevata efficienza e altri notevoli ritardi. La Commissione Europea, nel documento conclusivo che approvava la rinegoziazione degli obiettivi del Pnrr, ha evidenziato situazioni critiche in specifici comuni come Napoli, Salerno e Lecce.

Conformemente agli accordi europei, erano previste l'introduzione di misure per accelerare il pagamento dei debiti arretrati degli enti locali entro il primo trimestre dell'anno. Il decreto Pnrr, ora in esame parlamentare, stabilisce l'obbligo per i Comuni con oltre 60.000 abitanti di predisporre un piano di pagamento se, al 31 dicembre 2023, presentano un ritardo annuale nei pagamenti, calcolato attraverso la piattaforma dei crediti commerciali della Ragioneria generale, superiore a 10 giorni. Questo piano sarà soggetto a verifica da un tavolo tecnico ministeriale composto da rappresentanti del Ministero dell'Interno, del Tesoro, della struttura di missione del Pnrr e dell'Anci. L'obiettivo è di garantire che i pagamenti vengano effettuati entro trenta giorni.

La circolare della Ragioneria generale dello Stato sottolinea inoltre che la puntualità nel pagamento delle fatture commerciali da parte dei Comuni deve essere integrata negli obiettivi di performance sia dei dirigenti responsabili delle procedure di pagamento sia dei vertici amministrativi.

Le conseguenze per i Comuni inadempienti

Qualora i dirigenti non adempiano al termine di 30 giorni per il pagamento delle fatture, si applicherà una penalità sulla loro remunerazione variabile, specificatamente una riduzione del 30%. Questa misura intende stimolare il rispetto dei tempi di liquidazione dei debiti verso le aziende.

La pressione temporale aumenta, poiché entro il primo trimestre del prossimo anno, la Commissione europea valuterà se i pagamenti medi del 2024 siano stati eseguiti entro i 30 giorni previsti. Nel 2026, seguirà un'ulteriore verifica per assicurare che le fatture del 2025 rispettino anch'esse i termini stabiliti dalle direttive europee.

Il raggiungimento di questi obiettivi è centrale per la liberazione delle tranche successive del Pnrr, in quanto la diligenza nei pagamenti è considerata una delle riforme chiave del piano. Senza una revisione e rinegoziazione degli obiettivi, è imperativo per tutte le amministrazioni accelerare i tempi di liquidazione delle fatture. Questo impegno non riguarda solo i Comuni. Anche se le amministrazioni centrali tendono a pagare più prontamente (con un ritardo medio di tre giorni), possiedono comunque un debito arretrato di 2,3 miliardi di euro.

Complessivamente, la Pubblica Amministrazione deve ancora liquidare fatture scadute per quasi 30 miliardi di euro. Di conseguenza, il cammino da percorrere per sanare tali arretrati è ancora lungo, mentre il tempo disponibile è limitato.

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