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Euro 7 2026: che cos'è, come funziona e da quando entra in vigore la nuova normativa su tutte le auto

di Chiara Compagnucci pubblicato il
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La normativa Euro 7 rappresenta un nuovo punto di svolta europeo: nuovi limiti per emissioni e durata dei sistemi anti-inquinamento, monitoraggio elettronico, focus su freni e pneumatici e il futuro della mobilità.

L’Euro 7 rappresenta la risposta europea più recente alla crescente esigenza di contenere le emissioni inquinanti derivanti dal settore dei trasporti. L’Unione Europea ha posto l’ambiente e la salute pubblica al centro delle strategie legislative, mirando a ridurre il contributo del traffico stradale al cambiamento climatico e alle patologie connesse all’inquinamento atmosferico. 
La normativa nasce dall’impegno preso nel Green Deal UE, che punta ad abbattere di almeno il 55% i gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo nuovo regolamento introduce un approccio più olistico, in cui vengono analizzate non solo le emissioni allo scarico, ma anche quelle derivanti dall’usura di freni e pneumatici, sempre più riconosciute come fonti significative di particelle dannose per aria e suolo. 
Euro 7 si rivolge a tutte le alimentazioni: motori benzina, diesel, ibridi e anche veicoli elettrici , rompendo definitivamente la divisione tra tecnologie tradizionali e nuove fonti di trazione. All’interno del contesto europeo, l’introduzione di limiti uniformi e sistemi di controllo digitali permette di superare le differenze nazionali e garantire una maggiore trasparenza verso consumatori e cittadini.
Il quadro sanzionatorio e regolatorio si fa dunque sempre più articolato, chiamando costruttori, enti omologatori e utenti finali a un modello di responsabilità condivisa nella tutela della qualità dell’aria. Il percorso verso la mobilità sostenibile si articola oggi su nuove direttrici, favorendo scelte consapevoli e tecnologie sempre più efficienti.

Quando entra in vigore l’Euro 7: date e veicoli coinvolti

I tempi stabiliti a livello europeo segnano una transizione organizzata e graduale verso i nuovi standard. Secondo quanto stabilito dal Regolamento UE 2024/1257, dal 29 novembre 2026 tutti i modelli di auto e furgoni che saranno omologati dovranno rispettare le prescrizioni della nuova normativa. Questa data rappresenta una soglia netta: dal giorno indicato nessun nuovo modello potrà ottenere l’omologazione senza rispondere ai nuovi criteri di emissione e monitoraggio.
Un secondo step importante è previsto per il 29 novembre 2027: l’obbligo di conformità si estenderà a tutti i veicoli nuovi messi in commercio, compresi quelli omologati precedentemente e ancora presenti nei listini. Per i mezzi pesanti, come autobus e autocarri, sono previsti tempi differenziati e una tabella di marcia separata, tuttora oggetto di approfondimenti tra istituzioni e costruttori.
Tutte le tecnologie di alimentazione sono coinvolte: benzina, diesel, ibride, ibride plug-in ed elettriche non potranno più essere esentate dalle nuove regole, sia per la componente gas di scarico sia per emissioni di particolato da freni e gomme. La regolamentazione si applica esclusivamente ai veicoli di nuova produzione o immatricolazione: auto e veicoli già in circolazione non sono oggetto di retroattività normativi. Questa gradualità garantisce agli operatori del settore e ai consumatori la possibilità di adeguare scelte tecnologiche e piani d’acquisto con tempistiche ben definite.

Le principali novità di Euro 7 rispetto alle precedenti norme

Euro 7 non introduce cambiamenti drastici sui valori massimi delle emissioni di gas di scarico rispetto allo standard Euro 6, ma sposta il paradigma della regolamentazione ambientale grazie a una serie di innovazioni significative:
 

  • Monitoraggio continuo: l’introduzione del sistema On-Board Monitoring (OBM) comporta per la prima volta il controllo in tempo reale delle emissioni durante tutta la vita del veicolo. Non solo verifiche periodiche, ma una sorveglianza permanente con segnalazione di anomalie sia al conducente sia, eventualmente, alle autorità.
  • Limiti estesi: la normativa allarga il proprio raggio d’azione a tutte le forme di emissione: oltre ai gas dal tubo di scarico si includono limiti specifici per il particolato generato da usura di freni e pneumatici, toccando anche le auto elettriche e ibride plug-in.
  • Durabilità dei sistemi anti-inquinamento: raddoppiano le garanzie: le auto dovranno mantenere i requisiti di emissione per almeno 10 anni o 200.000 km, contro i 5 anni o 100.000 km dell’Euro 6.
  • Requisiti per le batterie dei veicoli elettrici: vengono introdotti standard minimi di mantenimento della capacità, a tutela sia del consumatore sia del mercato dell’usato.
  • Test in condizioni reali: i controlli si fanno più rigorosi e diversificati, includendo verifiche ad altitudini elevate, temperature estreme e situazioni di utilizzo urbano particolarmente gravose.
  • Meccanismi anti-manomissione: divieto di modifiche non omologate ai sistemi di depurazione e controllo delle emissioni.
Grazie a queste caratteristiche, l’Euro 7 supera il concetto tradizionale di controllo ambientale, abbracciando un approccio globale rivolto all’intero ciclo di vita dell’auto.

Limiti di emissione: Cosa cambia davvero per motori benzina, diesel, ibridi ed elettrici

Il nuovo regolamento mantiene in gran parte invariati i limiti massimi di inquinanti (come ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio) rispetto all’attuale Euro 6 per le auto a benzina e diesel, scegliendo una strada di evoluzione tecnologica soft per i propulsori endotermici. La vera novità, invece, riguarda l’uniformità dei limiti tra motori diesel e benzina: gli ossidi di azoto (NOx) sono fissati a 60 mg/km per entrambe le alimentazioni (in precedenza, il valore era 80 mg/km per i diesel).
Per gli ibridi e le ibride plug-in, le prescrizioni replicano quelle delle versioni benzina e diesel, pur mantenendo l’obbligo di test più ampi e condizioni di valutazione più severe: vengono simulate temperature fino a 45°C, percorsi in quota e cicli di avviamento a freddo.
Per la prima volta, anche i veicoli elettrici vengono coinvolti: pur non emettendo gas di scarico, devono rispettare nuovi limiti su emissioni legate alle componenti di usura come freni e pneumatici. 
Viene inoltre richiesta l’adozione obbligatoria di sistemi di monitoraggio a bordo, capaci di registrare ed evidenziare anomalie in tempo reale. 
Tabella sintetica dei limiti principali:
 

Tipo veicolo NOx (mg/km) Durata standard
Benzina 60 10 anni/200.000 km
Diesel 60 10 anni/200.000 km
Ibrido 60 10 anni/200.000 km
Elettrico* --- Batteria garantita 8 anni/160.000 km

*limiti per emissioni di usura freni e gomme
Questa evoluzione garantisce il mantenimento di elevati standard ambientali uniformi e reali, senza compromettere l’accesso a tecnologie economicamente sostenibili.

Nuovi limiti per emissioni da freni e pneumatici: un focus su microplastiche e polveri sottili

Tra le innovazioni internazionali più rilevanti della regolamentazione, spiccano i limiti imposti alle particelle generate da freni e pneumatici. Queste fonti, da sempre considerate secondarie rispetto al tubo di scarico, sono responsabili di una parte significativa delle microplastiche e delle polveri sottili (PM10 e PM2.5) presenti nell’aria, con impatti articolati sia su ambiente che su salute umana.
Per la prima volta in assoluto, la normativa europea stabilisce una soglia precisa di emissione: la quantità di particolato prodotto dalla frizione delle pastiglie e dall’abrasione degli pneumatici dovrà essere ridotta fino al 27% rispetto ai valori medi precedenti. Il dato verrà attestato tramite test dinamici in laboratorio e su strada, coinvolgendo anche veicoli elettrici e plug-in, spesso più pesanti e dunque soggetti a maggiore usura degli pneumatici.
Queste prescrizioni:
 

  • Obbligano i costruttori a innovare materiali e tecnologie, puntando su pastiglie freno a basso impatto e gomme dotate di mescole avanzate
  • Introducono per la prima volta la rilevazione delle microplastiche tra i parametri di omologazione
  • Differenziano i limiti in base a peso e potenza del veicolo, favorendo la diffusione di veicoli più leggeri
Questa misura mira a contrastare la diffusione di polveri inalabili che hanno ricadute soprattutto nei centri urbani, migliorando la qualità della vita nelle aree metropolitane densamente popolate.

Durata minima garantita dei sistemi anti-inquinamento e delle batterie dei veicoli elettrici

Un cambiamento chiave dell’Euro 7 concerne l’aspettativa di vita dei sistemi anti-inquinamento e delle batterie. Per quanto riguarda catalizzatori, filtri antiparticolato, sistemi SCR e dispositivi di controllo elettronico, il periodo minimo di conformità raddoppia a 10 anni o 200.000 km rispetto ai limiti precedenti. Questa scelta mira a prevenire l’obsolescenza programmata e garantire emissioni contenute anche su veicoli con elevato chilometraggio.
Sul fronte dell’elettrico, vengono fissati standard per la durata degli accumulatori: 
 

  • Dopo 5 anni o 100.000 km, la batteria deve mantenere almeno l’80% della sua capacità originale
  • Dopo 8 anni o 160.000 km, il livello minimo consentito scende al 72%
Queste soglie, oggetto di test periodici, proteggono il consumatore, riducono rischi legati all’autonomia residua nel mercato dell’usato e favoriscono la circular economy attraverso la rigenerazione delle batterie.
Per i veicoli pesanti, la durata minima richiesta dei sistemi anti-inquinamento raggiunge addirittura 875.000 km.
Questa impostazione rafforza la sostenibilità a lungo termine e spinge i costruttori a scegliere componentistica di alta qualità.

Il Vigile Elettronico (OBM): monitoraggio continuo, anti-manomissione e impatto sulla privacy

Il sistema OBM (On-Board Monitoring) segna una svolta nel controllo delle emissioni veicolari. Da controlli sporadici si passa a un’osservazione costante e puntuale, con sensori che registrano NOx, particolato e altri inquinanti in tempo reale. In caso di superamento dei limiti o malfunzionamenti nel sistema di depurazione, una segnalazione automatica avvisa il conducente e consente accertamenti da parte delle autorità.
Questo metodo rende quasi impossibile la manomissione dei sistemi anti-inquinamento, risolvendo le problematiche emerse negli anni precedenti con interventi illegali sulle centraline o sui filtri. Il sistema è progettato per fornire anche dati alle autorità in forma protetta, sollevando questioni nuove in tema di privacy: gli organismi di controllo potranno accedere, all’occorrenza, a dati del veicolo per verificare l’aderenza alle norme e valutare eventuali manomissioni.
Si rafforza così la tutela dell’ambiente su vasta scala, grazie a tecnologie che aumentano la trasparenza e responsabilizzano il proprietario del mezzo. L’impatto sulla sfera personale viene oggetto di discussione e di garanzie normative aggiuntive, per assicurare equilibrio tra obiettivi ambientali e diritto alla riservatezza.

Implicazioni pratiche per automobilisti e mercato: cosa cambia per auto nuove e usate

Gli effetti per il mercato automobilistico si concretizzano in nuove opportunità ma anche sfide per produttori e utenti. Tutte le auto di nuova omologazione dovranno adeguarsi a standard più severi già da fine 2026, mentre quelle già presenti e classificate Euro 6 non subiranno restrizioni o blocchi automatici alla circolazione. Ciò significa che i veicoli Euro 6 restano una scelta valida e tutelata per anni.
Per chi intende cambiare vettura, è importante conoscere:
 

  • Le nuove auto dovranno avere sistemi OBM installati, essere conformi ai limiti di usura freni/gomme e, se elettriche, disporre di garanzie aggiuntive sulla batteria.
  • Le vetture già immatricolate possono essere vendute e acquistate normalmente; nessun obbligo di retrofit o sostituzione immediata è previsto dalla normativa.
  • Il valore del mercato dell’usato resta stabile per i modelli di ultima generazione, che risultano già molto vicini per caratteristiche a quelli Euro 7.
  • Possibili restrizioni locali su base comunale o regionale potrebbero essere introdotte per le auto più vecchie in aree ad alta densità o in periodi di forte inquinamento.
Tutte queste indicazioni favoriscono scelte informate e tutelano sia chi cerca la massima sostenibilità sia chi ha esigenze di economicità nell’acquisto.