Nel 2025 l'export italiano mostra segnali di forza tra dati positivi, settori dinamici come farmaceutica e alimentare, territori in crescita e nuove sfide come i dazi, delineando prospettive e strategie per il Made in Italy.
L'export rappresenta una componente essenziale della crescita e della resistenza economica italiana, contribuendo a circa un terzo del Prodotto Interno Lordo nazionale. Nel 2025 il quadro globale si mostra particolarmente complesso: la domanda internazionale è influenzata da politiche commerciali protezionistiche, rallentamento economico nell'Eurozona e instabilità delle catene di approvvigionamento. Tuttavia, la reputazione di qualità e affidabilità dei prodotti italiani consente alle imprese di mantenere una presenza stabile sui mercati esteri. Le previsioni per il nuovo anno suggeriscono un percorso fatto di opportunità e sfide.
Le stime di principali istituti di ricerca, come ISTAT e SACE, segnalano dinamiche favorevoli per diversi settori chiave, sebbene persistano rischi legati a tensioni geopolitiche e alla volatilità dei prezzi delle materie prime. In tale scenario, la capacità di adattamento delle aziende e la diversificazione dei mercati restano fattori determinanti per consolidare e rafforzare il posizionamento di "export italia 2025" nel panorama internazionale.
Il 2025 si contraddistingue per una crescita dell'export in valore, con una progressione intorno al 3% su base annua secondo le più recenti proiezioni SACE e ISTAT. Questa crescita, sebbene inferiore al ritmo degli anni pre-pandemici, riflette un'economia capace di intercettare la domanda globale nei segmenti strategici, nonostante le incertezze che ancora caratterizzano il commercio internazionale. L'analisi dei dati trimestrali evidenzia una variazione positiva soprattutto nel primo semestre, in cui l'aumento delle esportazioni ha raggiunto il 2,1% rispetto all'anno precedente.
A livello monetario la performance dell'export è sostenuta dalle vendite in mercati extra-UE, specialmente Stati Uniti ed economie emergenti, mentre l'Europa continentale registra una domanda più contenuta. Parallelamente, i prezzi all'importazione risultano in flessione, supportati da una diminuzione dei costi energetici e dal rafforzamento dell'euro. La tabella seguente illustra la variazione tendenziale dell'export nei primi sei mesi dell'anno:
Mercato |
Variazione annua (%) |
Stati Uniti |
+10,3 |
Svizzera |
+18,4 |
Francia |
+6,7 |
Spagna |
+12,0 |
Germania |
+5,0 |
Paesi extra-UE (media) |
+5,2 |
Mercato UE (media) |
+4,6 |
Nonostante alcuni episodi di flessione mensile, come registrato in primavera, l'output complessivo rimane positivo. Il saldo commerciale resta ampiamente positivo, pur mostrando segnali di lieve contrazione rispetto al 2024, in seguito alla riduzione dell'avanzo nei prodotti non energetici e alla persistenza di disavanzi nel settore energetico.
Le analisi relative a "export italia 2025" confermano i profondi divari tra comparti. I settori che hanno sostenuto la progressione delle esportazioni sono soprattutto:
L'evoluzione dell'export varia sensibilmente tra aree geografiche. I dati ISTAT indicano che cinque regioni – Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte – realizzano circa il 72% del valore nazionale delle vendite oltreconfine. Lombardia si conferma leader indiscussa, con quasi 87 miliardi di scambi commerciali nel primo trimestre e un incremento del 4% rispetto all'anno precedente.
Particolare rilievo assumono alcune province che hanno mostrato crescite eccezionali:
Questi dati evidenziano quanto la capacità di agire su scala globale non sia omogenea, riflettendo il divario infrastrutturale e di tessuto produttivo tra le diverse zone del Paese.
La spinta verso le esportazioni interessa un'ampia gamma di paesi. Tradizionalmente, i partner principali restano Stati Uniti, Germania e Francia, ma si osservano dati particolarmente dinamici anche in:
La prospettiva di nuove misure protezionistiche, in particolare da parte degli Stati Uniti, rappresenta un rischio concreto per l'evoluzione degli scambi commerciali. Secondo il rapporto Coface, nel 2025 l'Italia figura tra i paesi più esposti agli effetti di eventuali dazi selettivi, che potrebbero coinvolgere settori ad alta intensità di esportazioni verso gli USA come:
Non trascurabili anche le ripercussioni indirette sulle filiere produttive integrate con partner europei, in particolare la Germania. In tale scenario, la versatilità della base industriale nazionale assume un ruolo centrale per attutire gli shock e individuare nuovi sbocchi.
Le sfide del contesto attuale richiedono alle imprese italiane una rinnovata strategia di penetrazione internazionale. Gli esperti suggeriscono di adottare misure quali: