Si va verso un piano concreto di forte riduzione dei prezzi per l'acquisto di farmaci anti-obesità sempre più richiesti negli Usa: le prospettive per l'Italia
L’offerta di farmaci anti obesità per dimagrire ha segnato una vera rivoluzione nel trattamento di una delle principali sfide sanitarie del mondo contemporaneo. Nuove molecole, come semaglutide e tirzepatide, hanno dimostrato risultati senza precedenti, affiancando la dieta e l’esercizio fisico in modo sinergico e portando a una riduzione del peso consistente e documentata da rigorosi studi clinici. Il crescente interesse del mercato e l’estensione delle indicazioni di uso hanno scatenato una domanda mai vista, con impatto diretto sia sulla disponibilità sia sui prezzi.
Negli Stati Uniti, il fenomeno assume contorni economici e sociali rilevanti: le vendite di questi farmaci hanno accelerato la crescita di interi settori industriali, mentre i costi elevati e la scarsa accessibilità sono diventati oggetto di dibattito politico e sanitario. Anche nel contesto italiano, il tema è particolarmente attuale, sia per le implicazioni sulla salute pubblica sia per il potenziale arrivo di prezzi più accessibili e nuove politiche di rimborso.
La domanda che si pongono molti cittadini oggi riguarda la sostenibilità economica di questi trattamenti e la possibilità che i benefici di una forte riduzione prezzi negli Usa si traducano concretamente anche nel sistema sanitario nazionale italiano.
Il presidente Donald Trump ha posto il tema dei farmaci anti obesità tra le priorità della propria agenda sanitaria, impegnandosi a rendere queste terapie più accessibili a una platea ampia di cittadini. Le strategie proposte si muovono su due fronti: da un lato la pressione sulle case farmaceutiche per la riduzione dei prezzi, dall’altro l’estensione della copertura assicurativa e dei rimborsi tramite i programmi federali tradizionalmente più restrittivi.
Tra le misure discusse spicca il rafforzamento delle negoziazioni per il prezzo dei farmaci, l’introduzione di card di sconto agevolato per i soggetti a basso reddito e una revisione delle regole di inserimento nei piani sanitari pubblici come Medicare e Medicaid. L’obiettivo dichiarato è innescare una concorrenza tra le aziende produttrici (in primis Novo Nordisk e Eli Lilly) per abbassare drasticamente il costo mensile delle terapie, da un livello attuale di circa 1.000 dollari.
Questo cambio di passo è stato favorito anche dalla pressione sociale e dai dati economici emergenti: la spesa sanitaria legata all’obesità, e alle complicanze correlate, rappresenta un peso crescente. Gli Stati Uniti sono diventati il primo mercato mondiale, con milioni di cittadini già in trattamento. La politica di spinta verso l’accesso tutelato ai farmaci si affianca a campagne di informazione sui rischi dell’utilizzo improprio e mette in primo piano la necessità di legare la diffusione del farmaco a percorsi di cura integrata.
I trattamenti di nuova generazione mirano ai meccanismi ormonali che regolano fame, sazietà e metabolismo. Due classi sono attualmente al centro dell’innovazione:
La tabella sottostante confronta i costi medi mensili in Italia e Usa:
| Farmaco | Italia* | Usa (senza assicurazione)** |
| Wegovy | 220-380 € | >1.000 $ |
| Mounjaro | 350-600 € | 1.050-1.350 $ |
In Italia la spesa è integralmente privata, con rari casi di rimborso solo per le indicazioni antidiabetiche. Negli Usa, invece, il sistema delle card, insieme a politiche pubbliche e assicurative, consente a milioni di cittadini di accedere a tariffe “scontate” o coperture parziali.
L’attenzione internazionale verso i trattamenti anti obesità sta crescendo progressivamente anche in Europa. Diversi Paesi membri stanno valutando l’impatto di questi medicinali, sia in termini di efficacia clinica sia di sostenibilità sulla spesa pubblica. Alcune nazioni, come la Danimarca, hanno già osservato benefici macroeconomici e una spinta all’adozione di politiche di rimborso selettivo per categorie di pazienti ad alto rischio.
La prospettiva per l’Italia è quella di un graduale avvicinamento ai modelli di accesso agevolato già visti oltre oceano. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha avviato tavoli di confronto con aziende produttrici e associazioni di categoria, mentre la domanda sociale resta elevata sia per gli effetti sulla salute pubblica sia per il potenziale risparmio indotto dalla riduzione delle complicanze dell’obesità. Tuttavia, ad oggi, la rimborsabilità di questi farmaci in Italia rimane limitata ai trattamenti per diabete tipo 2; per l’uso nel controllo del peso, rimane il pagamento diretto da parte del paziente.
Il futuro scenario potrebbe vedere accordi di prezzo tra istituzioni pubbliche e aziende farmaceutiche, con offerte di programmi di sconto o rimborsi per specifiche fasce di rischio.
La prescrizione di queste terapie è vincolata a criteri clinici rigorosi e stabiliti su base internazionale. In Italia e nella maggior parte dei paesi europei l’accesso ai farmaci innovativi anti obesità è consentito esclusivamente in presenza di:
L’accesso indiscriminato o la somministrazione “fai da te” rappresentano un rischio concreto per la salute della persona, motivando il rafforzamento delle linee guida e dei controlli sulle modalità di acquisto.
I nuovi farmaci anti obesità sono associati a una riduzione significativa del peso, come dimostrato da numerosi trial clinici randomizzati e studi real-world. Oltre al calo ponderale, i benefici si estendono al miglioramento di: