Dal 10 dicembre 2025 la Commissione Europea introduce una nuova categoria di veicoli nota come E-Car: come saranno e cosa aspettarsi
Il panorama della mobilità europea si prepara a un cambiamento significativo: dal 10 dicembre 2025 la Commissione Europea introdurrà una nuova categoria di veicoli nota come "E-Car". Questo segmento, dedicato principalmente a vetture ecologiche, compatte ed economicamente accessibili, rappresenta il fulcro di un piano di rilancio del settore automotive continentale. L’obiettivo principale è favorire la diffusione di automobili a basse emissioni in risposta alle crescenti esigenze ambientali, promuovendo soluzioni più efficaci e alla portata di una fascia di consumatori ampia e variegata.
Il concetto di E-Car nasce dalla consapevolezza che occorrono vetture realmente abbordabili per permettere a un maggior numero di cittadini di accedere a forme di mobilità sostenibile. Nel settembre 2023, su impulso della presidente della Commissione Ursula von der Leyen e su sollecitazione di importanti figure industriali come Luca de Meo e John Elkann, l’Unione Europea ha delineato un piano denominato “Small Affordable Cars”.
Tale progetto mira a realizzare vetture piccole, accessibili e a basso impatto ambientale per contrastare la concorrenza internazionale e supportare le filiere produttive locali. Tra gli elementi guida risaltano due priorità: la neutralità tecnologica, consentendo cioè l’omologazione di veicoli sia elettrici sia ibridi o termici avanzati, e la produzione su scala locale.
Un obiettivo secondario, ma non meno importante, è quello di democratizzare l'accesso a veicoli ecologici anche tramite una semplificazione normativa e regolatoria che allarghi le potenzialità d’acquisto. Il risultato atteso è una filiera europea forte e resiliente, meno dipendente dall’estero e maggiormente orientata al rispetto degli standard ambientali fissati a livello comunitario, contribuendo così alla graduale uscita dalle alimentazioni tradizionali a combustione interna.
Il nuovo quadro regolatorio sulle E-Car interviene su diversi fronti, con l’intento di assicurare un equilibrio tra prestazioni, sicurezza e sostenibilità economica. Tra le caratteristiche definite emergono:
La differenziazione normativa interesserà quindi:
| Parametro | E-Car europea | Kei car giapponese |
| Dimensioni | Circa 3 metri di lunghezza (es. Dacia Hipster) | Fino a 3,4 metri |
| Larghezza | 1,55 metri | 1,48 metri massimo |
| Motorizzazione | Elettrico, ibrido, termico low emission | Termico (max 660 cc) o elettrico (64 CV) |
| Prezzo | 15.000 - 20.000 € | Circa 6.000 € |
| Agevolazioni | In via di definizione | Ampie (fiscali, assicurative, pedaggi) |
Mentre l’ispirazione arriva dal modello giapponese con vetture ultracompatte, le soluzioni europee sono pensate per il mercato locale e le differenti abitudini di mobilità. Le principali affinità tra le due tipologie riguardano le dimensioni da city car e la filosofia "essenziale", ma le divergenze si manifestano su motorizzazione disponibile, vantaggi fiscali e quadro regolatorio. Le E-Car avranno standard ambientali più stringenti e punteranno su una maggiore robustezza strutturale rispetto alle microcar del Sol Levante, anche se la soglia di prezzo previsto sarà decisamente superiore.
L’introduzione della nuova categoria dovrebbe innescare un effetto positivo su più livelli. Dal punto di vista industriale, i costruttori continentali avranno modo di riconvertire linee di produzione dedicate, migliorando la competitività nei confronti dei produttori internazionali.
Sul fronte commerciale, la disponibilità di vetture a basso costo agevola la penetrazione di soluzioni green, accelerando la sostituzione del parco circolante più datato, impattando direttamente sulle emissioni e sulle politiche di decarbonizzazione definite dalle direttive UE, come la revisione degli standard di CO2 e lo stop alle nuove auto tradizionali dal 2035. Nell’ottica dei consumatori, l’arrivo delle E-Car amplia la base di potenziali acquirenti, abbattendo la barriera del prezzo e favorendo nuovi stili di vita più sostenibili, in particolare nei tessuti urbani densamente popolati.
Se adeguatamente supportata da misure di incentivazione, la svolta potrebbe rendere tangibile il passaggio verso una mobilità a zero emissioni, promuovendo l’adozione diffusa del veicolo a basso impatto ambientale.