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Formaggi a latte crudo continuano i ritiri dal mercato così come i casi di intossicazione. Cosa sta succedendo?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Rischio di intossicazione

Negli ultimi mesi si è registrato un aumento di ritiri dal mercato di formaggi prodotti con latte crudo, accompagnato da diversi casi di intossicazione alimentare.

Negli ultimi mesi, i formaggi a latte crudo sono finiti al centro dell'attenzione per un aumento dei ritiri dal mercato e dei casi di intossicazione alimentare. La produzione di questi formaggi, pur apprezzata per la qualità organolettica e la tradizione, comporta rischi intrinseci legati all’assenza di pastorizzazione. Le recenti segnalazioni di contaminazione da batteri come Listeria monocytogenes ed Escherichia coli hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza di questi prodotti e sulla necessità di misure preventive più incisive. Ecco quindi:

  • Ritiri dal mercato di formaggi a latte crudo e contaminazioni, problema diffuso
  • Chi è più a rischio di intossicazione e come proteggersi

Ritiri dal mercato di formaggi a latte crudo e contaminazioni, problema diffuso

La situazione si è aggravata con i ritiri di diversi lotti di formaggi a latte crudo, come quelli del marchio Degust, disposti dal Ministero della Salute a causa della presenza sospetta di batteri patogeni. L’attenzione si è concentrata anche su prodotti di largo consumo come il Puzzone di Moena, legato a casi di infezione intestinale, incluso quello di un bambino in Trentino. Questo episodio ha acceso i riflettori sui rischi associati al consumo di formaggi non pastorizzati, in particolare per le fasce di popolazione più vulnerabili.

Le contaminazioni batteriche, come quella da Listeria monocytogenes, possono causare infezioni gravi, con sintomi che vanno dalla febbre alle complicazioni neurologiche. Anche l’Escherichia coli, presente in alcuni lotti, può portare a conseguenze serie come la sindrome emolitico-uremica, una condizione che compromette la funzione renale e può avere esiti fatali nei casi più gravi.

Chi è più a rischio di intossicazione e come proteggersi

Le persone più esposte ai rischi derivanti dal consumo di formaggi a latte crudo sono i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani e chi ha un sistema immunitario indebolito. Per queste categorie, anche una minima esposizione a batteri patogeni può avere conseguenze molto serie. Proprio per proteggere queste fasce di popolazione, molti esperti raccomandano di privilegiare prodotti pastorizzati, soprattutto quando si tratta di formaggi freschi o a breve stagionatura, in cui i batteri hanno meno tempo per essere neutralizzati da condizioni naturali come la maturazione.

La sicurezza alimentare passa anche attraverso una corretta gestione domestica. Conservare i formaggi a latte crudo a temperature adeguate, evitare di consumarli oltre la data di scadenza e seguire rigorose pratiche igieniche in cucina sono strategie per ridurre il rischio di contaminazione.

Uno degli aspetti più dibattuti riguarda l’etichettatura. Oggi non tutti i formaggi a latte crudo riportano questa caratteristica sull’etichetta, lasciando i consumatori privi di informazioni per una scelta consapevole. Alcuni infettivologi sottolineano la necessità di indicazioni più chiare, simili a quelle già in vigore in paesi come la Francia.

Le autorità sanitarie e le associazioni di categoria stanno discutendo possibili modifiche alla normativa vigente, che potrebbero includere l’obbligo di specificare in modo evidente la presenza di latte crudo nei prodotti.