Nel 2025 il panorama lavorativo per i giovani in rapida evoluzione: tra nuove aspettative, desiderio di equilibrio, cambiamenti generazionali e digitalizzazione, emergono strategie aziendali e sfide che ridefiniscono le prospettive.
Nel 2025, la relazione tra le nuove generazioni e il mondo professionale ha raggiunto un punto di svolta. La Generazione Z, insieme ai più giovani tra i Millennials, sta ridefinendo valori, obiettivi e aspettative, introducendo un approccio più consapevole, selettivo e incentrato sul benessere personale.
La ricerca della realizzazione non passa più solo per la posizione ricoperta o per una stabilità economica lunga una vita: flessibilità, allineamento ai propri valori e possibilità di crescita sono diventati criteri fondamentali. Questa generazione, dunque, esprime bisogni inediti e sfida le aziende a ripensare offerte e strategie in modo profondo.
Il panorama delle aspirazioni professionali fra i giovani di oggi si discosta da quello di chi li ha preceduti. Solo una percentuale limitata si identifica davvero nel proprio impiego: diversi studi confermano che meno di un quinto dichiara di svolgere un lavoro "ideale".
La tendenza dominante è la valutazione critica delle proposte lavorative, prioritaria rispetto all’immediatezza dell’inserimento professionale, con i seguenti punti in evidenza:
La sensazione diffusa di disallineamento tra aspettative e realtà genera incertezza: molti guardano al futuro con dubbio sulla reale possibilità di concretizzare il proprio "ideale" professionale.
Cresce anche l’auto-consapevolezza rispetto alle proprie priorità, in cui il tempo libero, lo sviluppo umano e la salute vengono vissuti come valori irrinunciabili.
La pressione sociale e la volatilità economica spingono le nuove generazioni a ridefinire la posizione della carriera all’interno della vita, privilegiando una dimensione più “personale”, in cui il lavoro sia realmente a servizio della qualità della vita, e non viceversa.
Le scelte professionali dei giovani sono sempre più guidate da una valutazione equilibrata tra reddito, flessibilità e benessere. Il dato della retribuzione continua a essere un driver principale: il 57% dei giovani considera la paga al di sotto delle aspettative come primo motivo di un eventuale cambio di occupazione. Tuttavia, per tanti, il compenso è solo uno tra più fattori decisivi. Gli elementi che emergono dalle ultime indagini includono:
La valorizzazione delle competenze e del tempo libero, unite a un’esigenza sempre più estesa di sicurezza, ridisegnano i rapporti lavorativi, trasformando le priorità della nuova generazione. La ricerca dimostra che, di fronte al bivio fra guadagno e vita privata, la bilancia pende spesso dalla parte della seconda, a testimonianza di una visione più pragmatica e centrata su sé stessi.
La Generazione Z, più ancora dei Millennials, ha portato all’ascesa del fenomeno del job hopping: cambiare lavoro di frequente è divenuto uno strumento di crescita, ma anche una risposta a un mercato percepito come rigido o discontinuo. Gli elementi che spingono i giovani verso la mobilità comprendono:
Il job hopping non è visto come instabilità, bensì come metodo per accumulare competenze trasversali, accrescere il capitale sociale e sfruttare un mercato digitale sempre più veloce. Il rovescio della medaglia è un aumento generale del senso di precarietà e una fiducia moderata nella possibilità di trovare rapidamente un impiego in linea con le proprie aspirazioni.
L’analisi comparata tra le diverse generazioni mette in luce specificità distintive. Da una parte, la Generazione Z mostra una tendenza marcata alla mobilità e alla diversificazione delle esperienze, favorendo modalità part-time, ibridi e collaborazioni parallele. Solo il 22% auspica un lavoro a tempo pieno tradizionale, mentre una quota significativa preferisce inserire un’attività secondaria o lavorare in regime autonomo. Dall'altra, la fascia dei Millennials appare più adattabile a strutture classiche e a compromessi tra sicurezza e realizzazione personale.
| Generazione | Permanenza media in azienda | Preferenza per lavoro flessibile | 
| Baby Boomer | 8 anni e 3 mesi | Bassa | 
| Gen X | 5 anni e 2 mesi | Media | 
| Millennial | 2 anni e 9 mesi | Media | 
| Gen Z | 2 anni e 3 mesi | Alta | 
I più giovani attribuiscono importanza prioritaria a un ambiente di lavoro positivo, a orari flessibili e alla possibilità di crescita, mentre le generazioni precedenti tendevano a privilegiare sicurezza e stabilità.
La ricerca di senso e l’impatto sociale diventano fattori sempre più determinanti nelle scelte di carriera, segnando una distanza anche rispetto all’atteggiamento nei confronti dello smart working che, tra i più giovani, si attesta a livelli decisamente superiori rispetto ai Millennials.
Per rispondere con efficacia alla dinamicità della nuova forza lavoro, le imprese stanno ridefinendo le proprie strategie di attraction e retention. Fra le pratiche più diffuse, si evidenziano:
Allo stesso tempo, la ricerca di autenticità impone alle imprese di mantenere coerenza tra dichiarazioni e pratiche effettive: la nuova generazione valuta attentamente la reputazione interna, la visibilità di percorsi di carriera e la reale possibilità di apprendimento attivo.