La nuova stretta sulle compensazioni delle accise sui carburanti minaccia il settore dell'autotrasporto, generando allarme tra le categorie. Incognite normative, impatti sui costi e rischio sciopero: scenario in bilico.
Le proposte introdotte nella Legge di Bilancio, improntate a modificare i meccanismi di compensazione fiscale, potrebbero incidere pesantemente sugli equilibri finanziari delle aziende coinvolte. In particolare, alcune tra le principali realtà dell'autotrasporto segnalano che le nuove restrizioni sulle compensazioni delle accise dei carburanti rischiano di vedere aumenti dei costi a catena, riflettendosi non solo sulle imprese logistiche, ma anche sui prezzi finali di beni e servizi per i consumatori.
Il quadro normativo proposta fa emergere forti preoccupazioni circa la sostenibilità e la competitività di un intero settore, già impegnato a fronteggiare scenari economici e normativi complessi.
La Legge di Bilancio introduce una stretta rilevante sui criteri di compensazione tra crediti e debiti tributari e contributivi. Il provvedimento mira a bloccare, dalla metà del 2026, la possibilità per imprese trasportatrici di utilizzare crediti d'imposta, inclusi quelli relativi alle accise sul gasolio, per compensare contributi previdenziali e assistenziali (INPS, INAIL), ritenute alla fonte e imposte sostitutive. Originata come misura per limitare le compensazioni solo a istituti finanziari e bonus edilizi, secondo il nuovo testo tale restrizione verrà gradualmente estesa a tutte le tipologie di crediti fiscali, ampliando notevolmente il suo impatto sulla filiera logistica.
Nel dettaglio, sarà vietato l'utilizzo dei crediti d'imposta, senza distinzioni settoriali, per ridurre gli obblighi fiscali e previdenziali. Per comprendere l'impatto operativo, si riporta nella tabella seguente un riepilogo degli strumenti fiscali e delle tipologie di crediti interessati:
| 
			 Tipologia credito fiscale  | 
			
			 Compensazione attuale  | 
			
			 Compensazione dopo la riforma  | 
		
| 
			 Accise su carburanti  | 
			
			 Sì  | 
			
			 No  | 
		
| 
			 Bonus edilizi  | 
			
			 Sì  | 
			
			 No  | 
		
| 
			 Altri crediti d'imposta  | 
			
			 Sì  | 
			
			 No  | 
		
I rappresentanti del settore ritengono che l'impossibilità di compensare comporterà un aggravio diretto sul flusso di cassa delle aziende di trasporto, con effetti immediati sulla gestione ordinaria e sulla capacità di pianificare investimenti.
Le associazioni di riferimento hanno espresso posizioni molto critiche rispetto alla normativa proposta. Anita, organizzazione federata a Confindustria, tramite le parole di Riccardo Morelli, evidenzia che la restrizione sulle compensazioni rischia di generare effetti dirompenti sugli equilibri finanziari delle aziende associate. Il timore principale riguarda la compromissione dei rimborsi sulle accise, elemento essenziale per garantire competitività e capacità di investimento ad autotrasportatori e operatori logistici. In pratica:
L'impatto previsto si riflette sia sulle singole imprese che sull'intero ecosistema economico. Senza la possibilità di compensare, le aziende vedrebbero un aumento dei costi derivanti dalle accise non recuperabili, con conseguente erosione dei margini e crescenti difficoltà nel mantenere livelli di competitività rispetto ad altri soggetti europei. L'assorbimento di tali costi potrebbe generare:
Le perplessità riguardano il perimetro della nuova norma e la sua applicabilità ai crediti derivanti dalle accise. Secondo quanto evidenziato dalle associazioni, l'assenza di linee guida operative precise potrebbe determinare interpretazioni difformi e possibili contenziosi, acuendo il senso di sfiducia verso il quadro normativo. Tra le incognite si segnalano: