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Blocco compensazione accise carburanti per autotrasporto in manovra: rischi altissimi, pronto sciopero generale

di Marcello Tansini pubblicato il
Accise carburanti per autotrasporto in m

La nuova stretta sulle compensazioni delle accise sui carburanti minaccia il settore dell'autotrasporto, generando allarme tra le categorie. Incognite normative, impatti sui costi e rischio sciopero: scenario in bilico.

Le proposte introdotte nella Legge di Bilancio, improntate a modificare i meccanismi di compensazione fiscale, potrebbero incidere pesantemente sugli equilibri finanziari delle aziende coinvolte. In particolare, alcune tra le principali realtà dell'autotrasporto segnalano che le nuove restrizioni sulle compensazioni delle accise dei carburanti rischiano di vedere aumenti dei costi a catena, riflettendosi non solo sulle imprese logistiche, ma anche sui prezzi finali di beni e servizi per i consumatori.

Il quadro normativo proposta fa emergere forti preoccupazioni circa la sostenibilità e la competitività di un intero settore, già impegnato a fronteggiare scenari economici e normativi complessi.

Cosa prevede la nuova stretta sulle compensazioni fiscali per il settore autotrasporto

La Legge di Bilancio introduce una stretta rilevante sui criteri di compensazione tra crediti e debiti tributari e contributivi. Il provvedimento mira a bloccare, dalla metà del 2026, la possibilità per imprese trasportatrici di utilizzare crediti d'imposta, inclusi quelli relativi alle accise sul gasolio, per compensare contributi previdenziali e assistenziali (INPS, INAIL), ritenute alla fonte e imposte sostitutive. Originata come misura per limitare le compensazioni solo a istituti finanziari e bonus edilizi, secondo il nuovo testo tale restrizione verrà gradualmente estesa a tutte le tipologie di crediti fiscali, ampliando notevolmente il suo impatto sulla filiera logistica.

Nel dettaglio, sarà vietato l'utilizzo dei crediti d'imposta, senza distinzioni settoriali, per ridurre gli obblighi fiscali e previdenziali. Per comprendere l'impatto operativo, si riporta nella tabella seguente un riepilogo degli strumenti fiscali e delle tipologie di crediti interessati:

Tipologia credito fiscale

Compensazione attuale

Compensazione dopo la riforma

Accise su carburanti

No

Bonus edilizi

No

Altri crediti d'imposta

No

I rappresentanti del settore ritengono che l'impossibilità di compensare comporterà un aggravio diretto sul flusso di cassa delle aziende di trasporto, con effetti immediati sulla gestione ordinaria e sulla capacità di pianificare investimenti.

Le reazioni delle principali associazioni di categoria: preoccupazioni e possibili iniziative

Le associazioni di riferimento hanno espresso posizioni molto critiche rispetto alla normativa proposta. Anita, organizzazione federata a Confindustria, tramite le parole di Riccardo Morelli, evidenzia che la restrizione sulle compensazioni rischia di generare effetti dirompenti sugli equilibri finanziari delle aziende associate. Il timore principale riguarda la compromissione dei rimborsi sulle accise, elemento essenziale per garantire competitività e capacità di investimento ad autotrasportatori e operatori logistici. In pratica:

  • Anita denuncia la gravità della misura, sottolineando il pericolo concreto di perdita di liquidità e conseguente destabilizzazione dell'intero comparto.
  • Assotir - rappresentata dal presidente Anna Vita Mangiagrasso - avverte che, qualora il divieto comprendesse anche le accise sul gasolio, il settore potrebbe arrivare fino alla sospensione generalizzata del servizio, configurando un'ipotesi di sciopero nazionale.
  • Claudio Donati, segretario generale di Assotir, richiama la necessità di delineare sin da subito i contorni applicativi delle nuove regole, per evitare effetti sproporzionati e non giustificati sulle imprese di trasporto.
Tali dichiarazioni evidenziano la coesione delle associazioni nel sottolineare la gravità del rischio connesso all'introduzione delle limitazioni e la possibilità che vengano messe in campo azioni di mobilitazione dalle ricadute significative per la logistica nazionale.

Conseguenze economiche: effetti su imprese, costi di trasporto e ricadute sui prezzi al consumo

L'impatto previsto si riflette sia sulle singole imprese che sull'intero ecosistema economico. Senza la possibilità di compensare, le aziende vedrebbero un aumento dei costi derivanti dalle accise non recuperabili, con conseguente erosione dei margini e crescenti difficoltà nel mantenere livelli di competitività rispetto ad altri soggetti europei. L'assorbimento di tali costi potrebbe generare:

  • Incremento dei prezzi dei servizi di trasporto per coprire la perdita dei benefici fiscali;
  • Effetti domino sui costi di movimentazione delle merci, con ricadute dirette sulle catene di fornitura;
  • Aumento dei prezzi al dettaglio negli esercizi commerciali, compresi beni di prima necessità e prodotti alimentari, dato il trasferimento degli incrementi dei costi di trasporto lungo la filiera distributiva.
L'assenza di strumenti di compensazione fiscale obbliga le imprese a gestire flussi finanziari meno flessibili, riducendo gli investimenti in rinnovo flotte e innovazione, e compromettendo la tenuta occupazionale. Va inoltre segnalato che le famiglie subirebbero un incremento del prezzo dei beni di consumo, a conferma del legame diretto tra costi del trasporto e prezzi finali nel settore distributivo. Il timore di aumenti generalizzati dei prezzi è stato più volte ribadito dalle associazioni, con particolare riferimento al mercato alimentare che risentirebbe maggiormente di un potenziale rialzo dei costi logistici.

Chiarezza normativa e incognite applicative: cosa rischia davvero il settore

Le perplessità riguardano il perimetro della nuova norma e la sua applicabilità ai crediti derivanti dalle accise. Secondo quanto evidenziato dalle associazioni, l'assenza di linee guida operative precise potrebbe determinare interpretazioni difformi e possibili contenziosi, acuendo il senso di sfiducia verso il quadro normativo. Tra le incognite si segnalano:

  • Mancanza di chiarezza sulle modalità applicative nei confronti dei diversi crediti d'imposta;
  • Rischio di esclusione indiscriminata di strumenti utilizzati per migliorare la solidità finanziaria delle imprese;
  • Possibili impatti sui rapporti con l'amministrazione finanziaria e l'insorgenza di debiti più onerosi sul breve termine;
  • Nord e Sud Italia potrebbero essere colpiti in modo disomogeneo, peggiorando gli squilibri territoriali nel trasporto merci.
In attesa di chiarimenti da parte delle istituzioni competenti e della definizione del perimetro esatto della norma, il settore resta esposto a rischi elevati di incremento dei costi, perdita di competitività internazionale e difficoltà operative. Le richieste delle categorie puntano a un intervento tempestivo volto a tutelare il delicato equilibrio economico e occupazionale garantito dal comparto.
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