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Guida autonoma, in 60 città italiane al via la sperimentazione delle auto che vanno da sole, come funziona e regole

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Guida autonoma

Come la guida autonoma sta cambiando il panorama delle città italiane? La sperimentazione coinvolge 60 città, affrontando tecnologia, regole, sicurezza, infrastrutture e nuove sfide future.

L’Italia si sta posizionando in modo strategico all’interno del panorama europeo come paese pilota nello sviluppo delle tecnologie dedicate ai veicoli senza conducente. Con una rete di amministrazioni locali, università e soggetti industriali pronti a collaborare, il percorso della guida autonoma assume contorni concreti grazie a un quadro normativo internazionale favorevole e all’adozione di standard condivisi. I recenti aggiornamenti normativi permettono ai veicoli dotati di sistemi avanzati di assistenza alla guida di viaggiare sulle autostrade in modalità definita "hands-off", segnando un’importante evoluzione per il settore automotive italiano. Questa fase sperimentale si propone di garantire sicurezza e innovazione, mantenendo sempre il controllo umano durante le prove su strada.

Le 60 città italiane coinvolte nei test di guida autonoma

Una vasta rete urbana, costituita da 60 comuni distribuiti tra Nord, Centro e Sud Italia, ha aderito alla sperimentazione. Queste città saranno protagoniste nella transizione verso una mobilità più intelligente e connessa, accogliendo test e progetti pilota in ambienti reali, sia urbani che extraurbani.

Città Provincia Regione
Torino Torino Piemonte
Chieri Torino Piemonte
Rivoli Torino Piemonte
Grugliasco Torino Piemonte
Alpignano Torino Piemonte
Leini Torino Piemonte
Collegno Torino Piemonte
Caselette Torino Piemonte
Angera Varese Lombardia
Olgiate Olona Varese Lombardia
Bergamo Bergamo Lombardia
Grumello Bergamo Lombardia
Cremona Cremona Lombardia
Pieranica Cremona Lombardia
Lecco Lecco Lombardia
Lodi Lodi Lombardia
Marmirolo Mantova Lombardia
Segrate Milano Lombardia
Peschiera Borromeo Milano Lombardia
Milano Milano Lombardia
Antegnate Milano Lombardia
Paullo Milano Lombardia
Corsico Milano Lombardia
Vernate Milano Lombardia
Truccazzano Milano Lombardia
Pozzuolo Martesana Milano Lombardia
Lainate Milano Lombardia
Rho Milano Lombardia
Vaprio d’Adda Milano Lombardia
Pioltello Milano Lombardia
Bollate Milano Lombardia
Paderno Dugnano Milano Lombardia
Basiglio Milano Lombardia
Bernate Ticino Milano Lombardia
Cernusco sul Naviglio Milano Lombardia
Vizzolo Predabissi Milano Lombardia
Seregno Monza Lombardia
Certosa Pavia Lombardia
Pavia Pavia Lombardia
Montalto Pavese Pavia Lombardia
Siziano Pavia Lombardia
Giussago Pavia Lombardia
Pinarolo Pavia Lombardia
Marcignago Pavia Lombardia
Bastida Pancarana Pavia Lombardia
Torre d’Isola Pavia Lombardia
Varese Varese Lombardia
Carenno Lecco Lombardia
Olginate Lecco Lombardia
Barzanò Lecco Lombardia
Brescia Brescia Lombardia
Malnate Varese Lombardia
Curno Bergamo Lombardia
Samarate Varese Lombardia
Lozza Varese Lombardia
Germignaga Varese Lombardia
Lesmo Monza Lombardia
Genova Genova Liguria
Latronico Potenza Basilicata

La richiesta dei sindaci alla Commissione Europea verte su un quadro regolamentare uniforme e su un robusto piano infrastrutturale: elementi ritenuti indispensabili per una sperimentazione sicura e omogenea in tutta la penisola.

Come funziona la guida autonoma: tecnologie, livelli e progetti pilota

Al centro del progetto di sperimentazione si trovano le tecnologie come gli ADAS (Sistemi Avanzati di Assistenza alla Guida), i sensori radar e lidar, le reti 5G e le piattaforme software dedicate al controllo veicolare. Il livello di autonomia dei veicoli coinvolti si pone attualmente tra il livello 2 e il livello 3 della scala SAE: significa che la vettura può effettuare manovre come tenuta di corsia e frenate d’emergenza senza input continuo da parte del guidatore, che però deve rimanere vigile e pronto a riprendere il controllo quando richiesto.

  • Hands-off e System-Initiated Maneuvers: il regolamento UNECE permette alla vettura di gestire autonomamente alcune manovre (ad es. cambio corsia), fermo restando l’obbligo di supervisione umana;
  • navette autonome nei campus universitari, minibus elettrici a chiamata, car sharing autonomo nei centri urbani;
  • sviluppo di algoritmi d’intelligenza artificiale applicati alla sensoristica e all’analisi di contesto stradale, grazie alla collaborazione tra enti accademici e poli tecnologici italiani.
Esempi come AuToMove, navetta driverless operativa a Torino, e la Fiat 500e sviluppata dal Politecnico di Milano, dimostrano l’avanzamento concreto dei progetti pilota. In Emilia-Romagna, i centri di ricerca accelerano l’innovazione con algoritmi proprietari e test che integrano la mobilità autonoma nei tessuti cittadini.

Regole, sicurezza e infrastrutture richieste dalla sperimentazione

Lo sviluppo della guida autonoma in Italia è regolamentato secondo criteri stringenti, pensati per garantire la sicurezza pubblica e la responsabilità degli operatori. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili autorizza ogni progetto, richiedendo coperture assicurative specifiche, la presenza a bordo di un safety driver con esperienza certificata di almeno 1.000 km su veicoli autonomi e la possibilità di commutare istantaneamente tra modalità autonoma e manuale. Il tutto sulla base delle condizioni introdotte con il Decreto Smart Road 2018.

  • Le funzioni "hands-off" sono permesse solo su autostrade con segnaletica intelligente e reti digitali avanzate;
  • L’infrastrutturazione richiede la copertura 5G continua e sistemi V2I interoperabili;
  • Secondo le norme UNECE, il conducente resta legalmente responsabile e deve essere pronto a intervenire;
  • Monitoraggio continuo dello stato psicofisico del guidatore tramite sensori e interfacce digitali adattive per evitare cali di attenzione;
  • Le condizioni di sicurezza prevedono la sospensione dei test in caso di anomalie o necessità di manutenzione straordinaria.
A livello europeo resta la necessità di uniformare quadro assicurativo e criteri di responsabilità per abilitare l’operatività trasversale dei servizi e la nascita di un mercato continentale della guida autonoma.

Sfide, opportunità e prospettive future della guida autonoma in Italia

I progetti in atto posizionano l’Italia come riferimento per l’adozione di sistemi senza conducente, ma sfide di tipo normativo e tecnologico restano aperte. Lo sviluppo di standard condivisi, una copertura infrastrutturale omogenea e la formazione di personale qualificato rappresentano passi decisivi per la diffusione di questi mezzi sia in contesti urbani sia extraurbani.

Le prospettive riguardano:

  • L’ampliamento delle aree test in città e tratti autostradali;
  • L’arrivo di servizi robotaxi su larga scala e l’integrazione tra mobilità autonoma, trasporto pubblico, sharing e soluzioni digitali avanzate;
  • Un ecosistema produttivo e di ricerca pronto a contribuire alla filiera industriale europea, valorizzando la competenza nazionale nell’automotive e nell’innovazione software.