La situazione finanziaria delle aziende di Chiara Ferragni delicata: le tensioni tra i soci e i problemi di bilancio mettono in dubbio la sostenibilit del suo impero imprenditoriale.
I problemi legati ai bilanci delle aziende di Chiara Ferragni hanno suscitato interesse nel mondo economico e mediatico, mettendo in evidenza non solo difficoltà finanziarie, ma anche tensioni tra soci che potrebbero portare a sviluppi legali. Esaminiamo in questo articolo:
Uno dei punti critici emersi riguarda il ritardo nella pubblicazione dei bilanci 2023 di Fenice e Sisterhood. Di solito i consuntivi vengono presentati entro aprile, ma al 17 ottobre 2024 ancora non vi era traccia di tali documenti. Questo ritardo ha sollevato numerosi dubbi e preoccupazioni, non solo tra i soci, ma anche tra gli osservatori finanziari. Il Corriere della Sera ha evidenziato che il mancato deposito dei bilanci potrebbe essere collegato alle tensioni interne tra i soci, in particolare tra Ferragni, Barletta e Morgese.
Un altro aspetto è il buco di bilancio di Fenice, stimato in circa 4 milioni di euro. Il giro d’affari della società è crollato, passando da 14 milioni di euro nel 2022 a circa 7-8 milioni di euro nel 2023, con una perdita operativa che ha messo in discussione la continuità aziendale. I mancati ricavi e il calo delle vendite, attribuiti in parte all'effetto del Balocco-gate, hanno costretto la società a considerare una ricapitalizzazione di almeno 6 milioni di euro.
Il conflitto tra i soci è al centro della crisi. Pasquale Morgese, che è entrato in Fenice nel 2020 rilevando le quote di Riccardo Pozzoli, ex socio di Ferragni, ha sollevato diverse contestazioni sulla gestione della società. Morgese ha criticato, tra le altre cose, un aumento di capitale di 2 milioni di euro a cui non ha partecipato e ha inviato lettere legali per contestare le decisioni del consiglio di amministrazione. Questo ha creato una forte tensione con Ferragni e l’altro socio Barletta, portando il rischio di una causa legale.
Barletta, dal canto suo, si è detto pronto a vendere la sua quota del 40%, e ha avviato una trattativa con Ferragni per uscire dalla società. Il nodo principale, in questo caso, è il prezzo: il valore del marchio Ferragni è stato rivalutato verso il basso dopo lo scandalo Balocco, che ha coinvolto l’influencer nella promozione di prodotti di basso valore percepito, come panettoni e uova di Pasqua, con conseguenti perdite finanziarie e reputazionali.
Tra le ipotesi sul tavolo c'è l'ingresso di nuovi investitori per coprire il fabbisogno di liquidità e rilanciare l’azienda. Tra i nomi circolati ci sono quelli di Francesco Trapani, attraverso il suo family office Vom Investment, e Marco Bizzarri, ex amministratore delegato di Gucci, che potrebbero essere coinvolti nella ricapitalizzazione.
In questo scenario di crisi, il futuro dell'impero imprenditoriale di Chiara Ferragni appare incerto. La possibilità di liquidare i soci o trovare nuovi partner finanziari è una strada percorribile, ma non priva di ostacoli. Il valore del marchio è stato messo in discussione, e la mancanza di trasparenza sulla gestione dei conti ha alimentato voci di una possibile vendita parziale delle quote.
Un’altra possibilità è il commissariamento della società, qualora i soci non riuscissero a trovare un accordo. L’ipotesi di azioni legali da parte di Morgese e Barletta è reale, e una causa potrebbe portare a un intervento esterno per gestire la crisi finanziaria e ristrutturare l’azienda.