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I cellulari ci ascoltano e ci spiano? Fanno molto peggio gli aspirapolveri

di Marcello Tansini pubblicato il
Fanno molto peggio gli aspirapolveri

Sorveglianza domestica, smartphone e robot aspirapolvere: tra miti, rischi e nuove tecnologie, una panoramica sulle minacce invisibili alla privacy quotidiana e sulle strategie per tutelare la sicurezza dei nostri dati.

Se è vero che gran parte dell'attenzione è stata rivolta agli smartphone e alla loro capacità di ascoltare conversazioni o raccogliere dati sensibili, appare evidente che strumenti come i robot aspirapolveri smart rappresentano una minaccia meno visibile ma decisamente più pervasiva. Questi dispositivi, progettati per muoversi autonomamente tra le mura domestiche, sono equipaggiati con sensori, telecamere e persino microfoni, che rendono possibile la raccolta sistematica di dati, immagini e informazioni personali.

Oggetti che un tempo avevano una funzione meramente manuale si sono evoluti in strumenti dotati di connessione Internet, software di intelligenza artificiale e memorie in grado di archiviare, elaborare e in alcuni casi trasmettere informazioni fuori dalle mura domestiche. L'impatto non riguarda soltanto la comodità, bensì la sfera della privacy e della sicurezza delle informazioni personali degli utenti, richiedendo una approfondita valutazione dei rischi connessi all'adozione di questi nuovi strumenti domestici.

Il mito dei cellulari che ci ascoltano: cosa è vero e cosa no

L'idea che gli smartphone siano costantemente in ascolto anima dibattiti e preoccupazioni. Questa convinzione nasce dal fatto che molte applicazioni richiedono autorizzazioni apparentemente invasive e che spesso, dopo una conversazione privata, si notano annunci pubblicitari correlati sui social o nei motori di ricerca. In realtà, i requisiti di privacy imposti sia da norme europee come il GDPR sia dalle stesse piattaforme principali limitano fortemente la possibilità di ascolto continuo delle conversazioni, senza il consenso esplicito dell'utente.

I modelli di raccolta dati degli smartphone si basano maggiormente sull'analisi di comportamenti, cronologie di ricerca e interazioni digitali piuttosto che sull'ascolto attivo. È stato accertato che, in condizioni normali, i telefoni non registrano costantemente l'audio a meno che non siano attivati comandi vocali specifici (ad es. "Ok Google" o "Hey Siri"). Il vero rischio riguarda la raccolta passiva di informazioni attraverso applicazioni di terze parti poco affidabili o compromesse. Tuttavia, rispetto agli smartphone, gli aspirapolveri che registrano sono meno oggetto di attenzione, pur implementando in molti casi telecamere e microfoni per motivi di navigazione e assistenza vocale, spesso con minori controlli sull'uso dei dati raccolti.

Come gli aspirapolvere robot raccolgono dati e immagini nelle nostre case

L'adozione dei robot aspirapolvere ha segnato un cambiamento nel modo di concepire la pulizia domestica, ma anche nell'approccio alla raccolta dei dati personali. Questi apparecchi, spinti da necessità di mappatura ambientale e riconoscimento ostacoli, sono dotati di una serie di tecnologie progettate per acquisire informazioni dettagliate sull'ambiente domestico:

  • Telecamere e sensori ottici: impiegati per rilevare oggetti, creare mappe tridimensionali degli ambienti e identificare eventuali ostacoli.
  • Microfoni: utilizzati in alcuni modelli per il controllo vocale e l'assistenza virtuale.
  • Collegamento cloud: molte funzioni avanzate richiedono l'invio di dati verso server esterni, dove vengono elaborati per ottimizzare percorsi, migliorare algoritmi di riconoscimento e aggiornare le funzionalità tramite firmware OTA (over-the-air).
  • App di controllo remoto: permettono all'utente di monitorare e gestire il dispositivo anche fuori casa, con raccolta di dati sul comportamento d'uso e configurazione.
Un punto centrale è che questi aspirapolveri che registrano possono trasmettere immagini e mappe a servizi esterni per scopi di "product improvement" o apprendimento automatico, spesso senza una trasparente informativa agli utenti su quali dati effettivamente vengano inviati. In alcuni casi registrati dalla cronaca, si è visto come immagini personali siano finite sugli archivi di aziende terze, accendendo dibattiti sulla mancanza di controllo e sulla reale gestione dei dati sensibili raccolti in casa propria.

È opportuno distinguere tra i dati raccolti per motivi tecnici (navigazione, riconoscimento oggetti) e le informazioni utilizzate per altre finalità, come la profilazione delle abitudini domestiche o la trasmissione di registrazioni audio/video che, anche in modo involontario, violano la riservatezza familiare. A questo si aggiungono i rischi legati a difetti di sicurezza dei software, che possono trasformare questi dispositivi in potenziali "porte d'ingresso" per minacce informatiche.

Furti di privacy: casi reali e rischi connessi all'uso degli aspirapolvere smart

La preoccupazione riguardo agli aspirapolveri che registrano non è solo un'ipotesi teorica. Diversi casi reali hanno mostrato quanto i dati raccolti da questi dispositivi siano a rischio. Un episodio noto è stato quello dei robot dotati di telecamera che, durante programmi di sviluppo software, hanno inavvertitamente catturato immagini estremamente private di alcuni utenti, finendo poi in rete. L'azienda produttrice ha dichiarato che si trattava di dispositivi sperimentali, ma l'accaduto ha posto l'accento sulla debolezza dei sistemi di controllo e sicurezza.

Altri dispositivi, come quelli prodotti da aziende extra-europee, sono stati coinvolti in inchieste giornalistiche che ne hanno evidenziato la capacità di registrare vocali e video e di inviare i dati raccolti sui server proprietari senza informare accuratamente gli utenti. Una delle criticità maggiori consiste nell'adesione automatica a programmi di "miglioramento prodotto", tramite i quali è permesso raccogliere grandi quantità di dati personali, talvolta senza la piena consapevolezza dell'utente finale:

  • Immagini di ambienti privati raccolte e analizzate da piattaforme esterne
  • Registrazioni vocali utilizzate per addestrare assistenti virtuali
  • Dati di mappatura dell'abitazione caricati su cloud, spesso al di fuori dell'Unione Europea
La vulnerabilità dei sistemi software rappresenta un ulteriore punto debole, come testimoniano alcune gravi falle di sicurezza che hanno permesso accessi remoti non autorizzati persino a microfoni e telecamere, esponendo le vite domestiche a rischi di spionaggio o estorsione. È quindi imprescindibile prestare attenzione alla scelta del fornitore, alle policy di gestione dei dati, alla presenza di certificazioni di sicurezza e alle facoltà di revoca delle autorizzazioni dall'app di gestione.

Le tecnologie più avanzate: navigazione smart, bracci robotici, riconoscimento oggetti e autonomia

La rapida evoluzione degli aspirapolveri robot ha determinato un salto generazionale, portando sul mercato soluzioni all'avanguardia in termini di precisione e automazione, ma anche di raccolta dati. I modelli top di gamma integrano una serie di tecnologie innovative:

  • Navigazione LiDAR e sistemi multisensore: permettono una mappatura dettagliata a 360°, favorendo un percorso efficiente e minimizzando gli errori.
  • Bracci robotici e sistemi di manipolazione: feature come il braccio pieghevole OmniGrip o CyberDex Hyper-Flex amplificano le capacità del dispositivo, consentendo di spostare ostacoli, raccogliere piccoli oggetti e pulire nelle zone più difficili.
  • Riconoscimento intelligente degli oggetti: l'implementazione dell'IA permette il riconoscimento di centinaia di oggetti domestici, con etichettatura e conseguente adattamento del percorso e delle priorità di pulizia.
  • Autonomia energetica e ottimizzazione delle risorse: batterie evolute, ricarica intelligente, gestione multi-piano e ottimizzazione del consumo energetico assicurano cicli prolungati (più di 150 m² in una sessione) e manutenzione ridotta grazie a stazioni multifunzione che svuotano, lavano e asciugano automaticamente i componenti.
L'interazione tra hardware e software intelligente consente di personalizzare profondamente la strategia di pulizia e la raccolta dati, fino a comprendere il controllo da remoto per la sorveglianza domestica e la verifica della presenza di animali o bambini. L'integrazione negli ecosistemi smart home, con assistenza vocale e app dedicate, completa il quadro delle funzionalità di nuova generazione. Tuttavia, proprio queste feature rendono particolarmente attuale il tema dell'utilizzo e della sicurezza dei dati raccolti, specie nel contesto delle normative europee e della protezione dei dati personali.

Privacy, sicurezza e rischi di hacking: come proteggere i dati in casa

I dispositivi dotati di funzioni smart aumentano esponenzialmente la superficie di esposizione a minacce informatiche e violazioni della privacy. È indispensabile per chi possiede aspirapolveri che registrano e altri device IoT adottare alcune precauzioni pratiche:

  • Personalizzare le impostazioni privacy nell'app di gestione, disattivando ove possibile la raccolta immagini/audio, le feature cloud o i programmi di miglioramento prodotto non essenziali.
  • Effettuare periodicamente l'aggiornamento software e firmware per chiudere eventuali falle di sicurezza note.
  • Scegliere prodotti provvisti di certificazioni europee (come TÜV, SGS) e con policy privacy trasparenti, preferendo la conservazione dei dati a livello locale rispetto al cloud.
  • Verificare la possibilità di disattivare telecamere e microfoni quando non necessari.
  • Limitare l'accesso remoto e adottare password robuste e uniche, evitando le impostazioni predefinite.
  • Leggere con attenzione l'informativa privacy e i termini di servizio dell'app associata all'aspirapolvere.
Per una maggiore tutela, è consigliabile consultare i siti di enti di regolamentazione nazionali e internazionali in materia di protezione dati, come il Garante per la protezione dei dati personali, per essere aggiornati sulle normative applicabili e sulle best practice, in particolare in riferimento al diritto di accesso, rettifica e cancellazione dei dati raccolti dai dispositivi domestici smart.