Nino Acampora è il grande inventore dell'iniziativa sociale ma anche realmente imprenditoriale di Pizzaut. Conosciamone la storia, i progetti ma anche i prossimi sviluppi.
Negli ultimi anni il modello proposto dalla realtà PizzAut è diventato una delle iniziative di riferimento nell’ambito dell’inclusione lavorativa per giovani autistici in Italia. La pizzeria, frutto dell’intuizione di Nino Acampora, si distingue non soltanto per la qualità dei prodotti serviti, ma anche per l’efficace promozione dell’autonomia e della dignità lavorativa di persone con autismo.
Questa esperienza concretizza una nuova visione sociale che trasforma l’accoglienza nel mondo del lavoro in uno strumento reale di crescita personale e collettiva, fornendo risposte a bisogni spesso trascurati.
Il successo di questa iniziativa deriva da una missione profondamente sentita: offrire opportunità, abbattere pregiudizi e mostrare con esempi concreti che la diversità può essere uno straordinario valore aggiunto.
Attraverso una formazione dedicata, ambienti pensati per il benessere emotivo e operativo dei lavoratori e un progetto di comunicazione attento a valorizzare le storie di ciascuno, PizzAut si conferma portabandiera dell’inclusione e dell’autonomia per tanti ragazzi che erano, fino a poco tempo fa, «invisibili» al tessuto produttivo e sociale.
La storia di questa pizzeria inclusiva ha origine da una vicenda privata: la diagnosi di autismo del figlio di Nino Acampora, educatore e ideatore del progetto. Da quel momento, la quotidianità familiare cambiò radicalmente, spingendo il fondatore a pensare ad una soluzione concreta per abbattere le barriere che limitano le possibilità sociali delle persone nello spettro autistico.
L’idea, nata quasi come un lampo in una notte “buia e tempestosa”, si basa su un interrogativo semplice ma carico di speranza: è davvero impossibile offrire alle persone autistiche un futuro lavorativo in contesti protetti ma autentici?
Dall’intuizione iniziale, il percorso ha visto un’evoluzione graduale ma solida. Gli esperimenti iniziali si sono svolti collaborando con ristoratori locali che hanno messo a disposizione i propri locali per delle serate “pilota”. Queste esperienze, condotte tra il 2017 e il 2020, hanno permesso di identificare e affrontare le reali difficoltà del settore, modellando un format adatto alle specificità dei lavoratori autistici.
Nel 2021, con l’inaugurazione del primo ristorante a Cassina de’ Pecchi, il progetto ha trovato una casa stabile, proseguendo ancora con la seconda apertura a Monza due anni dopo. In ogni fase, la costruzione di PizzAut si è fondata sul dialogo tra bisogni, formazione e supporto costante, rendendo la pizzeria una «palestra di inclusione», dove ogni ragazzo può costruire autonomia e fiducia. Oggi, la sua storia è un esempio virtuoso di come la spinta personale possa generare impatti positivi duraturi a livello collettivo.
La chiave di volta del modello PizzAut risiede in un’organizzazione attenta, che mette al primo posto formazione, lavoro e autonomia dei ragazzi.
Attraverso percorsi pensati ad hoc, i giovani coinvolti imparano non solo le mansioni tipiche della ristorazione – come servire ai tavoli o preparare pizze e altri piatti – ma anche abilità relazionali e pratiche per la vita quotidiana. Tutto nasce e si sviluppa a partire dalla “AutAcademy”, una scuola di formazione interna, realizzata in partnership con istituti alberghieri come la Fondazione Mazzini di Cinisello Balsamo.
La formazione offerta prevede sia momenti in aula sia esperienze pratiche all’interno delle pizzerie, consentendo di mettere in atto quanto appreso in ambienti reali, ma strutturati per essere accoglienti e senza giudizio. Ogni formazione è personalizzata e tiene conto delle tempistiche e delle specificità di ogni lavoratore; non esistono standard imposti ma un supporto costante che valorizza le abilità individuali.
L’assunzione diretta degli operatori autistici rappresenta la seconda colonna portante dell’organizzazione. Secondo l’ultimo monitoraggio, oltre quaranta giovani lavorano regolarmente come camerieri, pizzaioli e cuochi, mentre altri partecipano come tirocinanti o a progetti specifici. Per molti di loro questo significa non solo svolgere una mansione professionale, ma riscoprire sé stessi come membri attivi della comunità, con ricadute positive anche sulle famiglie.
Terzo pilastro del modello è il supporto all’autonomia abitativa. Accanto alle pizzerie, sono disponibili appartamenti e spazi dedicati dove i ragazzi possono vivere esperienze di vita indipendente, imparando a gestire le attività domestiche quotidiane. Questa dimensione innovativa permette di affrontare gradualmente i timori legati al “dopo di noi”, offrendo sicurezza e strumenti per una vera emancipazione sociale.
L’esperienza maturata nella gestione delle sale di ristorazione ha portato allo sviluppo di numerose soluzioni per abbattere le barriere sensoriali e relazionali che spesso ostacolano la piena partecipazione lavorativa delle persone nello spettro autistico.
L’organizzazione degli spazi rappresenta uno degli aspetti più innovativi: nei locali non ci sono posti a capotavola, una scelta che agevola i movimenti e semplifica il servizio. L’insonorizzazione dei ristoranti riduce l’impatto dei rumori improvvisi, creando un ambiente più rilassante. La pavimentazione differenziata per colori, inoltre, aiuta gli operatori a orientarsi con maggiore facilità. Tecnologia e innovazione si intrecciano nella piattaforma digitale Autism-friendly, sviluppata in collaborazione con PwC Italia. Il sistema consente la gestione degli ordini in modo semplice e intuitivo, utilizzando font chiari e percorsi guidati che favoriscono l’autonomia anche nei compiti amministrativi.
L’attenzione all’illuminazione, alla comunicazione aumentativa per le persone non verbali e ai corsi di formazione specifici per chi entra in relazione con i ragazzi, rappresenta una rete di protezione a tutela del benessere di tutti.
Queste soluzioni hanno un obiettivo comune: rendere il lavoro accessibile, sicuro e gratificante, mostrando come basta ripensare le modalità organizzative per superare limiti spesso considerati insormontabili. Si crea così un ambiente dove la diversità non è mai un ostacolo, ma una risorsa valorizzata e sostenuta con intelligenza e umanità.
Oltre all’impegno quotidiano nei propri ristoranti, PizzAut ha avuto l’opportunità di partecipare a eventi di grande richiamo nazionale e internazionale, come il Gran Premio d’Italia e il Concertozzo. Queste occasioni, caratterizzate da una forte visibilità mediatica, rappresentano vetrine ideali per dimostrare la validità e l’innovazione del modello.
Al Gran Premio di Formula 1, infatti, i ragazzi hanno servito pizze a piloti, vip e rappresentanti dei media di tutto il mondo, portando un messaggio potente sull’inclusione e sulla capacità delle persone autistiche di inserirsi con successo anche in contesti molto esigenti.
La progressiva espansione di PizzAut testimonia la forza della sua visione: dopo la prima sede di Cassina de’ Pecchi e la seconda a Monza, la strategia di sviluppo guarda ora a tutta l’Italia. La fase più recente del progetto ha introdotto i food truck, una soluzione itinerante che porta la stessa filosofia delle sedi fisse direttamente in eventi, fiere e contesti cittadini. A fine 2024, il piano “Un sogno che viaggia su quattro ruote” mira a far muovere sulle strade della Lombardia una flotta di mezzi attrezzati dove operano squadre di ragazzi coadiuvati da un educatore. L’obiettivo esplicito è quello di raggiungere 500 assunzioni entro il 2034, coinvolgendo ogni provincia italiana e favorendo una presenza capillare del modello inclusivo.
Sede | Anno apertura | Numero ragazzi impiegati |
Cassina de’ Pecchi | 2021 | circa 16 |
Monza | 2023 | oltre 25 |
Food truck attivi | 2024 | 3 attualmente, previsti 30 nel 2028 |
Nel percorso di sviluppo sono stati avviati anche progetti di produzione di gelato e collaborazioni digitali per l’efficientamento amministrativo delle attività. Le partnership con aziende e associazioni aprono la strada a nuove modalità di inserimento lavorativo, sempre attente al rispetto delle abilità individuali. L’espansione non è solo crescita numerica, ma ampliamento qualitativo di un modello che mira ad abbattere i confini tra inclusione e impresa.
Inoltre, sono state acquistate delle villette a schiera vicino al Ristorante a Cassina De Pecchi, per ristrutturarle e dare delle case ai ragazzi per una concreata risposta alle preoccupazioni dei genitori e familiari riguardanti la tematica del "Dopo di Noi"
I risultati ottenuti da PizzAut evidenziano quanto un corretto impianto di inclusione possa incidere profondamente sulla vita di chi prima era escluso o confinato in ruoli marginali. L’impatto riguarda sia gli operatori, che migliorano competenze sociali, stima di sé e autonomia, sia le famiglie, che riconquistano una dimensione di speranza e normalità.
L’esperienza di PizzAut dimostra quanto sia possibile e utile promuovere realmente la cultura dell’inclusione, sia per la crescita individuale che per la sostenibilità sociale. Un esempio concreto che stimola riflessioni e azioni in tutto il paese, confermando l’importanza strategica di un modello che fa della diversità un valore sociale ed economico.