Negli ultimi mesi il settore siderurgico italiano è stato testimone di uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni: il nuovo piano quadriennale mirato alla trasformazione del sito industriale di Taranto, noto come ex Ilva. Presentato dal Governo alle principali organizzazioni sindacali, il piano si articola su più fronti – dalla decarbonizzazione alla riorganizzazione produttiva, fino all’arrivo di un potenziale investitore internazionale. Questa strategia mira non solo a salvaguardare la produttività, ma anche a garantire la sostenibilità sociale ed economica per migliaia di lavoratori, in una fase delicata con impatti significativi per il territorio pugliese.
Il nuovo piano di decarbonizzazione per l'ex Ilva: obiettivi e tempistiche
In un contesto europeo che avanza verso produzioni sempre più sostenibili, la transizione "green" del più grande polo siderurgico del Paese si impone come passaggio chiave per tutta l’industria nazionale. Il piano prevede una tempistica di realizzazione in quattro anni, con l’avvio immediato e una tabella di marcia che punta al mantenimento della continuità produttiva. L’obiettivo è quello di posizionare l’Italia come primo produttore continentale di acciaio realizzato esclusivamente con processi decarbonizzati.
- Riduzione delle emissioni: il piano vuole abbattere le emissioni carboniche grazie alla conversione degli impianti e all’inserimento di nuove tecnologie, tra cui la produzione diretta di ferro (DRI).
- Potenziamento delle infrastrutture: saranno destinati capitali importanti per l’ammodernamento degli altiforni e delle linee produttive, con interventi previsti su Acciaieria 2, Treno Nastri 2, reti gas coke e sistemi ambientali.
- Gestione dei tempi: la scansione temporale degli interventi mira a non interrompere la produzione e a garantire una transizione fluida, rispettando i vincoli europei sulla sostenibilità.
- Dialogo con gli enti locali: la sinergia tra Governo centrale, Regione Puglia e i principali player industriali servirà a monitorare e indirizzare l’attuazione puntuale delle decisioni, anche in relazione all’utilizzo delle risorse e all’adozione di normative ambientali stringenti.
All’interno della strategia, assicura il Governo, la priorità sarà mantenere operativo il sito minimizzando impatti occupazionali e continuando a generare valore lungo tutta la filiera dell’acciaio.
Cassa integrazione straordinaria e impatto sui lavoratori: numeri, tempi e coperture
Uno degli aspetti più sensibili del piano riguarda la riorganizzazione del personale. Il ricorso alla cassa integrazione (CIG) viene incrementato in risposta alla necessità di adeguare temporaneamente l’assetto produttivo, limitando così ricadute traumatiche sui dipendenti. Dalla seconda metà di novembre il numero degli addetti coinvolti aumenta dalle circa 4.550 unità attuali a 5.700, per poi raggiungere quota 6.000 con l’avvio della fermata delle batterie di cokefazione a inizio anno.
- La CIG sarà accompagnata da una integrazione salariale apposita, garantita tramite un nuovo strumento normativo che assicurerà coperture finanziarie dedicate.
- L’intervento, assicura l’Esecutivo, sarà temporaneo e collegato solo alle fasi dei lavori di riorganizzazione e decarbonizzazione, seguendo una pianificazione rigorosa.
- Impatto sui lavoratori: pur trattandosi di uno scenario impegnativo per la forza lavoro e il tessuto sociale locale, tutte le parti coinvolte sono chiamate a un confronto costante per monitorare le criticità e condividere strumenti di sostegno e riqualificazione.
- Viene programmata una verifica ciclica degli effetti sulle risorse umane, così da adattare tempestivamente le misure di supporto secondo l’andamento degli interventi produttivi e del mercato.
Le principali sigle sindacali hanno espresso forte preoccupazione per la portata dell’impatto, mantenendo alta l’attenzione sulle garanzie per i dipendenti, sul rispetto delle tempistiche e sulla trasparenza nella gestione finanziaria delle coperture.
Il ruolo del nuovo acquirente estero e i negoziati in corso
L’avvio dei negoziati con soggetti industriali internazionali costituisce un tassello importante del disegno di risanamento e rilancio. Oltre alle trattative già note con fondi come Bedrock Industries e Flacks Group, da poco si è aperto un tavolo riservato con un operatore estero, il cui nome rimane coperto da un accordo di non divulgazione.
- La presenza di più interlocutori interessati aumenta le chance di individuare una soluzione industriale solida e sostenibile, sia sul piano finanziario sia su quello della capacità tecnologica.
- I progressi dei colloqui vengono monitorati dalle istituzioni, con richieste di chiarimenti e analisi di fattibilità approfondite sotto il profilo economico, occupazionale e ambientale.
- Il percorso resta aperto anche ad altre offerte, se migliorative, nell’ottica di assicurare la massima trasparenza e competitività nella scelta del futuro gestore.
I tempi previsti per la definizione di una manifestazione d’interesse sono stati accelerati, nella speranza di dare concretezza in tempi brevi alle opzioni di investimento più idonee alla sfida della decarbonizzazione e della salvaguardia dei livelli occupazionali.
Gestione operativa degli impianti e transizione produttiva: manutenzione e ciclo corto
In parallelo al percorso di innovazione tecnologica, il piano stabilisce un dettagliato calendario di manutenzioni e riorganizzazioni mirate a tenere efficiente la produzione senza compromettere la sicurezza e la tutela ambientale.
- Dal novembre attuale al febbraio 2026, sono previsti interventi di manutenzione straordinaria su Altoforno 2, Altoforno 4, Acciaieria 2, Treno Nastri 2 e sui sistemi di gestione energetica e ambientale, inclusi anche gli impianti marittimi.
- A partire dal marzo 2026, ulteriori lavori potranno essere attuati – anche a cura del subentrante acquirente – su altre strutture, come Altoforno 1, subordinatamente agli esiti degli iter giudiziari in corso.
- Dal novembre 2025 è programmato l’avvio del cosiddetto "ciclo corto": ciò implicherà l’arresto graduale delle batterie di cokefazione e la transizione temporanea verso la gestione con un solo altoforno, ottimizzando consumi e impatto ambientale.
La
modifica dell’assetto produttivo mira a favorire una maggiore flessibilità e adattabilità agli standard europei, prevedendo una progressiva riduzione delle fonti di inquinamento in linea con le direttive comunitarie e le prescrizioni imposte dagli enti tecnici regionali e nazionali.
Realizzazione dell’impianto DRI e strategie di decarbonizzazione industriale a Taranto
Al cuore del piano di rilancio e rinnovamento produttivo si colloca l’investimento nel nuovo impianto per la produzione diretta di ferro (DRI), considerato uno degli elementi più innovativi per la decarbonizzazione industriale.
- Verranno stanziate le risorse finanziarie necessarie affinché il DRI sia operativo entro il periodo previsto, grazie anche alla collaborazione tra Governo e Regione Puglia.
- Le attività saranno sostenute dal miglioramento delle infrastrutture di approvvigionamento energetico: è in corso la pianificazione della rete per garantire all’impianto accesso a gas naturale tramite nuove condotte terrestri e a costi competitivi.
- Il DRI rappresenterà una leva tecnologica per innovare il ciclo integrato dello stabilimento, consentendo di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 e rendendo gli standard produttivi più sostenibili.
Le tappe per la realizzazione prevedono il rigoroso rispetto delle normative ambientali e il costante coinvolgimento delle istituzioni nell’azione di monitoraggio e verifica dei risultati pratici.
Il Tavolo Taranto e le prospettive di reindustrializzazione per il territorio
Grazie all’operato coordinato del Tavolo insediato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sono state individuate numerose aree destinate a futuri investimenti, sia all’interno che all’esterno del perimetro del polo siderurgico.
| Numero aziende coinvolte |
+15 tra player nazionali e internazionali |
| Tempi previsti di sviluppo |
Entro 4 anni |
| Settori interessati |
Diversificati: manifattura avanzata, energie rinnovabili, logistica e servizi collegati |
- Il processo di reindustrializzazione è progettato per attrarre capitali esterni, promuovendo una conversione e riattivazione delle aree più adatte allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali.
- L’apertura al confronto con le comunità locali e gli investitori vuole favorire una transizione che sia anche sociale e culturale, rilanciando l’immagine produttiva del territorio tarantino.
L’impegno è quello di seguire un percorso coerente con la rigenerazione urbana e occupazionale, offrendo nuove opportunità per i lavoratori coinvolti nella riconversione e aumentando la resilienza dell’intero comparto industriale pugliese.