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Le chiusure delle Borse e i record di oro e altri metalli oggi 22 dicembre 2025

di Marcello Tansini pubblicato il
andamento mercati finanziari oggi 22 dic

Dalle chiusure delle principali Borse ai record di oro e metalli preziosi, il 22 dicembre 2025 vede mercati in movimento tra volatilità, materie prime in rialzo e nuovi scenari per obbligazioni e prospettive future.

La sessione odierna dei mercati finanziari offre un andamento e chiusure finali dinamiche eterogenee tra i principali listini mondiali e un focus crescente sui metalli preziosi e sulle materie prime. Si registra una particolare attenzione alle tendenze rialziste dell’oro, dell’argento e del rame, motivata sia da fattori macroeconomici che geopolitici. Il clima d’attesa verso le decisioni delle banche centrali, accanto alle tensioni internazionali, influenza le strategie degli investitori, che si orientano su asset difensivi e sui titoli legati alle nuove tecnologie. A ciò si affianca l’analisi sull’andamento delle obbligazioni e delle principali piazze finanziarie in chiusura d’anno, contribuendo a delineare un quadro di mercati in cerca di nuovi equilibri dopo una stagione caratterizzata da notizie contrastanti sul fronte economico globale.

Chiusure e andamenti delle principali Borse mondiali

Il contesto internazionale riflette andamenti differenziati fra Asia, Europa e Stati Uniti in questa ultima parte dell’anno. Gli investitori mostrano una particolare cautela, determinata dalle incertezze macroeconomiche e da nuovi dati provenienti sia dall’Asia sia dall’economia americana. La volatilità permane un elemento chiave su molti listini, soprattutto per le attese rispetto ai movimenti futuri dei tassi d’interesse e alle tensioni geopolitiche provenienti da aree sensibili come il Medio Oriente e l’America Latina. Di seguito, l’approfondimento sulle principali aree geografiche:

Borse asiatiche: performance e fattori trainanti

I mercati azionari asiatici hanno chiuso la giornata in territorio positivo, guidati dal consistente rialzo della Borsa di Tokyo, che ha segnato un +1,81%. A sostenere i listini nipponici sono stati soprattutto i titoli tecnologici e un rafforzamento dello yen, in un contesto di rendimenti obbligazionari in crescita dopo l’ultimo aumento dei tassi da parte della banca centrale locale. Anche Hong Kong (+0,3%) e Shanghai (+0,69%) hanno mostrato segni di crescita, sebbene più moderati rispetto a Tokyo, mentre Shenzhen – centro del tech cinese – si è distinto con un +1,13%. Questi risultati evidenziano come la componente tecnologica e le attese su una chiusura annuale positiva siano i principali motori nella regione, anche alla luce degli sviluppi nelle politiche monetarie e delle tensioni globali.

Le Borse europee e Piazza Affari: trend e titoli più rilevanti

L’avvio della settimana natalizia ha portato a chiusure deboli e volumi sottili sulle principali Borse europee, conseguenza delle festività e degli investitori in attesa di importanti dati macro dagli Stati Uniti. L’Euro Stoxx 50 archivia la sessione con un -0,3%, speculare all’indice Ftse Mib, che si attesta a 44.593 punti. In Italia, Saipem si mette in evidenza grazie a un contratto internazionale, mentre Diasorin beneficia di un importante buyback. Protagonista anche Telecom Italia, al centro di significative novità societarie. Sul fronte negativo, Stellantis e i titoli bancari mostrano debolezza, riflettendo timori e incertezze settoriali. Il quadro europeo risente anche dell’immobilismo delle principali piazze tedesca, francese e spagnola, con variazioni molto contenute tra il -0,2% e lo 0,03%.

Wall Street e i mercati americani: tecnologia e volatilità

Negli Stati Uniti, le azioni collegate ai settori dell’intelligenza artificiale e della tecnologia spingono ancora al rialzo i principali indici di Wall Street, pur in una settimana contrassegnata da volatilità e da forti oscillazioni tra i comparti. I titoli come Nvidia, Oracle e Micron Technology evidenziano consistenti guadagni, sulla scia delle notizie relative allo sviluppo e alla distribuzione di nuovi chip e accordi nell’ambito dei social network. L’indice Nasdaq si conferma molto sensibile ai movimenti dei titoli tech, alternando recuperi e momenti di debolezza, mentre l’attenzione degli investitori resta alta sulle prospettive di taglio dei tassi da parte della Fed e sulle prossime nomine alla guida della banca centrale. La volatilità, misurata dall’indice Vix, rimane elevata nel contesto delle festività e dell’incertezza politica ed economica.

Oro e metalli preziosi: record storici e cause dei rialzi

I metalli preziosi si impongono ancora una volta all’attenzione degli analisti, superando nuovi massimi storici. L’oro – trainato da investimenti istituzionali e dalla domanda delle banche centrali – ha oltrepassato la soglia dei 4.400 dollari l’oncia, segnando il miglior risultato annuale dal 1979. Le tensioni geopolitiche, insieme alle strategie di diversificazione di portafoglio verso asset rifugio, giocano un ruolo determinante nella corsa al rialzo. Lo scenario è alimentato sia dall’attesa di ulteriori interventi sui tassi d’interesse da parte della Federal Reserve sia da una crescente incertezza globale che spinge i grandi operatori ad aumentare le loro riserve. L’analisi delle performance mostra che la crescita è sostenuta sia dalla domanda da parte di privati che da investimenti tramite strumenti finanziari come ETF, con un impatto diretto sui prezzi spot e future.

Dinamicità di argento, platino e rame: dati e prospettive

Oltre all’oro, l’argento e il rame vivono una fase di grande fermento. L’argento si avvicina a quota 70 dollari l’oncia, con un progresso del 138% da inizio anno, sostenuto sia da ragioni industriali sia da fattori speculativi e di offerta. Il platino aggiorna i massimi a oltre 2.050 dollari l’oncia, mentre il palladio supera i 1.780 dollari. Il caso più emblematico è quello del rame: il contratto benchmark al London Metal Exchange sfiora i 12.000 dollari per tonnellata, spinto da uno squilibrio senza precedenti tra offerta e domanda, con accordi tra i principali attori (come Antofagasta e le fonderie cinesi) che fissano costi di raffinazione ai minimi storici. La tabella seguente sintetizza i dati di chiusura più rilevanti:

Oro 4.438,93 $/oncia
Argento 69,44 $/oncia
Platino 2.057,15 $/oncia
Rame 11.996 $/tonnellata

L’attesa per il 2026 resta di ulteriore dinamicità, con il supporto della domanda industriale e delle aspettative su nuovi orientamenti monetari.

Petrolio e mercati delle materie prime: cause dei movimenti e impatti globali

Nel mercato delle materie prime, il petrolio torna a rafforzarsi dopo la decisione degli Stati Uniti di intensificare il blocco sulle esportazioni venezuelane. La mossa si traduce in una crescita superiore al 2% per il Brent, che supera i 61 dollari al barile, e per il WTI a oltre 57 dollari. Il rafforzato contesto geopolitico si riflette non solo sull’oro, ma anche sulle altre commodities, con prezzi che restano sostenuti dalla domanda resiliente e dall’offerta sotto pressione. Si registra inoltre un aumento nei prezzi del gas naturale al Ttf, mentre il comparto agricolo e quello energetico assistono a volatilità legata sia a fattori stagionali che politici. Più in generale, l’ampiezza e la varietà dei movimenti odierni sottolineano come il mercato globale delle materie prime rimanga profondamente interconnesso con eventi e tensioni internazionali.

Mercati obbligazionari: andamento di spread, tassi e ragionamenti su decisioni tassi prossimo anno

Sul fronte del reddito fisso, la saldatura tra tassi e spread resta centrale nelle scelte di portafoglio degli operatori istituzionali e privati. Lo spread Btp/Bund si attesta a 70 punti, con un rendimento del decennale italiano al 3,60%. Nel resto d’Europa, i bond governativi evidenziano scarti inferiori ma comunque in salita rispetto alle settimane passate. L’attesa per la nomina del prossimo presidente della Fed e la scommessa su almeno due tagli dei tassi nel corso del 2026 guidano le aspettative. La BCE mantiene una posizione prudente, lasciando i tassi fermi al 2%.

  • La domanda di obbligazioni a breve durata cresce in considerazione degli scenari di incertezza
  • Gli investitori tendono a diversificare con quota in metalli preziosi
La sintesi delle principali tendenze vede un comparto obbligazionario meno brillante che negli anni precedenti, ma ancora sostenuto dalla ricerca di sicurezza e da un contesto di tassi storicamente bassi. Gli sviluppi istituzionali e le future decisioni delle autorità monetarie saranno determinanti per il prossimo anno, sia per le obbligazioni sia per il comparto azionario.