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Male le Borse Usa nonostante Nvidia, le attese e previsioni per Borse, criptovalute, Btp, bond oggi venerd 21 novembre 2025

di Marcello Tansini pubblicato il
agenda finanziaria oggi venerd 21 novem

Le Borse globali vivono un clima incerto nonostante i riflettori su Nvidia, tra flessioni in Usa, Europa e Asia, calo di Bitcoin, tensioni su bond e spread. Lo scenario economico ridefinisce le previsioni e le strategie sui mercati

Le piazze finanziarie internazionali stanno attraversando una fase di marcata debolezza, con la volatilità che coinvolge tutte le aree geografiche.

Tra i motivi che alimentano questo clima incerto si segnala la particolare attenzione rivolta ai risultati e alle prospettive di Nvidia, protagonista assoluta nel settore dell’intelligenza artificiale. I risultati sorprendenti annunciati dal colosso californiano avevano inizialmente favorito un clima di cauto ottimismo sui mercati azionari, ma tale slancio si è rapidamente esaurito di fronte al riaccendersi dei dubbi sulle valutazioni elevate di molte società tecnologiche.

Contestualmente, le principali Borse mondiali sono state penalizzate anche dall’attesa per alcune scadenze tecniche, come la chiusura dei futures e delle opzioni su molti listini. In questo quadro di incertezza, gli investitori continuano a monitorare i dati macroeconomici, con scelte di portafoglio sempre più prudenti e diversificate tra asset rischiosi e rifugi tradizionali.

Le dinamiche in atto evidenziano una crescente attenzione ai possibili segnali di correzione e ricalibrazione delle aspettative per i prossimi mesi.

Panoramica delle principali Borse mondiali: Stati Uniti, Europa e Asia il 21 novembre 2025

L’attuale contesto globale si è caratterizzato recentemente per sedute contraddistinte da forte volatilità e correzioni dei corsi azionari, mentre l’effetto trainante dei risultati societari si è scontrato con persistenti timori legati a valutazioni troppo tirate, dati macro contrastanti e tensioni geopolitiche.

Negli Stati Uniti, dopo un inizio di settimana all’insegna della speranza grazie alle trimestrali di leader come Nvidia, gli indici hanno virato in territorio negativo, con cali marcati soprattutto per il segmento tecnologico. Anche in Europa, dopo momenti di recupero, sono prevalse le vendite, in particolare in coincidenza con le scadenze tecniche che hanno condizionato Piazza Affari e le altre piazze principali come Francoforte e Parigi.

In Asia, la tendenza ha risentito delle dinamiche negative di Wall Street e dei dubbi sulle stime di crescita globale, generando un clima di vendite sui listini principali come Tokyo, Hong Kong e Singapore. Fra i fattori più monitorati dagli operatori, si sottolineano le indicazioni provenienti dagli indici PMI, la revisione da parte delle agenzie di rating e l’orientamento delle principali banche centrali. Anche la domanda di asset rifugio, come l’oro, e la pressione sui prezzi delle materie prime energetiche giocano un ruolo non indifferente nell’equilibrio dei portafogli e nella gestione del rischio.

Performance delle piazze azionarie USA: effetto Nvidia e volatilità dei listini tech

I mercati azionari statunitensi hanno vissuto una giornata di brusche correzioni, specie sul comparto tech, suscitando interrogativi sull’andamento futuro dei listini. Gli indici principali hanno chiuso in ribasso: il Dow Jones si è attestato a 45.752 punti (-0,84%), l’S&P 500 ha perso l’1,56% scendendo a 6.539 punti, mentre il Nasdaq ha subito la flessione più marcata (-2,15% a 22.078 punti). Il focus degli operatori è stato rivolto ai conti di Nvidia, che pur avendo battuto le attese hanno acceso i riflettori sul rischio di sopravvalutazione nel settore dell’intelligenza artificiale. I timori per l’eccesso di entusiasmo intorno ai titoli tech si sono riflessi in una volatilità crescente e in una selezione più attenta dei titoli in portafoglio. Il mercato del lavoro americano ha offerto dati contrastanti, con un aumento dei nuovi occupati accompagnato da una risalita del tasso di disoccupazione, alimentando l’incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve. Le aspettative sui tassi restano quindi il principale catalizzatore della volatilità, con il comparto tecnologico particolarmente esposto alle variazioni dei rendimenti.

Andamento dei mercati europei e Piazza Affari tra scadenze tecniche e titoli di rilievo

L’apertura europea ha risentito delle chiusure negative di Wall Street e delle preoccupazioni relative alla sopravvalutazione del settore tecnologico. Piazza Affari è stata al centro dell’attenzione in virtù delle scadenze tecniche di futures e opzioni, che hanno reso nervosi gli scambi, con l’indice FTSEMib altalenante tra recuperi frazionali e inversioni di tendenza.

La performance dei listini continentali evidenzia una chiusura contrastata: Francoforte ha segnato un calo oltre l’1%, mentre Parigi e Londra hanno ridotto le perdite grazie alle buone trimestrali di alcuni titoli e alla tenuta dei settori bancario e utility. Sotto i riflettori, a Milano, le blue chip come Leonardo e Tim hanno mostrato vivaci recuperi, mentre il comparto delle banche ha beneficiato di acquisti diffusi.

Tra le notizie societarie, da segnalare l’aumento di capitale di Juventus FC e le dinamiche legate alle utility come A2A e Hera. Si conferma infine l’ampliamento delle strategie difensive, con un aumento della selettività sugli asset e una crescente attenzione agli sviluppi di politica monetaria e alle possibili revisioni del rating sovrano, in primis quello italiano da parte di Moody’s.

Crollo dei mercati asiatici e fattori di pressione a Tokyo e Hong Kong

Le Borse asiatiche hanno registrato le perdite più marcate della settimana, con il Nikkei di Tokyo in ribasso del 2,3% e arretramenti diffusi anche sui listini di Shanghai e Shenzen. L’Hang Seng di Hong Kong ha contenuto la flessione intorno all’1,9%, mostrando comunque una pressione diffusa sui titoli tecnologici.

In Giappone, l’ondata di vendite è stata favorita sia dalle prese di profitto dopo i rialzi del periodo precedente, sia dal riflesso negativo delle correzioni registrate sul Nasdaq USA e dagli elevati costi di investimento nei segmenti legati all’AI. Sui mercati asiatici pesa inoltre il rallentamento della crescita globale, la complessa congiuntura interna – segnata da dati di inflazione e PIL in chiaroscuro – e l’incertezza generata dalle recenti decisioni di politica monetaria.

Singapore si distingue per una flessione superiore al 2%, sintomo della vulnerabilità ai flussi commerciali regionali e ai rischi geopolitici presenti nell’area del Sud-est asiatico. In questo contesto, le strategie orientate a comparti difensivi e la ricerca di coperture dal rischio valutario risultano sempre più diffuse tra gli investitori istituzionali della regione.

Criptovalute e materie prime: calo di Bitcoin e dinamica di oro e petrolio

Il comparto delle criptovalute ha ripreso la discesa che già si era manifestata nelle ultime sedute: il Bitcoin si attesta attorno agli 85.500 dollari, confermando la perdita di slancio dopo le spinte rialziste dei mesi precedenti.

La volatilità resta elevata, in un contesto influenzato sia dal deteriorarsi del sentiment sugli asset rischiosi sia dalle prospettive di politica monetaria più restrittiva da parte della Federal Reserve. Sul fronte delle materie prime, l’oro ha interrotto il rally dei giorni passati e oscilla in area 4.040-4.070 dollari l’oncia, risentendo della riduzione delle probabilità di un taglio imminente dei tassi d’interesse negli Stati Uniti.

Il petrolio continua la sua fase di debolezza, penalizzato dalle prospettive di eccesso di offerta e dall’ipotesi di una distensione sul fronte delle sanzioni nei confronti della Russia, mentre le oscillazioni dei prezzi vengono amplificate dalle incertezze sul conflitto in Ucraina e dai dati sulla produzione globale. Il quadro attuale suggerisce che l’approccio degli investitori sia sempre più cauto e selettivo, sia sulle criptovalute sia sulle grandi materie prime tradizionali.

Focus su bond e spread: evoluzione dei rendimenti Btp-Bund e tensioni sui Treasury

Nel comparto obbligazionario, l’attenzione si concentra sull’andamento dello spread Btp-Bund e sulle tensioni emerse sui rendimenti dei titoli governativi americani. In Europa, lo spread tra Btp e Bund si attesta a circa 75 punti base: il rendimento del decennale italiano rimane stabile intorno al 3,45%-3,47%, segnando una fase di equilibrio nelle valutazioni degli investitori, anche in attesa del giudizio di Moody’s sul rating sovrano. I titoli di Stato dell’Eurozona continuano a risentire sia delle strategie degli investitori internazionali sia delle varie emissioni collocate da Francia e Spagna.

Negli Stati Uniti, i Treasury hanno visto una diminuzione dei rendimenti (decennale al 4,09%), con un clima di prudenza alimentato sia dai dati macro che dalla ricerca di asset difensivi in un contesto di incertezza sulle prossime mosse della Fed. La volatilità dei bond giapponesi aggiunge ulteriori elementi di attenzione, specialmente per gli effetti potenziali sulle finanze pubbliche in uno scenario di prolungata politica espansiva. Questa diversificazione degli scenari obbligazionari impone strategie attente alla gestione della duration e dei rischi di mercato.

Le prospettive macroeconomiche: PMI, dati sul lavoro, rating e scenario di politica monetaria

I dati macroeconomici pubblicati di recente offrono spunti di riflessione eterogenei sulle funzioni vitali delle principali economie avanzate. Nell’Eurozona, gli indici PMI sia manifatturieri sia dei servizi si mantengono in una fascia ancora espansiva (Pmi servizi intorno a 53 e composito a 52,5), mentre in Germania emergono segnali di moderata ripresa sostenuti da una ritrovata stabilità del settore industriale e da investimenti pubblici.

I dati statunitensi sottolineano la resilienza del mercato del lavoro – con 119mila nuovi impieghi nel mese e un tasso di disoccupazione stabile ma in lieve crescita – e una fiducia dei consumatori che resta sotto monitoraggio in vista delle prossime decisioni Fed. In Italia, la revisione del rating sovrano resta sotto osservazione in attesa dell’aggiornamento di Moody’s: la promozione avrebbe un impatto significativo sui costi di finanziamento del debito.

Le sfide di politica monetaria restano intense, con la divisione interna al FOMC sui tagli dei tassi, una BCE che predica prudenza e una BoJ ancora impegnata in politiche non convenzionali. Il quadro internazionale si caratterizza quindi per segnali misti che orienteranno le scelte degli operatori nelle prossime settimane.

Previsioni e attese per le strategie di investimento nelle prossime settimane

L’attuale fase di turbolenza e incertezza suggerisce per gli investitori un approccio basato su strategie difensive e diversificazione del rischio. La cautela appare la parola d’ordine fra asset manager e advisor che ribilanciano i portafogli, prediligendo titoli con fondamentali più solidi e una maggiore capacità di generare flussi di cassa.

Permane un interesse verso i settori legati a transizione energetica, innovazione tecnologica reale e difesa, mentre alcuni comparti ciclici e high growth vengono monitorati con prudenza. Gli asset rifugio, come oro e titoli di Stato dei Paesi avanzati, continuano ad essere una componente di equilibrio.

Gli investitori istituzionali scelgono inoltre di coprirsi dal rischio di tassi d’interesse e volatilità tramite strumenti derivati e opzioni, in considerazione delle prossime scadenze tecniche e degli appuntamenti chiave di politica monetaria. Il contesto appare ancora altamente condizionato dal flusso delle notizie macro e dalla velocità con cui possono mutare le condizioni di liquidità sui mercati globali.