Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Le città più inquinate di Italia, 25 sono sopra i livelli minimi. Quali conseguenze e rischi reali per la salute?

di Marianna Quatraro pubblicato il
Inquinamento in Italia

L'inquinamento atmosferico colpisce numerose città italiane, con dati preoccupanti per il 2024. Le città più a rischio, gli effetti sulla salute e le soluzioni per combattere lo smog

L'inquinamento atmosferico rappresenta una delle più gravi emergenze ambientali in Italia, colpendo direttamente la qualità della vita nelle aree urbane. L'aumento significativo delle città che superano i limiti di legge per le polveri sottili (PM10) e altri inquinanti, evidenzia la portata della crisi. Le zone più colpite includono grandi centri come Milano e Frosinone, ma anche molte altre realtà urbane. Questo scenario allarmante solleva interrogativi urgenti non solo sulla sostenibilità ambientale ma anche sui rischi sanitari per la popolazione esposta.

Le città più inquinate d'Italia e i dati allarmanti del 2024

Secondo il report Mal'Aria di Legambiente del 2024, ben 25 città italiane hanno superato i limiti giornalieri di legge per il PM10, segnando un netto peggioramento rispetto all'anno precedente. Sul podio delle città più inquinate si trovano Frosinone, che registra 70 giorni con livelli di polveri sottili superiori ai limiti consentiti, seguita da Milano con 68 giorni. Città come Verona e Vicenza occupano il terzo e quarto posto, con 66 e 64 giorni di sforamenti rispettivamente.

La situazione è particolarmente grave anche in altre località del Bacino Padano, come Padova e Venezia, che hanno registrato 61 giorni oltre i limiti. Nelle regioni del Nord, Brescia, Cremona e Torino si confermano tra i capoluoghi con dati fortemente preoccupanti. Tuttavia, l'inquinamento non riguarda solo il Nord Italia: anche città come Napoli e Catania, al Sud, sono pesantemente colpite.

Il problema dello smog risulta diffuso in maniera capillare, con numerose stazioni di rilevamento all'interno della stessa città che riportano valori critici. Per esempio, a Milano, non solo la centralina di via Marche ha superato i limiti, ma anche altre come Senato e Verziere. Lo stesso fenomeno si verifica a Vicenza, dove più centraline hanno registrato sforamenti significativi.

Con l'introduzione di nuovi limiti più stringenti previsti dalla Direttiva europea sulla qualità dell'aria al 2030, il quadro potrebbe peggiorare drammaticamente: il 71% delle città sarebbe considerato fuorilegge per il PM10. Attualmente, il 97% delle località monitorate supera i limiti raccomandati dall'OMS, rendendo evidente l'entità di una problematica che non interessa solo l'ambiente, ma anche la salute pubblica.

Rischi per la salute legati all'inquinamento atmosferico

L'inquinamento atmosferico rappresenta un grave rischio per la salute umana, soprattutto a causa della presenza di particolato fine (PM10 e PM2.5), biossido di azoto (NO2) e ozono troposferico. L'esposizione cronica a questi agenti inquinanti è strettamente correlata a una serie di patologie respiratorie e cardiovascolari. Studi scientifici evidenziano come il PM2.5, grazie alle sue dimensioni ridotte, possa penetrare profondamente nei polmoni e nel sistema circolatorio, causando infiammazioni croniche e favorendo lo sviluppo di malattie come l'asma, bronchiti croniche e insufficienze respiratorie.

Anche il biossido di azoto, prodotto principalmente dai motori a combustione interna e dalle caldaie, incide negativamente sulla salute. È associato a un aumento delle infezioni delle vie respiratorie, specialmente nei soggetti più vulnerabili come bambini e anziani. Le concentrazioni elevate registrate in molte città italiane peggiorano ulteriormente il quadro clinico per chi soffre già di patologie croniche.

Secondo l'OMS, l'inquinamento dell'aria è responsabile di circa 50.000 morti premature annuali in Italia. Oltre agli effetti sui polmoni, vi sono collegamenti inquietanti tra lo smog e malattie cardiovascolari come infarti e ictus. La lunga esposizione al particolato è in grado di aumentare il rischio di formazione di placche aterosclerotiche, contribuendo a una grave compromissione del sistema cardiocircolatorio.

Ulteriori studi suggeriscono una relazione tra inquinamento e patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e il Parkinson. Le particelle ultrafini possono oltrepassare la barriera emato-encefalica, favorendo processi infiammatori cerebrali. Infine, l'esposizione all'inquinamento atmosferico nella fase prenatale è collegata a un aumento del rischio di nascita prematura, basso peso alla nascita e disturbi dello sviluppo nei bambini.

Interventi e soluzioni indispensabili per combattere lo smog

Per contrastare in maniera efficace lo smog, sono necessarie politiche mirate e interventi strutturali in tutti i settori responsabili dell’inquinamento atmosferico. Un primo passo fondamentale riguarda la mobilità sostenibile. È indispensabile potenziare il trasporto pubblico rendendolo più efficiente e accessibile, con un’ampia transizione verso mezzi elettrici. Allo stesso tempo, bisogna limitare l’accesso ai veicoli altamente inquinanti nei centri urbani e favorire la creazione di Low Emission Zones (LEZ). L’espansione di aree pedonali e percorsi ciclopedonali, come nel cosiddetto modello della “città a 15 minuti”, potrebbe ridurre sensibilmente il traffico veicolare.

Anche il settore del riscaldamento domestico richiede interventi immediati. La progressiva eliminazione delle caldaie a gasolio, carbone e metano, a favore di sistemi alternativi come le pompe di calore, rappresenta una soluzione fondamentale per abbattere le emissioni nocive. Misure di riqualificazione energetica degli edifici, come l'isolamento termico e l’installazione di sistemi di riscaldamento a bassa emissione, devono essere estese su larga scala attraverso incentivi e normative specifiche.

Un altro settore strategico è quello agricolo, con particolare attenzione al bacino padano, dove le condizioni climatiche favoriscono l’accumulo degli inquinanti. È necessario un uso più controllato dei fertilizzanti e la razionalizzazione dell’attività zootecnica potrebbe portare a un calo significativo dei livelli di inquinamento.