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Le differenze tra piani individuali pensionistici (PIP) e i fondi pensioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono le principali caratteristiche dei piani individuali pensionistici e dei fondi pensioni, chi puŕ aderirvi e le differenze tra i due prodotti di investimento

Negli ultimi decenni, il sistema previdenziale in Italia ha subito profondi mutamenti, basti solo pensare alla Legge Fornero, ma non solo. La previdenza complementare è diventata essenziale per sostenere la capacità di spesa durante la pensione, andando ad affiancare il sistema pubblico obbligatorio.

In tale contesto emergono strumenti di risparmio a lungo termine come i piani individuali pensionistici (PIP) e i fondi pensione, soluzioni regolamentate a livello nazionale e monitorate dalla COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione).

Tali strumenti consentono di accumulare capitale destinato a fornire un'integrazione reddituale, offrendo flessibilità e benefici fiscali, in linea con le finalità della riforma del sistema pensionistico introdotta dal 1995 e rafforzata attraverso successive regolamentazioni.

Definizione e caratteristiche principali di Piani Individuali Pensionistici (PIP) e Fondi Pensione

I PIP sono contratti assicurativi a carattere previdenziale sottoscrivibili presso compagnie di assicurazione, accessibili senza limiti di categoria professionale. La posizione è personale e flessibile, i versamenti sono volontari e la gestione può essere orientata su comparti con diversi profili di rischio.

Invece, i fondi pensione possono assumere forma collettiva (negoziali/chiusi) o individuale (aperti), istituite da associazioni di categoria, banche o SGR. I fondi investono sui mercati finanziari secondo politiche specifiche definite dal regolamento interno; la partecipazione può comportare anche il versamento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), consolidando ulteriormente la posizione individuale.

La diffusione della previdenza complementare in Italia parte con le riforme degli anni '90 (riforma Dini), che hanno introdotto la necessità di integrare la copertura pubblica per garantire sostenibilità ai sistemi pensionistici. Il Decreto Legislativo 252/2005 rappresenta la fonte normativa principale e attuale, definendo le regole di costituzione, funzionamento e trasparenza dei fondi integrativi. Dapprima utilizzati soprattutto da lavoratori dipendenti, negli ultimi anni si è registrata una crescita delle adesioni individuali tramite PIP e fondi aperti, favorita anche da campagne di educazione finanziaria e incentivi fiscali.

Tipologie di fondi pensione in Italia: chiusi, aperti e individuali

  • Fondi chiusi (negoziali): destinati a lavoratori di specifici settori o aziende secondo CCNL o accordi di categoria; non hanno scopo di lucro e sono gestiti da enti autonomi separati dai promotori.
  • Fondi aperti: accessibili a qualsiasi lavoratore o soggetto interessato, promossi da banche, assicurazioni o SGR, consentono l’adesione tanto individuale quanto collettiva.
  • Piani Individuali Pensionistici: forme previdenziali individuali gestite da compagnie assicurative, con patrimoni separati e tutela specifica in caso di insolvenza dell’ente gestore.
Tipologia Aderenti Gestione Promotore
Fondo chiuso Categoria/settore Collettiva Sindacati/datori
Fondo aperto Chiunque Individuale/collettiva Banche/SGR/assicurazioni
PIP Chiunque Individuale Compagnie assicurative

Come aderire e modalità di contribuzione a PIP e fondi pensione

L’iscrizione può avvenire in modalità esplicita (su iniziativa del lavoratore) oppure tramite meccanismi previsti dai contratti collettivi. Nei fondi pensione chiusi è possibile destinare il TFR, aggiungendo eventuali contributi del datore di lavoro e versamenti volontari. Nei PIP la contribuzione è sempre su base individuale, più flessibile e svincolata dalla situazione occupazionale. I versamenti sono deducibili dal reddito IRPEF entro il limite normativo annuale. Esiste la possibilità, per tutte le forme, di integrare la posizione tramite versamenti aggiuntivi.

Come funzionano i PIP e i fondi pensioni, dalle scelte di investimento in base alla propria propensione al rischio ai costi fino alle opzioni di riscatto

I comparti di investimento disponibili permettono di modulare il proprio livello di rischio-rendimento in base all’età anagrafica, alla propensione personale e alla distanza dall’età pensionabile. I fondi offrono comparti obbligazionari, bilanciati, azionari, nonché linee garantite che riducono l’esposizione alle oscillazioni dei mercati finanziari. Le soluzioni lifecycle consentono il passaggio automatico verso linee a minor rischio negli ultimi anni di adesione. La diversificazione e la vigilanza delle Autorità (COVIP e IVASS) offrono una protezione aggiuntiva per gli aderenti.

I costi hanno un’incidenza significativa sulla performance finale. La COVIP obbliga i gestori a presentare l’Indicatore Sintetico dei Costi (ISC) per facilitare confronti trasparenti fra le diverse forme di previdenza complementare e informare gli utenti sull’impatto delle spese di gestione. I PIP spesso presentano un ISC superiore rispetto ai fondi chiusi a causa della struttura commissionale assicurativa. Indipendentemente dalla soluzione scelta, il patrimonio destinato alla previdenza complementare è segregato rispetto ai patrimoni delle società promotrici, assicurando un importante livello di tutela legale.

Sono 2 le principali possibilità di opzioni di riscatto a cui si aggiunge la portabilità e il passaggio da una forma pensionistica all'altra

  • Riscatto parziale o totale possibile nei casi di invalidità, decesso, disoccupazione prolungata o cassa integrazione.
  • Anticipazione fino al 75% per spese sanitarie o acquisto/ristrutturazione della prima abitazione, dopo 8 anni di partecipazione si può richiedere il 30% per esigenze diverse.
  • Gli iscritti possono trasferire la posizione tra forme pensionistiche diverse in caso di cambio di fondo, senza penalità e mantenendo i diritti maturati.

Vantaggi fiscali e regime tributario dei PIP e dei fondi pensione

I contributi versati sono deducibili fino a 5.164,57 euro annui dal reddito imponibile. I rendimenti sono soggetti a un’imposizione agevolata, pari al 20% rispetto al 26% degli altri strumenti finanziari. All’erogazione delle prestazioni, la tassazione è separata e decrescente in funzione della durata della partecipazione, raggiungendo un minimo del 9% dopo 35 anni di adesione (D.Lgs. 252/2005). In caso di anticipazioni non previste dalla normativa, le aliquote possono essere più elevate (fino al 23%).

Confronto tra PIP e fondi pensione: flessibilità, costi e scenari di convenienza

In estrema sintesi, prima di una analisi più dettagliata nella tabella sotto proposta si può dire che:

  • I PIP sono idonei per chi richiede elevata flessibilità nella contribuzione e ampia scelta delle modalità di erogazione.
  • I fondi pensione risultano più convenienti sul piano dei costi e, in ambito negoziale, garantiscono il contributo datoriale aggiuntivo rispetto al TFR.
Parametro PIP Fondo pensione negoziale/aperto
Adesione Individuale Collettiva/individuale
Costi Tipicamente più elevati Piu bassi per i negoziali
Flessibilità Alta (importo versamenti variabile) Collettivi più rigidi
Benefici fiscali Identici Identici
Gestione rischio Linee assicurative e unit linked Comparti gestiti professionalmente
Contributo datore lavoro Solo su accordo privato Sempre nei fondi negoziali

Criteri per la scelta della soluzione previdenziale più adatta

  • Durata prevista della contribuzione: le gestioni con orizzonte più lungo sono favorite dalla minore incidenza dei costi dei fondi negoziali.
  • Profilo lavorativo: per lavoratori autonomi, professionisti, e chi non rientra in una categoria protetta, i PIP o i fondi aperti rappresentano la principale alternativa.
  • Flessibilità richiesta: i PIP sono più adeguati a chi ricerca la possibilità di modulare o interrompere i versamenti senza vincoli.
  • Propensione al rischio: la scelta del comparto d’investimento e la presenza di linee garantite costituiscono un fattore di selezione importante.
  • Possibilità di ricevere contributi aggiuntivi: i fondi negoziali agevolano l’integrazione del capitale grazie al co-finanziamento dell’azienda.