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Leggi e normative nazionali e regionali per caldaie gas, stufe pellet o legno e camini in vigore

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
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Leggi nazionali e regionali 2024 per caldaiegas, stufe pellet o legno, camini

Leggi e normative nazionali e regionali 2024 per caldaie gas, stufe pellet o legno e camini

L'evoluzione delle normative energetiche e ambientali impone adeguamenti significativi per chi possiede o intende installare stufe a pellet, caldaie a gas o camini. Le leggi, sia a livello nazionale che regionale, stanno diventando sempre più stringenti per ridurre le emissioni di PM10 e CO2, particolarmente nelle regioni del nord Italia

Quadro normativo nazionale e regionale 2024-2025

Per il biennio 2024-2025, le normative relative a caldaie, stufe a pellet e camini sono soggette a ulteriori restrizioni. A livello nazionale, vengono confermati i requisiti di efficienza energetica e riduzione delle emissioni già indicati nel Regolamento Ecodesign. In aggiunta, diverse regioni del nord Italia hanno varato norme più severe per limitare l'impatto ambientale dell'uso di biomassa. In Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, si richiede che gli apparecchi abbiano una classificazione ambientale di almeno quattro stelle per poter essere installati e utilizzati. 

Regolamento Ecodesign 2022

Il Regolamento Ecodesign 2022 rappresenta un punto di svolta nella normativa europea in merito ai generatori di calore, tra cui caldaie e apparecchi a combustibile solido come le stufe a pellet e i camini. Questo regolamento è stato ideato per migliorare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni inquinanti, mirando a garantire che gli apparecchi rispondano a criteri rigorosi, promuovendo così pratiche di progettazione ecocompatibili.

Tra i parametri imposti dal regolamento, ci sono limiti chiari alle emissioni di polveri sottili, come il PM10, e di composti gassosi organici, tra cui il monossido di carbonio. In particolare, le emissioni di particolato non devono superare i 40 mg/m3, mentre quelle di OGC e NOx devono essere inferiori rispettivamente a 120 mg/m3 e 200 mg/m3. Inoltre, le specifiche di rendimento impongono che gli apparecchi raggiungano un'efficienza energetica minima del 65%.

L'obiettivo finale del Regolamento è quello di incentivare l'adozione di soluzioni di riscaldamento più sostenibili, diminuendo il contributo del settore al cambiamento climatico e migliorando la qualità dell'aria.

Normative regionali

Le normative regionali in Italia creano un mosaico di regolamenti specifici che regolano l'uso di stufe, camini e caldaie a biomassa, adattandosi alle condizioni ambientali e di qualità dell'aria proprie delle singole regioni.

In Lombardia, ad esempio, l'uso di generatori di calore obsoleti è severamente limitato: solo gli impianti classificati con almeno quattro stelle possono essere utilizzati, e chi non si adegua rischia sanzioni pecuniarie considerevoli, fino a 5.000 euro.

In Veneto, le restrizioni sono particolarmente rigide per quanto riguarda l'installazione di nuovi impianti. Dal 2019, è vietato installare generatori con una classe di prestazione inferiore alle quattro stelle, e l'uso di quelli classificati sotto le tre stelle non è consentito. Questo approccio mira a migliorare l'efficienza energetica degli edifici e a ridurre significativamente l'inquinamento da combustione.

In Emilia-Romagna, le normative si concentrano sull'elevato impatto delle emissioni di PM10 dai camini aperti e dalle stufe a legna e pellet di bassa classe. È in vigore il divieto di utilizzo di impianti con prestazioni inferiori a tre stelle nei comuni situati sotto i 300 metri di altitudine, laddove sono presenti alternative di riscaldamento più pulite. Le misure regionali incoraggiano l'adozione di tecnologie moderne a ridotto impatto ambientale. 

Il Piemonte ha adottato un quadro normativo che prevede la progressiva eliminazione dei generatori meno efficienti. Dal 2018, l'installazione di apparecchi con potenza inferiore a 35 kW e una classe di prestazione emissioni inferiore a tre stelle è stata vietata. Dal 2019, tutte le nuove installazioni devono rispettare almeno la classificazione a quattro stelle. Anche in questo caso, le normative regionali sono allineate con l'obiettivo di migliorare la qualità dell'aria e promuovere la sostenibilità ambientale.

Classificazione a stelle delle stufe

La classificazione a stelle delle stufe è uno strumento per valutare l'efficienza energetica e l'impatto ambientale degli apparecchi a biomassa, come stufe a pellet e camini. Questo sistema di classificazione è stato implementato per facilitare la scelta di soluzioni di riscaldamento più sostenibili, incoraggiando l'adozione di apparecchi che soddisfano standard sempre più severi di emissioni di inquinanti.

Le stelle, che variano da una a cinque, rappresentano il livello di prestazione emissiva degli apparecchi. Un numero di stelle più alto indica una maggiore efficienza e minori emissioni. Gli impianti classificati con quattro o cinque stelle rispettano i requisiti più stringenti, caratterizzati da emissioni ridotte di particolato e composti gassosi.

Questa classificazione è di cruciale importanza nelle regioni italiane, soprattutto al nord, dove l'inquinamento atmosferico è una preoccupazione per le amministrazioni locali. Gli impianti con meno di tre stelle sono spesso soggetti a restrizioni severe o divieti di utilizzo. 

Divieti e sanzioni

I generatori di calore classificati con meno di tre stelle sono spesso vietati e l'uso di questi impianti obsoleti può comportare multe che variano da 500 a 5.000 euro. Queste restrizioni sono particolarmente severe in regioni dove l'inquinamento atmosferico è un problema significativo. 

Tipologie di impianti vietati

Le normative vigenti impongono restrizioni su diverse tipologie di impianti di riscaldamento a biomassa non più conformi agli standard ambientali. In molte regioni, soprattutto del nord Italia, sono vietati i camini aperti e le stufe a legna o pellet che non raggiungono una classificazione minima di tre stelle. Questi impianti, notoriamente meno efficienti, sono associati a livelli elevati di emissioni inquinanti, che contribuiscono significativamente all'inquinamento atmosferico urbano.

I divieti riguardano anche i generatori di calore alimentati a biomassa legnosa con potenze nominali inferiori a 35 kW, se non adeguatamente classificati per le ridotte emissioni di CO2 e particolato. In Emilia-Romagna e Piemonte, per esempio, l'uso di apparecchi con classe di prestazione emissiva inferiore è fortemente regolamentato. I dispositivi con una classificazione bassa sono progressivamente eliminati dal mercato attraverso restrizioni all'installazione e all'uso, mirate a incentivare l'adozione di tecnologie più avanzate.

Queste misure si inseriscono in una più ampia strategia volta a migliorare la qualità dell'aria e a promuovere uno sviluppo sostenibile. Scegliere impianti di riscaldamento innovativi e meno inquinanti non è solo una scelta regolamentata ma un passo significativo verso la salvaguardia ambientale.

Sanzioni pecuniarie

Le sanzioni pecuniarie previste per chi non rispetta le normative sui sistemi di riscaldamento a biomassa variano sensibilmente in base alla regione e alla gravità della violazione. In generale, le multe partono da un minimo di 500 euro e possono raggiungere i 5.000 euro nelle aree più severe. Queste sanzioni sono applicate nei casi in cui vengano utilizzati impianti obsoleti o non conformi alle specifiche tecniche stabilite, come la classificazione a stelle inferiore a quella consentita.

Oltre alle multe, i trasgressori possono affrontare ulteriori costi legati alla necessità di adeguare o sostituire gli impianti non conformi. Regioni come il Piemonte e il Veneto hanno istituito controlli rigorosi per garantire il rispetto delle normative ambientali, sottolineando l'importanza della conformità per evitare sanzioni onerose. Queste politiche servono da deterrente e incentivano l'aggiornamento verso tecnologie più efficienti e sostenibili, proteggendo la qualità dell'aria e il benessere collettivo.

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