L'Italia sembra vivere una nuova stagione di attrattività per residenti e investitori, spinta da innovazione, investimenti, riforme fiscali e miglioramenti nella qualità della vita. Restano però sfide e contrasti da affrontare.
L'attrattività di un Paese rappresenta una sintesi dinamica di fattori economici, politici, sociali e culturali che influenzano le scelte di cittadini e imprese sulla localizzazione delle proprie attività o della propria vita. L'Italia sta ora guadagnando visibilità come meta interessante non solo per il turismo, ma anche per vivere e lavorare, grazie a una serie di cambiamenti che coinvolgono la struttura produttiva, il quadro normativo e le condizioni di qualità della vita. In un'epoca segnata da incertezza geopolitica e competizione fiscale, vari organismi internazionali rilevano un aumento dell'interesse verso l'Italia, sia da parte di investitori sia di professionisti.
Il nuovo scenario globale, caratterizzato da movimenti di capitale, tecnologie emergenti e una ridefinizione delle priorità in termini di benessere, merita dunque una riflessione sulle trasformazioni del contesto italiano.
Gli studi pubblicati dagli enti di ricerca internazionali e dalle società di consulenza strategica evidenziano una tendenza positiva per il Paese, come testimoniato dall'ascesa nel Global Attractiveness Index (GAI) 2025. L'Italia ha conquistato il 16° posto su 146 nazioni, guadagnando tre posizioni rispetto all'anno precedente e superando paesi come Danimarca, Belgio e Irlanda.
Questo avanzamento rappresenta il miglior risultato statistico dalla creazione dell'indice, in un contesto in cui Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania dominano le prime posizioni. Ulteriori conferme emergono dal “EY Attractiveness Survey Italy”, che per il 2024 segnala un incremento del 5% nei progetti di investimenti diretti esteri (IDE), un dato in controtendenza rispetto al calo medio europeo dello stesso periodo. Nel dettaglio, sono stati 224 i progetti IDE annunciati, a fronte dei 214 dell'anno precedente. Tra i motivi del recente appeal si segnalano:
L'attuale percezione di una Italia più attrattiva trova fondamento nel sostanziale aumento degli investimenti fissi lordi e nell'effetto leva generato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo strumento, promosso e sostenuto dall'Unione Europea, è pensato per modernizzare il Paese attraverso investimenti pubblici e riforme strutturali, con particolare attenzione alla digitalizzazione, all'innovazione e alla sostenibilità ambientale. Gli impulsi del PNRR includono:
Le politiche di friend-shoring e near-shoring, cioè la tendenza delle aziende globali a riorientare le catene del valore verso aree geopoliticamente stabili e vicine, hanno favorito il posizionamento strategico dell'Italia nel Mediterraneo. Ne è scaturita una attrattività crescente sia sotto il profilo industriale sia in ambito commerciale, mentre la semplificazione amministrativa e l'ampliamento delle relazioni diplomatiche hanno rafforzato la reputazione del Paese verso i soggetti internazionali interessati a fare impresa.
L'analisi dei dati più recenti rivela un'espansione degli investimenti esteri diretti, con una crescita superiore alla media registrata nei paesi partner dell'Unione Europea. Nel 2024, la quota italiana di IDE raggiunge il 4,2% del totale europeo, assicurando al paese il settimo posto nel ranking continentale.
L'origine degli investimenti conferma il primato degli Stati Uniti, pur con una lieve diminuzione della quota di mercato (dal 19% al 16%), mentre si osserva una maggiore presenza di investitori tedeschi (14%), francesi (13%), britannici (11%) e svizzeri (9%). Questi dati segnalano una maggiore integrazione nel contesto europeo e la varietà dell'interesse internazionale. Sul fronte settoriale, i comparti che catalizzano il maggior afflusso di capitali sono:
L'attrattività di un paese non si esaurisce nei numeri economici. Un elemento distintivo dell'Italia riguarda infatti la qualità della vita, un parametro decisivo per molte multinazionali e per gli stessi investitori privati. Il clima mediterraneo, l'offerta culturale, la rete di servizi sanitari e la gastronomia rappresentano leve spesso citate dagli attori internazionali nei sondaggi specializzati.
Anche il livello di capitale umano si riconferma come punto di forza: le competenze tecnologiche e digitali dei professionisti italiani vengono apprezzate soprattutto negli ambiti più avanzati, mentre il tessuto universitario e la formazione offrono risorse qualificate alle imprese. Le scelte normative in materia di gestione del lavoro, pur in presenza di criticità legate al cuneo fiscale, risultano nel complesso competitive rispetto ad altri paesi europei. La presenza sul territorio di una “pace sociale” stabile, unita a costi medi della vita inferiori rispetto a Londra o Monaco, aumenta ulteriormente la competitività nazionale.
Malgrado i progressi registrati negli ultimi anni, persistono ostacoli che frenano il pieno potenziale competitivo del Paese. Tra le principali criticità si individuano: