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Manovra Finanziaria 2026, da domani lunedì 15 dicembre voto emendamenti. Si entra in fase cruciale

di Marianna Quatraro pubblicato il
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La Manovra Finanziaria 2026 entra nel vivo tra votazioni parlamentari ed emendamenti. Novità su fisco, affitti brevi, dividendi, banche e pacchi extra-UE. Un intreccio di risorse, coperture e dibattito politico.

La discussione parlamentare della legge di bilancio per il 2026 è entrata nelle sue fasi più serrate, con l’esame degli emendamenti che costituisce il cuore del processo di revisione della proposta governativa. Dopo la presentazione in Senato, la manovra ha subito un iter di analisi approfondita in Commissione Bilancio, dove il governo ha depositato un maxi-emendamento che racchiude molte delle revisioni scaturite dal confronto interno alla maggioranza.

L’iter legislativo ora prevede alcune tappe chiave:

  • Votazione degli emendamenti già a partire da lunedì 15 dicembre in commissione;
  • Accoglimento delle modifiche prioritarie e valutazione dei sub-emendamenti entro tempi ridotti;
  • Sessione in Aula a Palazzo Madama, seguite dal passaggio alla Camera per il via libera definitivo, atteso tra Natale e la fine dell’anno.
Il numero degli emendamenti presentati da maggioranza e opposizioni si avvicina alle tremila unità, un dato che testimonia la forte pressione politica esercitata su ogni aspetto della legge. In particolare, le proposte hanno riguardato ambiti come la fiscalità sugli affitti brevi, la tassazione dei dividendi, le misure per il sistema bancario, ma anche il sostegno agli enti locali e i finanziamenti straordinari per le aree terremotate. Alcuni emendamenti condivisi tra i vari gruppi parlamentari rappresentano un tentativo di sintesi su provvedimenti ritenuti determinanti per l’interesse nazionale.

Le principali novità fiscali: affitti brevi, dividendi, banche e assicurazioni

Gli interventi fiscali programmati per il 2026 disegnano uno scenario di cambio significativo rispetto al recente passato, con misure mirate a garantire un gettito aggiuntivo e a rendere il sistema tributario più equo e trasparente. I punti nevralgici riguardano in particolare le nuove regole per il regime degli affitti brevi, le modalità di tassazione dei dividendi societari, la revisione delle deduzioni e aliquote per gli istituti bancari e assicurativi, nonché l’introduzione di un contributo per le spedizioni extra-UE.

Il Governo ha puntato a mantenere un bilanciamento tra il recupero di risorse, la necessità di non penalizzare eccessivamente gli operatori economici e la risposta a fenomeni di elusione. I provvedimenti si affiancano a una rimodulazione di alcuni tagli, come quello al sostegno al cinema, e all’introduzione di meccanismi più rigorosi per la gestione delle spese pubbliche. Si segnalano, a supporto della trasparenza e dell’efficacia della spesa, anche nuove azioni di audit nelle Regioni che non rispettano gli standard minimi nei macrosettori dell’assistenza sanitaria.

Affitti brevi: nuove aliquote e limiti

Tra le tematiche che hanno animato il dibattito parlamentare si segnala la stretta sulla tassazione delle locazioni brevi. Dal testo riformulato emerge il mantenimento della cedolare secca al 21% per il primo immobile destinato a locazioni di breve durata (meno di 30 giorni), mentre sul secondo bene locato l’aliquota viene portata al 26%. Superata la soglia delle due abitazioni messe a reddito, i proventi vengono direttamente inquadrati come reddito d’impresa, con obbligo di contabilità ordinaria anche per i privati. Questa disposizione nasce dalla volontà di contrastare forme di imprenditorialità mascherata da gestione privata, favorendo un recupero d’imposta più efficace e trasparente.

Il Parlamento ha inoltre recepito limiti più stringenti sul numero delle case affittate: la “presunzione d’impresa” scatta ora già al terzo immobile in locazione breve, in anticipo rispetto alle precedenti regole. La revisione delle soglie contribuisce ad armonizzare la normativa nazionale agli indirizzi europei in materia di tassazione dei canoni locativi. Nel complesso, queste nuove regole sono state motivate dall’esigenza di riequilibrare il mercato a tutela dei cittadini e degli operatori onesti.

Tassazione dei dividendi e delle transazioni finanziarie

I criteri riguardanti la tassazione dei dividendi delle società e delle partecipazioni hanno subito un notevole irrigidimento rispetto agli anni scorsi. La cosiddetta esclusione dalla doppia imposizione, concessa solo per le partecipazioni inferiori al 5% o di valore fino a 500.000 euro, coinvolge ora una platea più ristretta di soggetti. Per contro, i dividendi derivanti da partecipazioni eccedenti questi limiti verranno assoggettati a pieno regime impositivo, determinando un aumento del gettito tributarlo stimato in alcune decine di milioni all’anno.

Ulteriore novità riguarda l’incremento della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie: l’aliquota passa allo 0,4% già dal 2026 – raddoppiata rispetto ai livelli precedenti – ponendo l’Italia sullo stesso sentiero degli orientamenti adottati da altri partner europei. L’obiettivo è quello di arginare fenomeni speculativi e accrescere la trasparenza nei mercati, benché la misura incontri il dissenso degli operatori per un presunto effetto deterrente sugli investimenti a breve termine. Le risorse attese saranno destinate a esigenze di bilancio e ad alcune coperture di carattere sociale.

Modifiche per banche e assicurazioni

Le istituzioni bancarie e le compagnie assicurative saranno coinvolte da una serie di misure fiscali riformate per contribuire agli equilibri della manovra. Per gli istituti di credito, la quota di perdite deducibili, in relazione agli esercizi passati, viene ridotta dal 43% al 35% nel 2026 e dal 54% al 42% nel 2027; tale scelta mira a incrementare il gettito da questa categoria, stimato in circa 600 milioni nell’arco di due anni.

Le compagnie assicurative vedranno inoltre un significativo innalzamento dell’aliquota sui premi per le polizze auto relative agli infortuni del conducente: dal 2,5% al 12,5%, equiparando la tassazione a quella dell’Rc Auto. Questa armonizzazione delle aliquote risponde a contenziosi fiscali in essere e a indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, avendo un impatto finanziario importante nel medio termine senza retromarce sulle annualità passate.

La nuova tassa sui pacchi extra-UE

Viene istituito a livello nazionale un contributo di 2 euro per ogni pacco di valore non superiore a 150 euro proveniente da Paesi extra Unione Europea. L’obiettivo di questa misura è duplice: fornire coperture finanziarie aggiuntive e contrastare il cosiddetto “fast fashion”, fenomeno che vede crescere l’import di merci a basso costo con rapide rotazioni di consumo. Secondo le stime tecniche, la nuova tassa dovrebbe produrre un gettito di circa 122 milioni già nell’anno di applicazione, con un raddoppio previsto nei successivi esercizi finanziari.

Le risorse della Manovra e le coperture finanziarie: come vengono recuperati i fondi

Il raggiungimento dell’equilibrio finanziario della legge di bilancio 2026 si basa su un articolato pacchetto di misure, finalizzate principalmente al recupero di nuove entrate e alla restrizione delle deduzioni per alcune categorie economiche. Gli interventi strutturali sul regime degli affitti brevi, la riduzione delle percentuali di compensazione delle perdite per le banche, l’aumento dell’aliquota sulle polizze assicurative e il contributo sui pacchi, rappresentano le principali leve utilizzate per garantirsi un saldo di bilancio positivo.

Tra le altre disposizioni, si segnalano la destinazione di risorse certe alla città di Roma, la riduzione dei tagli al settore audiovisivo e l’inclusione di nuovi criteri di audit e controllo sulle Regioni che non raggiungono gli standard di assistenza sanitaria. Una quota rilevante degli spazi finanziari liberati sarà destinata a interventi per enti locali e aree svantaggiate, oltre che al rafforzamento di fondi per università e ricerca. Questa articolazione composita delle coperture mira a consentire l’accoglimento di alcune istanze parlamentari e sociali, garantendo al contempo la coerenza e la sostenibilità dell’intero impianto della manovra.

Dibattito politico, opposizioni e posizioni dei sindacati sulla Manovra 2026

Il percorso che ha portato alla definizione della legge di bilancio ha visto un intenso confronto tra maggioranza, opposizioni e sindacati. Da una parte, il Governo difende la necessità di interventi selettivi e regolatori, sottolineando i vincoli di bilancio imposti anche dal contesto europeo. Dall’altra, numerose forze parlamentari minoritarie e sindacali hanno espresso preoccupazioni sulla presunta iniquità di alcune misure e sul rischio di penalizzazione per alcune categorie, soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati.

Le critiche mosse dall’opposizione vertono su tematiche quali l’assenza di investimenti strutturali in sanità, la debolezza nel sostegno al potere d’acquisto delle famiglie e la mancata introduzione di una patrimoniale su grandi ricchezze. I sindacati hanno promosso scioperi e manifestazioni di protesta, chiedendo una redistribuzione più equa delle risorse e interventi selettivi su lavoro e previdenza. La pluralità di posizioni nel panorama sindacale si traduce in approcci diversi rispetto alla legge, con alcune sigle aperte al dialogo e altre orientate a una profonda contestazione pubblica delle scelte adottate.



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