La Manovra Finanziaria 2026 arriva a un momento cruciale: tra record di emendamenti e misure chiave per famiglie, imprese e lavoratori, si discutono cambiamenti su Opzione Donna, sanatoria edilizia e nuove prospettive fiscali.
L’iter parlamentare della legge di bilancio per il 2026 è entrato nella fase più intensa con la discussione degli emendamenti.
Nel contesto economico attuale, l’attenzione di partiti e cittadini si concentra sulle modifiche che potrebbero incidere concretamente sulla quotidianità: pensioni, fisco, lavoro, welfare e misure per la casa.
La settimana corrente si è rivelata densa di novità: la selezione degli emendamenti ammissibili, il confronto sulle misure più discusse e il lavoro trasversale tra maggioranza e opposizioni hanno dato vita a un clima di confronto serrato, ma anche a nuovi equilibri che potrebbero cambiare volto alla manovra.
Il lavoro sulle proposte di modifica alla legge di bilancio ha raggiunto numeri ancora una volta elevatissimi. In Commissione Bilancio del Senato sono stati depositati oltre 5.700 emendamenti, cifra superiore anche rispetto agli anni passati. Solo una parte minoritaria, circa il 7-10%, riceverà lo status di "segnalato" e potrà essere analizzata nel dettaglio, a fronte dell’obbligo di mantenere l’equilibrio dei conti pubblici (saldi invariati).
Le proposte arrivano da tutte le forze politiche, con un forte protagonismo dei partiti di maggioranza: Forza Italia (circa 677 emendamenti), Fratelli d’Italia (500), Lega (399) e Noi Moderati (62). Anche l’opposizione ha presentato quasi 4.000 richieste, impegnandosi su temi come fisco, lavoro, pensioni, no tax area e politiche industriali.
Tra i temi più gettonati nelle proposte figurano:
I giorni dal 1 al 5 dicembre sono stati caratterizzati da acceso dibattito in Commissione Bilancio e nelle aule parlamentari. Alcuni emendamenti particolarmente attesi hanno subito modifiche sostanziali, mentre altri sono stati accantonati o rimandati alla successiva fase della discussione.
Tra le proposte approvate o avviate verso l’agenda della Camera e del Senato:
Tra le proposte respinte o temporaneamente accantonate figurano:
Il tema della flessibilità previdenziale, e in particolare della misura nota come Opzione Donna, rimane uno degli argomenti più seguiti tra i lavoratori e nei media. Dopo l'iniziale esclusione dal testo base della manovra, la possibilità di una proroga è stata rilanciata da proposte emendative presentate sia da maggioranza che opposizione.
I requisiti in discussione per il 2026 si basano sull’estensione della finestra temporale per la maturazione dei criteri necessari: la lavoratrice dovrà aver raggiunto, entro il 31 dicembre 2025, almeno 35 anni di contributi e 61 anni d’età, con un’ulteriore riduzione possibile per le madri (fino a due anni). Questo aspetto si lega alla volontà di valorizzare i percorsi lavorativi discontinui e il lavoro di cura, particolarmente significativo tra le donne.
Una novità riguarda l’ampliamento della platea: la proposta più avanzata estende il beneficio anche a chi si trova in stato di disoccupazione, superando il vincolo della crisi aziendale per le lavoratrici licenziate. Sono inoltre oggetto di discussione ulteriori misure di inclusione sociale e la ricerca di coperture finanziarie sufficienti, stimate in circa 3,4 miliardi di euro su tre anni.
Permane però un nodo tecnico sul metodo di calcolo: la misura comporta la liquidazione dell’assegno interamente con il sistema contributivo, penalizzando l’importo rispetto ad altre vie di uscita tradizionali. Va inoltre considerato il regime delle “finestre mobili” che impone una attesa dai 12 ai 18 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Nel pacchetto degli emendamenti più discussi spicca la proposta di riaprire la sanatoria edilizia legata alla legge del 2003, tema che divide in modo netto le forze politiche e l’opinione pubblica. La misura, rilanciata da Fratelli d’Italia tramite un emendamento in Commissione, prevederebbe la possibilità per categorie finora escluse di accedere al condono, limitando però il beneficio agli immobili non ricadenti in zone rosse e rimettendo alle Regioni il compito di fissare le modalità applicative.
Le posizioni sono molto polarizzate: chi sostiene la riapertura invoca la necessità di equità per chi ha regolarmente versato le somme previste, mentre le opposizioni contestano il rischio di effetti distorsivi, rimarcando potenziali danni ambientali e il peso che tali misure avrebbero nella contesa elettorale.
Tra gli altri temi sensibili emersi nelle discussioni parlamentari di questi giorni:
La parte fiscale della manovra e gli incentivi a sostegno dei soggetti produttivi e del welfare rappresentano uno dei campi di maggiore confronto. Negli emendamenti presentati per l’esame 2026 figurano alcune novità di rilievo per le imprese, le famiglie e tutto il mondo del lavoro.
Il percorso della manovra finanziaria prosegue secondo un calendario serrato. Dopo la fase di deposito e segnalazione delle proposte, il Parlamento è chiamato alla selezione definitiva degli emendamenti ammissibili. Saranno qualche centinaio al massimo le proposte che affronteranno il confronto in aula, ridotte ulteriormente dai veti di ammissibilità e dalle necessità di mantenere i saldi invariati.
Nel corso della prossima settimana la Commissione Bilancio porterà in Aula solo gli emendamenti prioritari, mentre le altre proposte ritenute marginali verranno accantonate. L’iter parlamentare è destinato a concludersi entro la seconda metà di dicembre, con l’obiettivo di approdare all’ok definitivo del Senato, seguito dall’approvazione finale della Camera in tempo per l’inizio del nuovo anno fiscale.
Guardando alle prospettive, la fase attuale richiede un delicato equilibrio tra risposte alle esigenze sociali, opportunità di sviluppo e sostenibilità della spesa pubblica. Le principali misure saranno frutto di mediazioni serrate, con la possibilità che alcuni capitoli – come quelli relativi a pensioni, bonus e sanatorie – vengano rimandati a successivi interventi normativi o leggi di settore.