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Mettersi in proprio? Sempre più dipendenti diventano imprenditori e aprono attività grazie a IA secondo Linkedin

di Marcello Tansini pubblicato il
metetrsi in proprio grazie IA

L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo del lavoro nelle PMI italiane, favorendo la nascita di nuove attività imprenditoriali e trasformando i dipendenti in innovatori. Dati, strumenti, competenze e nuove reti si intrecciano in un contesto di sfide e opportunità.

Le piccole e medie imprese italiane stanno vivendo una fase di profonda trasformazione, spinte dall’avanzata dell’intelligenza artificiale che ridisegna ambizioni, strategie e processi. I dati più recenti emergono dal Work Change Report di LinkedIn, che fotografa le evoluzioni in atto partendo da una base solida: oltre 18 milioni di PMI analizzate a livello globale. Davanti alle nuove tecnologie, il tessuto imprenditoriale nazionale si trova a beneficiare di strumenti che fino a pochi anni fa erano riservati esclusivamente alle grandi aziende. L’IA si rivela oggi come un vero "equalizzatore", capace di generare opportunità sia per le imprese già consolidate sia per chi valuta di mettersi in proprio. La disponibilità pervasiva di soluzioni digitali riduce le barriere d’accesso, consente automazioni, aumenta la competitività e spinge i dipendenti stessi a considerare percorsi imprenditoriali prima inesplorati. Si assiste così ad una accelerazione dell’imprenditorialità interna, unita alla necessità crescente di formazione e aggiornamento continuo.

L’ascesa dell’imprenditorialità tra i dipendenti: i dati del Work Change Report di LinkedIn

Dalla ricerca LinkedIn emergono numeri che raccontano una vera e propria "fuga" verso l’imprenditorialità: tra luglio 2024 e luglio 2025 il numero di professionisti che ha inserito la parola “founder” sul proprio profilo a livello globale è aumentato del 60%, raddoppiando il dato del 2022 nelle principali economie analizzate. Un lavoratore su cinque dichiara di voler intraprendere una propria attività sul breve periodo. In Italia, quasi quattro dipendenti su dieci (il 39%) nelle PMI affermano di essere pronti a considerare strade imprenditoriali. Questo cambiamento di prospettiva si collega direttamente all’avvento concreto dell’AI nei processi aziendali: il 22% dei lavoratori italiani condivide di servirsi autonomamente dell’intelligenza artificiale per attività complesse, mentre un ulteriore 31% la utilizza per compiti quotidiani come la gestione delle email, la sintesi di testi o la documentazione.

  • Incremento del 60% dei membri LinkedIn con qualifica “founder” a livello globale
  • 39% dei dipendenti italiani in PMI prende in considerazione l’attività in proprio
  • Utilizzo costante di piattaforme innovative e strumenti smart
La spinta verso l’autonomia imprenditoriale trova fondamento in due elementi essenziali: la facilità di accesso agli strumenti digitali e la maggiore fiducia nelle proprie capacità di innovazione, rafforzate dall’infusione di nuove competenze digitali. In questo contesto, la visione imprenditoriale si allarga progressivamente a persone che mai prima avevano valutato di creare una propria realtà. La fotografia tratteggiata dal Work Change Report suggerisce un’Italia in rapido movimento, pronta a superare schemi tradizionali in favore di una cultura lavorativa sempre più imprenditoriale e dinamica.

Adozione dell’intelligenza artificiale nelle PMI: strumenti e vantaggi competitivi

Sul fronte dell’applicazione, l’intelligenza artificiale è già integrata nell’85% delle PMI a livello globale, con l’Italia che segue questo trend con entusiasmo e velocità. Gli strumenti adottati vanno dalla gestione del customer service (automatizzazione dei canali di risposta) alla generazione di contenuti marketing, fino al supporto per il recruiting e per le decisioni guidate dai dati. Si tratta di funzionalità avanzate che, prima dell'attuale rivoluzione digitale, erano prerogativa esclusiva delle grandi imprese. Ora, invece, la tecnologia permette alle PMI di competere su segmenti di mercato prima inaccessibili e di scalare la propria competitività con rapidità.

  • Automazione di attività ripetitive: ottimizzazione delle operations e riduzione dei costi
  • Generazione di contenuti e analisi dati: marketing personalizzato e strategie di business data-driven
  • Miglioramento della produttività: semplificazione dei processi quotidiani grazie ad app AI integrate
Il 70% dei responsabili marketing delle PMI italiane si dichiara convinto che l’intelligenza artificiale aiuterà i brand più piccoli a competere con aziende di fascia superiore. In Italia, il 56% dei lavoratori nelle PMI crede che l’integrazione dell’AI migliorerà la propria giornata lavorativa, confermando come l’efficacia della tecnologia non sia solo nelle grandi strategie, ma anche nelle soluzioni immediate e quotidiane. In sintesi, la corsa all’adozione dell’AI non si basa più sulla domanda "se" introdurla, ma piuttosto su quanto velocemente e con quale maturità e competenza saperla integrare nello sviluppo aziendale.

Come l’AI stimola nuove competenze e la formazione continua

L’impatto dell’intelligenza artificiale non si limita alla sfera tecnologica, ma investe in pieno la crescita delle competenze. In Italia, la formazione specifica su questo fronte sta accelerando progressivamente: nelle PMI con 11-50 dipendenti, le skill legate all’AI sono cresciute del 54% su base annua, superando il 39% riscontrato nelle grandi aziende. La particolarità italiana si osserva anche nella scelta di puntare su percorsi di formazione interna promossi dai datori di lavoro: il 44% dei lavoratori in PMI dichiara che le proprie capacità di integrare strumenti AI derivano dalla partecipazione a corsi e progetti aziendali dedicati.

  • Incremento delle skill digitali all’interno delle PMI
  • Formazione impostata sia su competenze tech che su soft skill gestionali e relazionali
  • Ruolo cruciale delle iniziative promosse dai datori di lavoro
Nonostante la crescita, il bisogno di orientamento e guida rimane elevato: il 36% dei professionisti nelle PMI italiane ammette di non sapere quali saranno le competenze determinanti oltre all’uso dell’AI. Questo dato suggerisce l’esigenza di modelli formativi più strutturati e orientati sia all’innovazione tecnica che all’employability di lungo periodo. L’intelligenza artificiale così si afferma come leva per una formazione continua, dove hard e soft skill si contaminano in modo sempre più virtuoso.

La sinergia tra intelligenza artificiale e rete professionale: autenticità, connessioni e crescita imprenditoriale

L’espansione dell'AI all’interno delle PMI italiane genera nuove opportunità, ma anche sfide legate all’autenticità dei brand e alla centralità della persona. In un ambiente in cui i contenuti generati dall’AI si moltiplicano a ritmo esponenziale, distinguersi attraverso la voce umana e la genuinità delle relazioni diventa sempre più importante. Il 77% dei marketer di PMI italiane concorda che, proprio per la predominanza di tecnologie avanzate, è essenziale valorizzare le testimonianze di clienti, partner, esperti e creator reali.

  • La fiducia e l’autenticità rappresentano nuovi driver di successo per l’impresa moderna
  • La ricerca LinkedIn evidenzia che il 64% degli operatori preferisce verificare le informazioni tramite reti professionali e sociali
  • Il networking professionale diventa leva per generare lead, supportare decisioni e creare valore
In Italia, la crescita delle reti professionali mostra una dinamica interessante: chi lavora nelle PMI con meno di 50 dipendenti registra una crescita del proprio network dell’8% anno su anno, leggermente al di sotto del 10% delle grandi aziende, sottolineando l’importanza strategica di investire nelle relazioni per trasformarle in vantaggi competitivi.

Sfide, opportunità e trasformazioni culturali: quale futuro per le PMI e i nuovi imprenditori?

Il futuro delle PMI italiane e dei nuovi imprenditori si gioca su un equilibrio non banale tra innovazione tecnologica, cultura d’impresa, formazione e dimensione umana. Le sfide principali riguardano la capacità di colmare i gap nelle competenze digitali, evolvere il tessuto imprenditoriale verso una maggiore inclusività e promuovere politiche attive per la riqualificazione. Oggi, come mostra il Work Change Report, l’adozione dell’AI è vista come una gara a chi si integra più rapidamente e con maggior efficacia, ma è la trasformazione culturale il vero asse strategico:

  • Favorire la contaminazione fra tecnologie e capacità relazionali
  • Costruire reti imprenditoriali robuste, anche tramite occasioni informali
  • Valorizzare la diversità delle competenze, promuovere una visione ampia del futuro del lavoro
Policymaker, associazioni e piattaforme digitali sono chiamati a sostenere questo percorso, aiutando i lavoratori a orientarsi verso ruoli sempre più qualificati e improntati all’innovazione. L’Italia si configura come uno degli ecosistemi più dinamici, pronto a integrare AI e networking per dare vita a un nuovo modello di successo imprenditoriale.