Il maxi piano Nestlè prevede 16mila licenziamenti, toccando marchi storici e diverse aree geografiche. Italia inclusa.
Nel contesto di una trasformazione globale dell’industria alimentare, Nestlè, nota multinazionale svizzera ha avviato un radicale piano di riduzione del personale, prevedendo l’uscita di circa il 6% della forza lavoro su scala mondiale nei prossimi due anni.
Il progetto coinvolgerà diversi settori e divisioni, tra cui linee produttive storiche, e risulta legato a una revisione della strategia del gruppo per il futuro.
In Italia, così come in altri Paesi chiave, le ricadute saranno tangibili sia sul piano occupazionale sia su quello industriale, coinvolgendo numerosi segmenti dell’azienda che da sempre rappresentano punti fermi nel settore agroalimentare.
Dietro la scelta di un taglio così consistente all’organico, si intrecciano diversi fattori strategici ed economici. Negli ultimi anni, la conglomerata elvetica ha evidenziato una flessione delle vendite reported, scese dell’1,9% nei primi nove mesi dell’anno, segnando un rallentamento della crescita già iniziato nel 2022.
Parallelamente, la pressione competitiva a livello globale e i cambiamenti nelle abitudini di consumo hanno messo in discussione la redditività di molte aree di business.
In risposta, il gruppo sta perseguendo una cultura aziendale orientata alla performance e all’efficienza, attuando un forte contenimento dei costi.
Una parte consistente dei risparmi deriverà dalla vendita o chiusura di divisioni considerate meno efficienti e dall’ottimizzazione dei processi produttivi e logistici.
La scelta di potenziare l’investimento in pubblicità e innovazione testimonia la volontà di rilancio e la ricerca di una maggiore competitività globale.
Le "decisioni difficili” sono state motivate dalla necessità di salvaguardare la redditività per gli azionisti e garantire solidità finanziaria nel lungo periodo, in un contesto internazionale più instabile e competitivo rispetto al passato.
La riduzione annunciata coinvolgerà circa 16mila persone a livello mondiale, con un impatto diretto sia nelle sedi produttive principali sia nelle filiali locali. In Italia, dove Nestlé conta circa 4.600 dipendenti, il clima di incertezza è palpabile: molte famiglie e comunità locali rischiano di dover fronteggiare conseguenze sociali rilevanti, con possibili ricadute sugli indotti e sul tessuto economico.
Il personale interessato dai licenziamenti non sarà limitato solamente alla produzione, ma comprenderà anche ruoli legati alla logistica e in parte al management intermedio.
A livello internazionale, le operazioni concorderanno su aree già soggette a tagli oppure integrate nelle strategie di riorganizzazione.
La razionalizzazione programmata avrà un impatto su una gamma diversificata di brand e prodotti, in particolare quelli considerati meno strategici sul piano della marginalità. Il portafoglio del gruppo comprende numerosi marchi iconici e prodotti molto presenti nella quotidianità, dalle referenze dolciarie alle bevande e fino al pet food.
In particolare
L’annuncio del piano di esuberi e di razionalizzazione dei costi ha generato reazioni immediate nei mercati finanziari, con un’impennata delle quotazioni azionarie presso la Borsa di Zurigo.
Dato | Valore |
Posti di lavoro tagliati | 16.000 |
Risparmio previsto | 3 miliardi CHF (3,2 miliardi €) |
Percentuale forza lavoro | 6% |
Quota Norges Bank Investment Management | 3% |
Per sostenere la nuova fase, sono in corso numerose azioni di riorganizzazione: dall’ottimizzazione delle linee produttive all’eventuale cessione di business non ritenuti più strategici, fino all’intensificazione delle attività di marketing e innovazione. L’obiettivo è impostare una struttura aziendale “snella”, focalizzata sui mercati più floridi e sulla leadership nei segmenti core come caffè, dolciari e alimenti per animali.
Tra i cambiamenti rilevanti, si segnalano:
Nato in Austria, con una carriera che si è sviluppata tra America Latina ed Europa e un percorso da country manager fino ai vertici di Nespresso, Navratil si è distinto per la capacità di guidare processi di trasformazione e rilancio.
Sotto la sua guida è stata rafforzata la vision orientata alla “performance” e all’innovazione. Il manager si è espresso a favore di una mentalità aziendale che premia risultati ed efficienza, capitalizzando su una lunga esperienza interna e su una conoscenza profonda delle dinamiche del settore.