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Non riesci a vedere le partite di Serie A e Champions League? Bloccato il 70% dei siti web e accessi con maxi operazione polizia

di Chiara Compagnucci pubblicato il
bloccati siti pirateria

Sarà sempre più difficile vedere partite di calcio di Serie A, Champions League o serie tv e film su siti di streaming illegali dopo la chiusura del 70% del mercato della pirateria condotta dall'ultima operazione delle Forze dell'Ordine

Negli ultimi anni il fenomeno dello streaming illegale di contenuti audiovisivi ha raggiunto una diffusione senza precedenti, coinvolgendo centinaia di migliaia di utenti in Italia e oltre i confini nazionali.

Piattaforme come Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime e Netflix si sono ritrovate a fronteggiare reti organizzate che, tramite sistemi IPTV pirata, offrivano nell’illegalità pacchetti live e on demand di eventi sportivi come Serie A e Champions League a prezzi irrisori.

Questi circuiti paralleli non solo erodono le entrate dell’industria dell’intrattenimento, ma alimentano organizzazioni criminali strutturate e sottraggono risorse al sistema economico e occupazionale.

L’intervento delle forze dell’ordine ha portato a recenti operazioni di portata nazionale e internazionale, che hanno colpito duramente l’infrastruttura delle IPTV illegali, oscurando milioni di connessioni e segnando una tappa rilevante nella tutela delle opere protette.

La maxi operazione anti-pirateria: numeri e impatto dello stop degli streaming illegali

L’operazione svolta dalla Procura di Catania ha rappresentato uno degli interventi più incisivi contro lo streaming illegale mai condotti in Italia. Circa l’70% del mercato nazionale della pirateria digitale è stato coinvolto dall’azione, con oltre 900.000 utenti collegati a reti di IPTV pirata che trasmettevano contenuti protetti da diritti d’autore di emittenti televisive e operatori streaming. Le forze dell’ordine hanno eseguito provvedimenti cautelari contro otto persone, con arresti domiciliari e numerose perquisizioni su tutto il territorio nazionale, ma anche all’estero, in collaborazione con autorità europee.

  • Profitti generati stimati in circa 10 milioni di euro nei soli mesi di monitoraggio
  • Danni all’industria audiovisiva che possono superare 30 milioni di euro mensili
  • Sequestrati oltre 2.500 canali e server illeciti raggiungendo numeri record a livello europeo
Questi risultati sono il frutto di un’indagine di due anni, con una vasta rete di collaborazioni tra polizie postali, servizi di sicurezza cibernetica e l’adozione di strumenti avanzati d’investigazione. L'impatto dello stop ha portato all’oscuramento massivo dei servizi pirata, con il coinvolgimento di utenti non solo italiani, ma anche residenti in altri Paesi europei, come dimostrano le perquisizioni avvenute nella Confederazione svizzera e in altre nazioni.

La portata economica del network, con un giro d’affari che a livello europeo raggiungeva miliardi di euro l’anno, mostra la complessità e la pericolosità della pirateria organizzata, sia per l’industria culturale sia per le finanze pubbliche e la tutela dei diritti.

Come funzionava il network dello streaming illegale in Italia e all'estero

Le recenti indagini hanno messo in luce l’esistenza di una vera e propria filiera criminale, in grado di replicare l’offerta legale delle principali piattaforme con costi irrisori per gli utenti. Al centro della filiera vi erano i cosiddetti pezzotti, dispositivi o applicazioni capaci di ricevere flussi video criptati e rivenderli a spettatori paganti tramite abbonamenti illegali.

  • Infrastruttura ICT articolata su server sparsi tra Italia, Europa orientale e Asia
  • Utilizzo di server noleggiati presso hosting esteri, occultati attraverso l’uso di identità fittizie e documenti falsi
  • Applicazioni di messaggistica criptata per comunicazioni interne e logistiche
  • Canali Telegram riservati alla gestione dei reseller e alla diffusione di istruzioni operative
La rete era in grado di trasmettere in contemporanea palinsesti live, eventi sportivi di rilievo internazionale e un ampio catalogo di film e serie TV. Il network faceva leva sul fenomeno dei costi elevati delle offerte legali, intercettando la domanda di famiglie alla ricerca di soluzioni low-cost, giustificata dalla forte segmentazione dei diritti tra diverse piattaforme.

Ruoli, struttura e modalità operative dell'associazione criminale

L’organizzazione disarticolata nell’indagine si presentava con una chiara struttura gerarchica e una notevole specializzazione interna. Al vertice vi erano i promotori, responsabili delle principali decisioni strategiche:

  • Capo e vice capo: Gestivano la leadership e le linee guida dell’associazione, coordinando strategie e rapporti internazionali
  • Master e admin: Responsabili rispettivamente del funzionamento tecnico e delle dinamiche di accesso alle risorse informatiche e ai contenuti audiovisivi
  • Tecnici: Addetti alla manutenzione del sistema, alla gestione dei server clandestini e alla sicurezza dei flussi dati contro indagini e attacchi informatici
  • Reseller: Fungevano da intermediari tra il network centrale e gli utenti finali, distribuendo abbonamenti pirata e garantendo il rispetto di un rigido catalogo di regole interne per evitare il tracciamento da parte delle autorità
Le attività erano suddivise tra Catania, Roma, Brescia e città estere, con ciascun nodo operativo dotato di autonomia ma strettamente coordinato dal vertice nazionale e internazionale. Diversi membri si occupavano della gestione di identità fittizie e della realizzazione di documentazione contraffatta, necessarie a intestare dispositivi, carte di credito e contratti di hosting al fine di rendere più difficoltoso il lavoro investigativo.

L'indagine 'Gotha 2': strumenti tecnologici, tecniche d'elusione e perquisizioni

Nell’ambito dell’indagine denominata "Gotha 2", la Polizia Postale e la Procura di Catania hanno adottato una pluralità di strumenti innovativi per smantellare le reti di streaming illegale e individuare i responsabili. Operando su scala internazionale, sono stati sequestrati computer, smartphone e server in diverse città italiane ed europee.

  • Monitoraggio dei flussi di pagamento verso piattaforme digitali e analisi degli indirizzi IP associati alle attività fraudolente
  • Utilizzo di tecniche di digital forensics per ricostruire la catena distributiva dei contenuti illeciti
  • Blocco dei server presso data center esteri, spesso registrati tramite identità e documenti fasulli
  • Applicazione della legge 93/2023 e dei poteri dell’AGCOM per l’oscuramento tempestivo dei siti pirata
La perquisizione ha coinvolto congiuntamente forze di polizia italiane e corpi di polizia di altri Paesi, portando a ulteriori sviluppi nei confronti di società di hosting, intermediari finanziari e gruppi criminali esteri. Gli strumenti investigativi hanno permesso l’identificazione dei membri chiave dell’associazione e la raccolta di prove determinanti per gli arresti e le richieste cautelari.

Conseguenze legali e rischi per utenti, distributori e industria audiovisiva

La diffusione dello streaming illegale comporta una serie di implicazioni penali, civili ed economiche sia per chi organizza il network che per gli utenti finali. Dal punto di vista normativo, le principali sanzioni e rischi sono:

  • Art. 171-octies della legge sul diritto d’autore: prevede fino a 3 anni di reclusione e 15.000 euro di multa per organizzatori e distributori
  • Responsabilità penale anche per il solo utilizzo di servizi pirata, con crescente attenzione alle azioni legali dirette verso gli utenti (richieste di risarcimento in sede civile da parte delle piattaforme titolari dei diritti)
  • Confisca dei dispositivi usati per la ricezione illecita dei segnali IPTV
Oltre al rischio giudiziario, il fruitore finale si espone a ulteriori pericoli:
  • Compromissione della sicurezza informatica dei propri dispositivi
  • Furto di dati personali e bancari, visto l’uso di piattaforme non protette
  • Responsabilità civile per danni arrecati alle aziende titolari dei diritti, che possono fornire agli utenti formali richieste di risarcimento
L’industria audiovisiva e dello sport subisce danni economici rilevanti, con una riduzione degli investimenti e degli introiti in pubblicità, impattando l’intero sistema economico nazionale e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.

Le reazioni delle istituzioni, delle piattaforme colpite e il futuro della lotta alla pirateria digitale

L’operazione "Gotha 2" ha generato un ampio consenso da parte di istituzioni pubbliche e operatori privati. Dirigenti delle principali piattaforme, come Andrea Duilio (Sky) e Stefano Azzi (Dazn), hanno sottolineato il valore delle attività investigative e l’importanza della tutela della legalità per garantire la sostenibilità del mercato e la sicurezza degli utenti. In particolare:

  • Apprezzamento delle iniziative di AGCOM e delle forze di polizia che, grazie a nuovi strumenti normativi, sono riuscite a intervenire rapidamente sull’oscuramento dei siti
  • Riconoscimento della collaborazione internazionale come elemento chiave per interrompere reti con base sia locale sia globale, dotate di infrastrutture tecnologiche avanzate
  • Richiesta di ulteriore sinergia tra autorità giudiziarie, forze di polizia e operatori tecnologici per prevenire nuove versioni dei sistemi pirata