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Nuova tegola su Shein, indagine su pubblicità ingannevole si aggiunge all'accusa di sostanze nocive sui vestiti

di Marianna Quatraro pubblicato il
Shein e-commerce

Shein, il colosso della moda low-cost è sotto i riflettori. Le principali cause di indagine del famoso brand cinese

Shein, il noto gigante cinese del fast fashion, sta affrontando un periodo tumultuoso a causa di indagini legali in corso. L'azienda è sotto la lente d'ingrandimento dell'Antitrust italiana per presunti casi di greenwashing e pubblicità ingannevole legata alla sostenibilità ambientale dei suoi prodotti. Le accuse si concentrano su affermazioni che sembrano non riflettere il vero impegno aziendale verso pratiche sostenibili. Contemporaneamente, è stata rilevata la presenza di sostanze chimiche nocive in alcuni capi di abbigliamento Shein, sollevando ulteriore preoccupazione tra i consumatori e le autorità competenti.

L'istruttoria dell'Antitrust: messaggi fuorvianti sulla sostenibilità e accuse di greenwashing

L'istruttoria dell'Antitrust si concentra sull'analisi di comunicazioni presenti nel sito italiano di Shein, che potrebbero essere ingannevoli, soprattutto nella loro rappresentazione dell'azienda come sostenibile. Le sezioni del sito Internet, come #SHEINTHEKNOW ed evoluSHEIN, sono state bersaglio di critiche per la loro presunta non conformità ai reali standard ambientali. Le dichiarazioni evidenziate comprendono affermazioni generiche sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sull'uso di fibre ecologiche, che l'Antitrust sospetta possano non essere interamente veritiere.

Le comunicazioni possono trasmettere un'immagine di impegno verso la sostenibilità che non trova riscontro nelle pratiche aziendali effettive. Inoltre, viene sollevato il problema che tali affermazioni non sono sempre supportate da dati o certificazioni verificabili, contribuendo a una percezione ambigua delle iniziative ambientali di Shein.

L'Antitrust mira a determinare se queste comunicazioni possano indurre i consumatori a prendere decisioni di acquisto basate su informazioni inesatte. Questo tipo di pratiche, se confermate, potrebbero costituire una violazione delle norme sulla pubblicità ingannevole, che richiedono una rappresentazione veritiera e completa delle caratteristiche dei prodotti.

Nel contesto di un mercato sempre più attento alle questioni ambientali, pratiche commerciali ingannevoli possono non solo minare la fiducia dei consumatori ma anche danneggiare concorrenti che rispettano criteri di sostenibilità autentici. La trasparenza e l'accuratezza delle informazioni fornite diventano quindi imprescindibili per garantire una concorrenza equa e la tutela dei diritti dei consumatori.

Sostanze tossiche nei capi Shein

I test condotti da Öko-test su 21 capi e accessori di abbigliamento di Shein hanno inoltre messo in luce risultati preoccupanti riguardo alla presenza di sostanze chimiche tossiche. Nei test di laboratorio, molti articoli, inclusi abiti per neonati e ragazzi, sono risultati contaminati da elementi pericolosi come l'antimonio e i metalli pesanti. I test hanno anche scoperto la presenza di piombo in concentrazioni elevate, superando i limiti imposti dall'Unione Europea; nelle scarpe e negli accessori sono stati trovati inoltre  idrocarburi policiclici aromatici (IPA), noti per il loro potenziale cancerogeno, con livelli che hanno superato di 22 volte le soglie europee. Gli articoli esaminati sono stati giudicati insoddisfacenti anche per mancanza di trasparenza da parte di Shein riguardo ai processi produttivi. 

Le possibili conseguenze per Shein e il futuro del fast fashion

Le indagini in corso e le accuse contro Shein potrebbero avere ripercussioni significative sul colosso del fast fashion. Se l'Antitrust confermerà le pratiche di pubblicità ingannevole e l'utilizzo di sostanze tossiche, Shein potrebbe affrontare pesanti sanzioni e obblighi di risarcimento per i consumatori.

Questi eventi possono fungere da catalizzatore per un cambiamento strutturale nel settore, spingendo le aziende a migliorare la trasparenza delle loro filiere produttive e ad adottare pratiche più sostenibili. Inoltre, aumentano le pressioni regolatorie per un maggiore controllo sulla sicurezza e sulla sostenibilità dei prodotti.