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Nuovo Reddito di cittadinanza europeo al vaglio dell'Ue, ecco per chi e come sarà

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Reddito di cittadinanza europeo

Oltre a fornire assistenza ai cittadini in difficoltà dal punto di vista economico, il Reddito di cittadinanza europeo costituirebbe un meccanismo di stabilizzazione per tutti i Paesi membri della Ue.

Pasquale Tridico, ex presidente dell'Inps e attuale docente universitario, ha presentato una proposta per istituire il Reddito di cittadinanza europeo. Secondo questa proposta, il finanziamento potrebbe arrivare da una tassazione sui capitali delle società. Questa iniziativa, nota come welfare europeo, si propone di creare una rete di sicurezza finanziaria per i cittadini europei, sostenuta da risorse provenienti dal bilancio dell'Unione europea. Ecco cosa sta succedendo:

  • Come sarà il Reddito di cittadinanza europeo
  • Per chi sarà il Reddito di cittadinanza europeo

Come sarà il Reddito di cittadinanza europeo

Il Reddito di cittadinanza europeo una proposta che mira a istituire un sussidio economico garantito a livello europeo per tutti i cittadini degli Stati membri dell'Unione europea. Questa iniziativa è stata avanzata nel corso degli anni da vari politici. L'obiettivo di tale misura è duplice: fornire un supporto sociale alle fasce più vulnerabili della popolazione e creare un meccanismo di stabilizzazione economica per la zona euro.

Il Reddito di cittadinanza europeo verrebbe erogato come un'integrazione al reddito per i beneficiari, seguendo le regole stabilite da ciascun Paese membro, nel rispetto delle direttive della Ue. In pratica, il suo funzionamento sarebbe simile al Reddito di cittadinanza in Italia che, come noto, è stato sostituito dal Supporto Formazione e Lavoro per i beneficiari occupabili.

Oltre a fornire assistenza alle famiglie e ai cittadini in difficoltà dal punto di vista economico, il Reddito di cittadinanza europeo costituirebbe un meccanismo di stabilizzazione per tutti i Paesi membri della Ue. Oggi la zona euro non dispone di meccanismi automatici di stabilizzazione economica, il che implica che ciascun Paese deve affrontare individualmente le crisi economiche. La proposta prevede che la Ue fornisca un meccanismo centralizzato di stabilizzazione finanziato dal suo bilancio, permettendo ai Paesi in recessione o più deboli di rialzarsi senza dover attingere alle proprie risorse.

Questa misura contribuirebbe a contrastare l'inflazione, promuovere l'aumento dei salari, migliorare i servizi pubblici e stimolare l'innovazione, favorendo così l'aumento della produttività, questioni affrontate dall'Italia attraverso vari bonus e misure contingenti.

Per chi sarà il Reddito di cittadinanza europeo

Dal punto di vista sociale, la proposta del Reddito di cittadinanza europeo prevede l'assegnazione di questo reddito a chi si trova al di sotto di una specifica soglia di povertà che varia da Paese a Paese dell'Unione europea, tenendo conto delle differenze nei costi della vita specifici di ciascuna regione. Ad esempio, in Italia, la soglia di povertà potrebbe essere fissata a circa 800 euro al mese.

Nel nostro Paese, il Reddito di cittadinanza europeo verrebbe concesso come integrazione al reddito di coloro che si trovano al di sotto di questa soglia, offrendo un sostegno finanziario anche a coloro che non dispongono di altre fonti di reddito. In altri Paesi europei, dove i redditi medi sono superiori in rapporto al reddito medio italiano, la soglia di povertà potrebbe essere più elevata.

Il valore del Reddito di cittadinanza europeo è vincolato al tenore di vita e ad altri fattori socio-economici specifici di ciascun Paese in cui viene erogato e potrebbe variare da un minimo di 100 euro a un massimo di 1.200 euro al mese per persona. Questa proposta è comunque ancora in fase di valutazione e ulteriori dettagli sugli importi saranno forniti una volta che la proposta verrà ufficializzata.

Ma nel caso in cui venisse confermato, il Reddito di cittadinanza europeo non sarebbe disponibile in Italia prima di almeno tre anni. La tempistica è dovuta al processo di recepimento delle direttive europee da parte di ciascun Paese membro, che richiede circa due anni. Quindi, anche in caso di un'approvazione rapida a Bruxelles, sarà necessario attendere un periodo significativo prima che iventi una realtà concreta in Italia e negli altri Stati membri dell'Unione europea.

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